Eurasiatismo, che ne pensate?

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Antonio Grego
view post Posted on 12/8/2007, 11:20




Comunque il concetto di proprieta' non e' il centro del nostro discorso, ma sono ben altri i punti che dovreste tenere in considerazione. Vi invito a rileggere i documenti che ho inserito e a tenere d'occhio il sito della rivista "Eurasia":
www.eurasia-rivista.org

Saluti,
Antonio Grego
 
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Antonio Grego
view post Posted on 14/8/2007, 12:37




Presentazione di EURASIA. RIVISTA DI STUDI GEOPOLITICI

CARTA DA VISITA

Lo scopo di questa nuova rivista di studi geopolitici è quello di promuovere, stimolare e diffondere la ricerca e la scienza geopolitica nell’ambito della comunità scientifica nazionale ed internazionale, nonché di sensibilizzare sulle tematiche eurasiatiche il mondo politico, intellettuale, militare, economico e dell’informazione. La prospettiva di EURASIA non corrisponde solo a quella delle relazioni internazionali in senso stretto, ma è anche quella, più fondamentale, che concerne l’influenza esercitata sulle “rappresentazioni” geopolitiche passate e attuali, nonché sugli scenari futuri, dai rapporti culturali e spirituali tra i popoli che abitano la massa continentale eurasiatica.
Infatti, pur non rappresentando nessun particolare indirizzo accademico, né adottando alcuno specifico e preferenziale approccio metodologico per l’indagine e l’interpretazione degli avvenimenti geopolitici, la rivista EURASIA ha l’ambizione di porre all’attenzione degli addetti ai lavori l’importanza della riscoperta dell’unità spirituale dell’Eurasia, così come essa da sempre si esprime nelle molteplici e variegate forme culturali. Il riconoscimento di tale realtà costituisce infatti un fattore innovativo e decisivo per l’avanzamento della scienza geopolitica del XXI secolo, in alternativa alle pilotate, restrittive, “ideologiche”, e dunque a-scientifiche, teorie dello “scontro di civiltà” o del “melting-pot”, che tanta confusione e danno hanno ingenerato sia nell’ambito della indagine scientifica che in quello delle applicazioni pratiche.
È per tali motivi che nella rivista saranno presenti, oltre alle analisi geopolitiche, alla critica delle dottrine dominanti e all’illustrazione di ipotetici futuri scenari, anche articoli, saggi e studi riportanti riflessioni, risultati e metodologie acquisite nei diversi campi della etnografia, della storia delle religioni, della psicologia dei popoli e delle identità collettive, della morfologia della storia, della sociologia, dell’economia, della scienza politica, della scienza delle comunicazione e delle scienze esatte, declinati, però, nell’oggettivo e vincolante quadro della geopolitica.
Saranno altresì proposti studi ed analisi concernenti la geoeconomia, quale nuova scienza autonoma dalla geopolitica, e la geofinanza, al fine di identificare le metodologie che animano le strategie economiche e finanziarie su scala planetaria (sia delle nazioni dominanti che dei grandi potentati economici) e le opportunità che ne possono scaturire per le nazioni più deboli; né saranno trascurati studi e riflessioni riguardanti il delicato tema della sicurezza interpretato secondo i criteri della geostrategia.

www.eurasia-rivista.org
 
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Antonio Grego
view post Posted on 20/8/2007, 11:39




Il patto eurasiatico e l'eredità di Putin
di Carlo Benedetti - 18/08/2007




Putin lascerà la guida del Paese nel 2008, ma ha già fissato le linee strategiche della politica estera che la Russia dovrà seguire per il prossimo futuro. Il suo discorso a Biskek - in occasione del vertice della Shangai Cooperation Organization (Sco) che si è svolto nella residenza presidenziale di Ala-Arca - va considerato come un vero programma di attività e di interventi, presupposto fondamentale per una politica distensiva dal Baltico al Pacifico. L’esponente del Cremlino ha colto l’occasione dell’incontro (che la stampa di Mosca definisce già come un G6) per esporre ai massimi dirigenti dell’Asia i punti da lui ritenuti strategici per uscire da un certo tipo di isolamento politico che si è registrato negli ultimi decenni. Gradualmente e senza scosse - rivelando una politica di cautela e prudenza - Putin ha disegnato un continente eurasiatico destinato ad assumere un ruolo globale nella gestione degli affari. Ha indicato nella politica della distensione e della collaborazione economica il punto centrale. Non ha fatto cenno alle interferenze americane, ma tutto l’impianto del suo discorso è stato ovviamente interpretato come una presa di distanza dalle mire d’oltreoceano.

A parlare direttamente degli Usa (che in Kirghisia hanno una loro grande base, a Manas, dalla quale svolgono le operazioni sull’Afghanistan) è stato invece il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad che ha denunciato gli americani per quello scudo spaziale che è “una minaccia non solo per un singolo Paese ma per tutta l'Asia”. "Noi vediamo - ha detto l’esponente di Teheran - che stanno continuando le minacce di una potenza per ciò che riguarda la dislocazione degli elementi dello scudo spaziale in alcuni punti del mondo. Tali intenzioni vanno oltre la minaccia ad un singolo paese ma riguardano una parte importante del continente, di tutta l'Asia, dei paesi membri dell'organizzazione di Shangai. Purtroppo nel mondo attuale alcuni Paesi sono abituati a parlare da una posizione di forza e ciò avviene quando tutto il nostro mondo ha maggior bisogno di pace e sicurezza".

Ahmadinejad ha poi proseguito dicendo di confidare nelle capacità dell'organizzazione di Shangai "di lottare per un atteggiamento giusto e rispettoso verso i diritti di tutti i popoli e di porre fine alle ingiustizie, alle minacce e alle discriminazioni" in modo particolare nel Medio Oriente, "dove hanno avuto luogo tentativi di occupazione e di giocare nuove carte politiche". "Nonostante tali offensive siano fallite, esse portano enormi difficoltà e disgrazie per i popoli di questa zona" e in tal senso Ahmadinejad si è detto poi convinto che il gruppo di Shangai "riuscirà a prevenire l'uso della forza e delle minacce e il tentativo di imporre la propria volontà da parte di alcune potenze" e "sarà messaggero di pace e amicizia nel mondo intero".

Putin e Hu Jintao lo hanno ascoltato in silenzio. Ma la tv di Mosca ha dato spazio al discorso del leader iraniano. E questo potrebbe stare a significare che quell’intervento non ha infastidito minimamente la pur pragmatica diplomazia russa. Ma a parte questa “impennata” antiamericana il vertice di Biskek (protetto da 60mila poliziotti armati) è stato quello del buon vicinato e della cooperazione con tutti i paesi dell’Organizzazione e di un auspicio di possibili estesioni (India, ad esempio).

Obiettivo generale di questa Eurasia sempre più in formazione - ha insistito Putin - dovrà essere quello di estendere i rapporti economico-commerciali accrescendo l’interazione sia tra i paesi che sono membri ufficiali, svolgendo anche una precisa e positiva azione nei confronti di quanti sono ancora “osservatori”. Spazio poi, in questa politica tesa a ridisegnare i confini geopolitici dell’Organizzazione, lo studio e l’analisi di nuovi trattati (regionali e generali). In particolare l’accento è stato posto sulla sicurezza nell’Asia Centrale che potrà essere garantita solo se vi sarà uno sforzo collettivo dei paesi interessati. Di conseguenza le priorità dell’Ocs saranno quelle relative alla lotta contro il terrorismo, il separatismo e l’estremismo. E qui il riferimento di Putin è stato più che mai chiaro. Perchè proprio le repubbliche ex sovietiche che ora si ritrovano nell’Organizzazione attraversano fasi di grande instabilità.

Esistono all’interno di questi paesi movimenti che si battono contro i governi ed aumentano, nello stesso tempo i fenomeni di terrorismo. Per questo motivo l’Ocs si trova impegnata a creare una organizzazione transnazionale che combatta le destabilizzazioni. E non è un caso se dopo l’appuntamento di Biskek i partecipanti al vertice si sono trasferiti nella città russa di Chelyabinsk per assistere a una serie di manovre militari organizzate dai russi. Tutto questo allo scopo di creare una forza di risposta contro il terrorismo e per combattere il traffico di droga e di armi e i gruppi criminali, in ossequio all’accordo di mutua assistenza contro un attacco armato.

Ma la vera finalità è politica perché come ha dichiarato Li Hui, assistente del ministero cinese degli Esteri, “per la prima volta tutti i leader dei sei Stati membri della Sco assistono alle esercitazioni”. Ma c’è anche chi vede in questa massiccia operazione di puro stampo militare - pur se difensivo - una sorta di avvertimento nei confronti degli americani. Gli analisti di molti paesi osservano in proposito che i maggiori rapporti diplomatici e politici di alto livello nello Sco sono anche utilizzati da Cina e Russia per espandere la loro influenza nell’Asia centrale e contenere la presenza degli Stati Uniti. Su questo punto, comunque, Putin non ha fatto cenno ad interessi strategici del Cremlino. Ma non ha mancato nel corso dei colloqui con Hu Jintao di sottolinare l’importanza dei rapporti nel campo dell’industria militare.

E si sa bene che sia India che Cina si rivolgono a Mosca per la costruzione di navi da guerra e che New Delhi ha commissionato la costruzione entro 3 anni di una portaerei da 1,5 miliardi di dollari. Per Pechino, tra l’altro, è fondamentale avere portaerei in grado di confrontarsi con quelle Usa, sia per assicurare i rifornimenti energetici (che passano in gran parte per lo Stretto di Malacca) sia per un possibile intervento militare a Taiwan. Intanto nel 1998 i cinesi hanno comprato la Varyag, portaerei classe Kuznetov, ancora in costruzione al momento del crollo sovietico, ma ora è evidente che solo la Russia può aiutare a finirla.

Questioni militari a parte a Biskek si è potuto constatare che un ruolo particolare in tutta la strategia disegnata da Putin spetterà all’Afghanistan, paese che dovrà raggiungere la sua fase di stabilizzazione e normalizzazione democratica anche in collaborazione con la Russia e la Cina. Un aspetto, questo, di estrema importanza per le realtà regionali ex sovietiche che si trovano a fare in conti, quotidianamente, con gli estremismi dei talebani.

Grande attenzione Putin ha riservato alle questioni commerciali ed energetiche. Rivelando ancora una volta di essere un presidente particolarmente attento agli affari. Tanto che alcuni osservatori arrivano a sostenere che una volta uscito dalle stanze del Cremlino potrebbe assumere un ruolo dirigente a livello di grandi organizzazioni economiche mondiali. E, forse, anche a guidare il settore più strategico dell’Osc, quello del gas e del petrolio. Putin, quindi, esce a testa alta da questo vertice che lo ha visto impegnato in un confronto politico-diplomatico con alcuni dei presidenti più autorevoli del continente: dal cinese Hu Jintao all’iraniano Mahmud Ahmadinejad, dall’afgano Karzai al mongolo Nambaryn Enkhbayar e agli altri massimi esponenti delle ex repubbliche sovietiche come il kasako Nursultan Nazarbajev, il tagiko Emomali Rachmonu, l’usbeko Islam Karimov, il kirghiso Kurmanbek Bakiev e l’ospite d’onore della Turkmenia, Gurbanguly Berdymuchammedov.

Per ora nessuna reazione dalla Casa Bianca su questa riunione in terra asiatica. Ma è certo che Bush non mancherà di far sentire la sua voce. Per ora ha staccato un assegno di 16milioni di dollari come regalo alla Kirghisia che “ospita” a Manas aerei, carri e soldati. Tutti a stelle e strisce.




tratto da www.ariannaeditrice.it
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 20/8/2007, 13:38




mmh...mi lascia perplesso, anche perchè in questo documento Ahmadinejad e Putin sono descritti come delle specie di colombe della pace e della libertà, mentre sappiamo bene la loro vera natura...
 
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Antonio Grego
view post Posted on 20/8/2007, 18:21




L'articolo e' ovviamente di parte ma fornisce alcuni dati interessanti e soprattutto illustra in che modo si sta formando il blocco continentale da noi auspicato. Alla fine non e' che bisogna santificare capi di stato dei paesi eurasiatici ma bisogna decidere con chi stare: meglio Putin-Ahmadinejad-Hu Jintao oppure meglio Bush? Terze posizioni non sono ammesse, o si e' eurasiatici o si e' atlantisti/occidentalisti.
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 20/8/2007, 19:12




Le terze posizioni ci sono SEMPRE.
Se la Guerra Fredda è finita,è stato anche a causa del 3o blocco,di cui a mio avviso stanno cercando(e in gran parte ci sono riusciti) di disfarsi ora gli USA e i loro alleati.
Non mi piace l'idea di eurasia,mi ricorda vagamente i romanzi distopici(vedi 1984).Tanto bella,tutto garantito,ma qualcuno controlla tutto.
In una civiltà davvero sviluppata,gli elementi TALASSOCRATICI sono fondamentali,perché spingono all'innovazione,al confronto,alla contaminazione.
Non preferirei certo essere parte di un Behemoth,piuttosto che di un Leviathan(ironia della sorte il Leviathan descritto da Hobbes coincide in più punti col Behemoth tanto acclamato).
L'unica parte che apprezzo davvero del programma dell'Eurasia è la decentralizzazione,ammesso che essa trovi davvero uno spazio significativo,in un programma così rigido.
 
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Antonio Grego
view post Posted on 20/8/2007, 20:13




ELENCO DELLE BASI USA E NATO PRESENTI IN ITALIA:


1. Cima Gallina [Bz]. Stazione telecomunicazioni e radar dell'Usaf.
2. Monte Paganella [Tn]. Stazione telecomunicazioni Usaf.
3. Aviano [Pn]. La più grande base avanzata, deposito nucleare.
4. Roveredo [Pn]. Deposito armi Usa.
5. Rivolto [Ud]. Base USAF.
6. Maniago [Ud]. Poligono di tiro dell'Usaf.
7. San Bernardo [Ud]. Deposito munizioni dell'Us Army.
8. Trieste. Base navale Usa.
9. Camp Ederle [Vi]. Quartier generale della Nato e comando della Us Army.
10. Vicenza: Comando Setaf. V F. aerea tattica. Deposito di testate nucleari.
11. Tormeno [San Giovanni a Monte, Vi]. Depositi di armi e munizioni.
12. Longare [Vi]. Importante deposito d'armamenti.
13. Oderzo [Tv]. Deposito di armi e munizioni
14. Codognè [Tv]. Deposito di armi e munizioni
15. Istrana [Tv]. Base Usaf.
16. Ciano [Tv]. Centro telecomunicazioni e radar Usa.
17. Verona. Base [Usaf ] e base Nato delle Forze di Terra del Sud Europa.
18. Affi [Vr]. Centro telecomunicazioni Usa.
19. Lunghezzano [Vr]. Centro radar Usa.
20. Erbezzo [Vr]. Antenna radar Nsa.
21. Conselve [Pd ]. Base radar Usa.
22. Monte Venda [Pd]. Antenna telecomunicazioni e radar Usa.
23. Venezia. Base navale Usa.
24. Sant'Anna di Alfaedo [Pd]. Base radar Usa.
25. Lame di Concordia [Ve]. Base di telecomunicazioni e radar Usa.
26. San Gottardo, Boscomantivo [Ve]. Centro telecomunicazioni Usa.
27. Ceggia [Ve]. Centro radar Usa.
28. Ghedi [Bs]. Base Usaf, staz. di comunicaz. e deposito di bombe nucleari.
29. Montichiari [Bs]. Base aerea [Usaf ].
30. Remondò [Pv]. Base Us Army.
31. Cameri [No]. Base aerea Usa con copertura Nato.
32. Candelo-Masazza [Vc]. Addestramento Usaf e Us Army, copertura Nato.
33. La Spezia. Centro antisommergibili di Saclant [vedi 35 ].
34. Finale Ligure [Sv]. Stazione di telecomunicazioni della Us Army.
35. San Bartolomeo [Sp]: Centro ricerche per la guerra sottomarina.
36. Monte San Damiano [Pc]. Base dell'Usaf con copertura Nato.
37. Monte Cimone [Mo]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
38. Parma. Deposito dell'Usaf con copertura Nato.
39. Bologna. Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato.
40. Rimini. Gruppo logistico Usa per l'attivazione di bombe nucleari.
41. Rimini-Miramare. Centro telecomunicazioni Usa.
42. Potenza Picena [Mc]. Centro radar Usa con copertura Nato.
43. Camp Darby [Pi]. Il più grande deposito logistico del Mediterraneo.
44. Coltano [Pi]. Importante base Usa-Nsa per le telecomunicazioni.
45. Pisa [aeroporto militare]. Base saltuaria dell'Usaf.
46. Talamone [Gr]. Base saltuaria dell'Us Navy.
47. Poggio Ballone [Gr]. Centro radar Usa con copertura Nato.
48. Livorno. Base navale Usa.
49. Monte Giogo [Ms]. Centro di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
50. La Maddalena - Santo Stefano [Ss]. Base atomica Usa e di sommergibili.
51. Monte Limbara [tra Oschiri e Tempio, Ss]. Base missilistica Usa.
52. Sinis di Cabras [Or]. Centro elaborazioni dati [Nsa].
53. Isola di Tavolara [Ss]. Stazione di supporto ai sommergibili della Us Navy.
54. Torre Grande di Oristano. Base radar Nsa.
55. Monte Arci [Or]. Stazione di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
56. Capo Frasca [Or]. Eliporto ed impianto radar Usa.
57. Santulussurgiu [Or]. Stazione telecomunicazioni Usaf con copertura Nato.
58. Perdasdefogu [Nu]. Base missilistica sperimentale.
59. Capo Teulada [Ca]. Poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali.
60. Cagliari. Base navale Usa.
61. Decimomannu [Ca]. Aeroporto Usa con copertura Nato.
62. Aeroporto di Elmas [Ca]. Base aerea Usaf.
63. Salto di Quirra [Ca]. poligoni missilistici.
64. Capo San Lorenzo [Ca]. Zona di addestramento per la Sesta flotta Usa.
65. Monte Urpino [Ca]. Depositi munizioni Usa e Nato.
66. Roma. Comando per il Mediterraneo centrale della Nato.
67. Roma Ciampino [aeroporto militare]. Base saltuaria Usaf.
68. Rocca di Papa [Rm]. Stazione telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
69. Monte Romano [Vt]. Poligono saltuario di tiro dell'Us Army.
70. Gaeta [Lt]. Base Sesta flotta e Squadra navale di scorta alle portaerei.
71. Casale delle Palme [Lt]. Scuola telecomunicazioni Nato - Usa.
72. Napoli. Comando del S. F. Marines. Base sommergibili e Forze Aeree.
73. Aeroporto Napoli Capodichino. Base aerea Usaf.
74. Monte Camaldoli [Na]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
75. Ischia [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
76. Nisida [Na]. Base Us Army.
77. Bagnoli [Na]. Centro coordinamento Us Navy.
78. Agnano [nelle vicinanze del famoso ippodromo]. Base dell'Us Army.
80. Licola [Na]. Antenna di telecomunicazioni Usa.
81. Lago Patria [Ce]. Stazione telecomunicazioni Usa.
82. Giugliano [vicinanze del lago Patria, Na]. Comando Statcom.
83. Grazzanise [Ce]. Base saltuaria Usaf.
84. Mondragone [Ce]: Comando Usa e Nato sotterraneo antiatomico.
85. Montevergine [Av]: Stazione di comunicazioni Usa.
79. Cirigliano [Mt]. Comando delle Forze Navali Usa in Europa.
86. Pietraficcata [Mt]. Centro telecomunicazioni Usa e Nato.
87. Gioia del Colle [Ba]. Base aerea Usa di supporto tecnico.
88. Brindisi. Base navale Usa.
89. Punta della Contessa [Br]. Poligono di tiro Usa e Nato.
90. San Vito dei Normanni [Br]. Base dei Servizi Segreti [Nsa ].
91. Monte Iacotenente [Fg]. Base del complesso radar Nadge.
92. Otranto. Stazione radar Usa.
93. Taranto. Base navale Usa. Deposito Usa e Nato.
94. Martinafranca [Ta]. Base radar Usa.
95. Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.
96. Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
97. Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.
98. Sigonella [Ct]. Principale base Us Navy nel Mediterraneo centrale.
99. Motta S. Anastasia [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
100. Caltagirone [Ct]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
101. Vizzini [Ct]. Diversi depositi Usa.
102. Palermo Punta Raisi [aeroporto]. Base saltuaria dell'Usaf.
103. Isola delle Femmine [Pa]. Deposito munizioni Usa e Nato.
104. Comiso [Rg]. La base risulterebbe smantellata.
105. Marina di Marza [Rg]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
106. Augusta [Sr]. Base della Sesta flotta e deposito munizioni.
107. Monte Lauro [Sr]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
108. Sorico [Co]. Antenna Nsa.
109. Centuripe [En]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
110. Niscemi [Cl]. Base del NavComTelSta [comunicazione Us Navy ].
111. Trapani. Base Usaf con copertura Nato.
112. Isola di Pantelleria [Tp]: Centro telecom. Us Navy, base aerea e radar.
113. Isola di Lampedusa [Ag]. Guardia costiera Usa. Centro Nsa.

COORDINAMENTO PROGETTO EURASIA:

PERCHE’ E PER COSA



Gli eventi successivi all'11 settembre 2001 hanno mostrato con particolare chiarezza quella ch'è una costante storica da almeno un secolo: la sete di dominio totale degli Stati Uniti d'America. Essi, fedeli alla propria origine ideologica puritana, continuano a credersi un "popolo eletto" destinato a governare sulla Terra, "l'unica nazione indispensabile al mondo" (Bill Clinton). Nessun altro Stato negli ultimi cinquant'anni ha fatto così tante guerre, grazie alle quali è oggi "l'unica superpotenza mondiale". Il Nordamerica è stato "ripulito" etnicamente attraverso il genocidio degl'Indiani; in Sudamerica, Washington da decenni fa il bello e il cattivo tempo tramite golpe militari e "squadroni della morte"; in Africa, le multinazionali statunitensi sfruttano ed affamano le popolazioni indigene; in Europa, con la scusa prima di "liberarci" dai nazisti, poi di "difenderci" dai sovietici, da sessant'anni gli USA ci occupano con centinaia di basi con decine di migliaia di soldati e numerose testate atomiche pronte all'uso; il mondo arabo è attualmente sotto attacco. L'attuale governo Bush è giunto persino a teorizzare ufficialmente la "guerra preventiva" contro qualsiasi nazione che giungesse ad avere una potenza "in grado di rivaleggiare con quella degli USA", un diktat spietato e tirannico che mai s'era visto in tutta la storia del genere umano! A questo nuovo ordine mondiale fondato sulla prepotenza, la prevaricazione e il neocolonialismo, pochissimi paesi riescono oggi a sottrarsi: il cosiddetto "Asse del male" più Russia e Cina.
Il Coordinamento Progetto Eurasia (CPE) ritiene inaccettabile l'imperialismo statunitense e i suoi efferati crimini, di guerra e non. A quest'ordine mondiale "unipolare", profondamente iniquo, ne andrebbe sostituito uno "multipolare", cioè fondato sull'equilibrio, che possa garantire una pace duratura e la libertà per tutti i popoli di scegliere il proprio destino.
Infatti, le conseguenze del progetto egemonico nordamericano non sono solo geopolitiche: all'imperialismo politico se ne affiancano uno ideologico ed uno culturale.
Gli USA sono il braccio armato dell'ideologia neoliberale, fondata sull'individualismo estremo, sulla competizione esasperata, sulla prevaricazione del forte sul debole, sul privilegio derivante dalla ricchezza. Noi siamo convinti che il popolo italiano, al pari della maggioranza delle civiltà mondiali, sia del tutto estraneo a questa barbarie: la nostra storia e cultura si fonda su valori come la fratellanza, la solidarietà e la giustizia. Ma nessuna giustizia sociale è possibile finché una "superpotenza" s'arroga il diritto d'imporre con la forza la sua ideologia!
Alla globalizzazione politica consegue anche il conformismo culturale globale: gli USA pretendono che tutti i popoli del mondo parlino una sola lingua (l'inglese), vestano secondo un solo stile (occidentale), mangino secondo una sola dieta (farcita di BigMacMenù, OGM ed altre schifezze), si comportino in un solo modo (quello imposto dai modelli nei films e nelle sit-coms hollywoodiane), vedano il mondo secondo una sola ottica (quella della CNN e degli USA "impero del bene"). Noi siamo convinti che la varietà linguistica, religiosa e culturale del mondo sia patrimonio di tutta l'umanità. Noi riteniamo che la cultura nordamericana sia ben simile alla barbarie, se confrontata con le raffinatezze di quelle europea, asiatica, africana, che però pretenderebbe arrogantemente di soppiantare. Per questo la difesa delle diversità dal conformismo globale è oggi un imperativo per chiunque non voglia un'umanità composta di "pezzi standard" tutti uguali l'uno all'altro, bensì formata da persone con le proprie sane diversità.
Il CPE lotta perché quest'incubo, con un solo tiranno che ci dice cosa fare e cosa pensare - e se non lo ascoltiamo ci bombarda con il fosforo bianco! - non diventi realtà, né ora né mai.
Il CPE ritiene di differenziarsi da altri numerosi gruppi e movimenti, i quali sono simili ad esso negli obiettivi, per il metodo col quale intende perseguirli. Crediamo sia ormai finito il tempo delle ottusità ideologiche, dei settarismi, della schematica dicotomia "destra-sinistra": ora c'è solo il Sistema e chi è contro il Sistema, la tirannide globale degli USA e la libertà dei popoli. O si sta con l'una, o si sta con l'altra. Ma è passato il tempo anche dell'azione fine a se stessa, della generosa ma ingenua attività idealistica: per non incappare in una sconfitta, è necessario agire con coscienza di causa, realismo e concretezza. Alla lotta popolare, all'attivismo civico, va abbinata una corretta interpretazione del mondo e la coscienza di come agire nel modo più opportuno.
In particolare, il CPE ritiene sia fondamentale, nell'ambito internazionale, un attento studio della geopolitica, e in quello interno, delle dinamiche sociali e politiche. L'impreparazione è sinonimo d'insuccesso!



Il Coordinamento Progetto Eurasia in Rete:

Il sito ufficiale del CPE:
http://www.cpeurasia.org

Sito ufficiale della rivista di studi geopolitici "Eurasia":
http://www.eurasia-rivista.org

Lista di discussione telematica del CPE:
http://it.groups.yahoo.com/group/lista_eurasia

Indirizzo di posta elettronica:
[email protected]
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 20/8/2007, 20:23




Cambiare un imperialismo per un altro non mi convince... chi ci dice che la Russia o altri non installeranno basi militari anche loro?
Il fondamento dell'Eurasia mi pare di aver capito che sarebbe a carattere economico, mentre non c'è alcuna garanzia in termini di libertà e democrazia. Almeno vedendo la situazione attuale in Russia, Cina e Iran(descritti nel documento come i pilastri dell'Eurasia), mi pare che questo debba destare delle preoccupazioni.
Mi domando poi quale sarebbe la sorte di Israele e, in generale, dei Paesi dell'area mediorientale...
 
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h1de
view post Posted on 20/8/2007, 20:37




Ho dato una rapida lettura ai post di antonio, non abbastanza per dare alcuna conclusione, la mia domanda è invece più semplice: "Dove risiede questa imminente minaccia all'integrità degli stati uniti, tale da dover spenedere centinaia di miliardi di dollari che invece potrebbero essere spesi per migliorare la situazione mondiale"? (fame nel mondo, riscaldamento globale, deforestazione, istruzione, ecc ecc) Gli stati uniti hanno bisogno di questa opera maestosa che li metterà probabilmente in cattiva luce con gli altri paesi del globo o si tratta del solito sentimento di paura apocalittica che serpeggia da secoli nel cuore degli americani?

Chi pagherà queste spese enormi? Saranno i contribuenti a pagarle, e di fronte a una scarsità senza pari di servizi sanitari e aiuti alimentari per le famiglie disagiati, si continuerà a spostare risorse enormi nell'ambito della "difesa" (con 7 virgolette) del paese
 
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Antonio Grego
view post Posted on 21/8/2007, 13:12




CITAZIONE (h1de @ 20/8/2007, 21:37)
Ho dato una rapida lettura ai post di antonio, non abbastanza per dare alcuna conclusione, la mia domanda è invece più semplice: "Dove risiede questa imminente minaccia all'integrità degli stati uniti, tale da dover spenedere centinaia di miliardi di dollari che invece potrebbero essere spesi per migliorare la situazione mondiale"? (fame nel mondo, riscaldamento globale, deforestazione, istruzione, ecc ecc) Gli stati uniti hanno bisogno di questa opera maestosa che li metterà probabilmente in cattiva luce con gli altri paesi del globo o si tratta del solito sentimento di paura apocalittica che serpeggia da secoli nel cuore degli americani?
Chi pagherà queste spese enormi? Saranno i contribuenti a pagarle, e di fronte a una scarsità senza pari di servizi sanitari e aiuti alimentari per le famiglie disagiati, si continuerà a spostare risorse enormi nell'ambito della "difesa" (con 7 virgolette) del paese

La risposta e' complessa e per esser esaurienti ci vorrebbe un trattato... comunque gli USA non agiscono per "paura" ma per motivazioni ben piu' complesse: economiche e geopolitiche. La paura viene instillata nei cittadini (sia degli USA che degli alleati) per stringerli attorno alle decisioni governative e per evitare che si pongano troppe domande, ma chi "comanda" sa che quelle spese sono necessarie per mantenere lo status quo internazionale inalterato. Quei 500 miliardi di dollari spesi ogni anno (e aumentano ogni anno) dagli USA per mantenere il loro esercito in mezzo mondo e per creare armi sempre nuove non servono certo per "autodifesa" ma per perpretare il ruolo egemonico di unica superpotenza mondiale. Se tutti quei soldi venissero spesi in maniera piu' sensata probabilmente oggi non esisterebbe la fame nel mondo o l'inquinamento, purtroppo ci ritroviamo in un sistema che funziona come un gioco a somma zero: se uno sta bene un altro deve stare male, se uno vince ci deve essere per forza uno che perde.
Continuero' periodicamente ad inserire documenti in questa discussione per illustrare meglio le nostre posizioni su svariati argomenti.

CITAZIONE (L'Avvocato del Diavolo @ 20/8/2007, 21:23)
Cambiare un imperialismo per un altro non mi convince... chi ci dice che la Russia o altri non installeranno basi militari anche loro?
Il fondamento dell'Eurasia mi pare di aver capito che sarebbe a carattere economico, mentre non c'è alcuna garanzia in termini di libertà e democrazia. Almeno vedendo la situazione attuale in Russia, Cina e Iran(descritti nel documento come i pilastri dell'Eurasia), mi pare che questo debba destare delle preoccupazioni.
Mi domando poi quale sarebbe la sorte di Israele e, in generale, dei Paesi dell'area mediorientale...

Questo e' il tipico discorso del servo sciocco che continua a servire il vecchio padrone, per quanto lo bastoni, per paura che un nuovo padrone sia anche piu' crudele. Veramente non ne posso piu' di sentire questi discorsi.
Noi non abbiamo mai detto che vogliamo sottometterci o farci invadere da Russia, Cina, Iran, ecc. ma diciamo ben altro, la nostra visione e' quella di un mondo multipolare piu' "democratico" dove non esista piu' un padrone (gli USA), dei servi (Europa, Giappone e alleati) e dei "ribelli" (Russia, Iran, Venezuela, ecc), ma un mondo dove ci siano vari popoli che contino tutti alla stessa maniera e dove non esistano basi militari in terra straniera con l'ovvio scopo di ricattare il paese ospitante e minacciare i paesi confinanti. Noi non vogliamo passare da un padrone ad un altro padrone, ma vogliamo spezzare le catene e far risorgere l'Europa dall'attuale stato di servilismo e decandenza che l'attanaglia.
Con le nazioni dello SCO (Russia, Cina, Iran, ecc.) vogliamo che si instauri un rapporto di amicizia e collaborazione perche' sono molti gli interessi, geopolitici ed economici, che abbiamo in comune. Purtroppo la propaganda atlantica, che ha il monopolio dei mass media, dipinge questi paesi come "mostri" e come luoghi infernali, mentre e' facile dimostrare che almeno il 50% delle informazioni che arrivano qui sono completamente false o distorte.

Saluti,
Antonio Grego

COMUNICATO STAMPA

CONDANNA DEGLI ATTACCHI ALLE MOSCHEE E SOLIDARIETA’ VERSO I MUSULMANI COLPITI


Il Coordinamento Progetto Eurasia esprime forte
indignazione per i recenti attentati – gli ultimi
dei quali a Segrate e a Brescia – ai danni di
moschee e centri culturali islamici.
Sull’identità precisa dei loro autori,
naturalmente, non sappiamo esprimerci, tuttavia è
evidente qual è l’ispirazione che guida le mani di
chi si rende protagonista di atti delinquenziali che
solo una propaganda filo-atlantica a senso unico non
classifica tra quelli normalmente definiti come
“terroristici”. Ma il “terrorismo”, evidentemente,
non è più tale se colpisce dei musulmani e i loro
luoghi di culto…
Che si tratti di operazioni per così dire ‘sporche’
oppure opera di qualche esaltato, la sostanza è la
medesima: sono il frutto di un clima alimentato
dagli Stati Uniti, dal Sionismo e dai loro lacché
italiani che infiltrati nei settori della politica,
dell’informazione e, non ultimo, nei quadri degli
apparati militari e di “sicurezza”, auspicano una
guerra totale permanente contro l’Islam e le
popolazioni musulmane, individuati come il nemico –
esterno ed interno - da combattere per il trionfo
del c.d. “Occidente” e del suo modello di società.
La manovra è evidente: mentre si demonizzano una
religione e i suoi credenti, gli Stati Uniti ed i
“Crociati dello Zio Sam” possono condurre una
campagna di aggressione a vari Paesi del Vicino e
Medio Oriente senza che ciò susciti alcuna
consistente pubblica riprovazione. E, soprattutto,
ha buon gioco il divide et impera nel grande
continente eurasiatico, nel quale le popolazioni
musulmane occupano esattamente una posizione
intermedia, tra Europa, Asia ed Africa. Per il
Coordinamento Progetto Eurasia è perciò chiaro che
l’islamofobia è solo uno strumento propagandistico a
sostegno di strategie geopolitiche atlantiche tese a
dividere, fisicamente ed idealmente, le popolazioni
dell’Eurasia, coinvolgendole in un “problema” che
non è il loro, ma quello di chi, da oltreatlantico,
mira al dominio planetario puro e semplice.
Il Coordinamento Progetto Eurasia esprime inoltre
la sua solidarietà alle moschee e ai centri islamici
colpiti, auspicando un’intensificazione delle
iniziative congiunte coi musulmani qua residenti
volte a sensibilizzare gli italiani
sull’inconsistenza degli argomenti della propaganda
islamofobica.


www.cpeurasia.org
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 21/8/2007, 13:38




CITAZIONE
Questo e' il tipico discorso del servo sciocco che continua a servire il vecchio padrone, per quanto lo bastoni, per paura che un nuovo padrone sia anche piu' crudele. Veramente non ne posso piu' di sentire questi discorsi.
Noi non abbiamo mai detto che vogliamo sottometterci o farci invadere da Russia, Cina, Iran, ecc. ma diciamo ben altro, la nostra visione e' quella di un mondo multipolare piu' "democratico" dove non esista piu' un padrone (gli USA), dei servi (Europa, Giappone e alleati) e dei "ribelli" (Russia, Iran, Venezuela, ecc), ma un mondo dove ci siano vari popoli che contino tutti alla stessa maniera e dove non esistano basi militari in terra straniera con l'ovvio scopo di ricattare il paese ospitante e minacciare i paesi confinanti. Noi non vogliamo passare da un padrone ad un altro padrone, ma vogliamo spezzare le catene e far risorgere l'Europa dall'attuale stato di servilismo e decandenza che l'attanaglia.
Con le nazioni dello SCO (Russia, Cina, Iran, ecc.) vogliamo che si instauri un rapporto di amicizia e collaborazione perche' sono molti gli interessi, geopolitici ed economici, che abbiamo in comune. Purtroppo la propaganda atlantica, che ha il monopolio dei mass media, dipinge questi paesi come "mostri" e come luoghi infernali, mentre e' facile dimostrare che almeno il 50% delle informazioni che arrivano qui sono completamente false o distorte.

Io non sto criticando il progetto di un mondo multipolare, sto criticando CHI ha intenzione di farlo.
Io non credo che la democrazia possa cadere dall'alto come un dono divino. Soprattutto non credo che sarà una nazione come la Russia, che detiene una grande potere dovuto a importanti risorse naturali ed energetiche, ed è dotata di un grande apparato militare, a poterlo fare. In genere chi detiene un grosso potere è restio a non sfruttarlo, e la Russia già l'ha dimostrato con alcune delle ex repubbliche sorelle con la famosa "guerra del gas". E' indubbio che la Russia abbia mire egemoniche, che sono diverse dall'idea di un nuovo ordine mondiale più democratico.
La stessa cosa potrà accadere con il resto d'Europa. E che il potere economico sia americano o russo o cinese poco cambia.
Insomma, i fini sono giusti(abbattere un monopolio), ma i mezzi non sono convincenti...
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 21/8/2007, 19:29




Vorrei inoltre ricordare che Putin non è un un governatore democratico e pluralista,e dato che pare essere un esponente così importante del movimento eurasiatico non può che essere preoccupante.Il problema non è tanto l'ideologia,che può non essere completamente cattiva,piuttosto,come diceva giustamente l'avvocato,chi in realtà la deve realizzare.
 
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Antonio Grego
view post Posted on 21/8/2007, 20:05




Chaos fammi un esempio di "governatore democratico e pluralista" attualmente in carica...

Saluti,
Antonio Grego
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 21/8/2007, 20:08




era una frase ironica per dire che è un dittatore,che ha soppresso completamente(come nemmeno Berlusconi è riuscito a fare!) la libertà d'informazione,che reprime col sangue i movimenti indipendentisti ceceni e chissà quante altre cose che noi non sappiamo perché le notizie non ci arrivano.

Salvo equivoci non intendo assolutamente dire che altri governanti siano giusti e equi,ma lo sono in maniera superiore a putin.
 
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h1de
view post Posted on 21/8/2007, 20:44




Putin ha messo sotto minaccia l'Europa sul gas (non so se vi ricordate), ed è passato alle cronache per le violenze perpetrate al partito "altra russia" dello scacchista kasparov, e per limitare (o forse meglio dire annullare) i diritti civili delle minoranze (chi non ricorda le botte a luxuria e cappato...)

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politic.../galluzzo.shtml

solo un imbecille patentato di tale portata può parlarne come di "uomo della svolta"

CITAZIONE
La risposta e' complessa e per esser esaurienti ci vorrebbe un trattato... comunque gli USA non agiscono per "paura" ma per motivazioni ben piu' complesse: economiche e geopolitiche. La paura viene instillata nei cittadini (sia degli USA che degli alleati) per stringerli attorno alle decisioni governative e per evitare che si pongano troppe domande, ma chi "comanda" sa che quelle spese sono necessarie per mantenere lo status quo internazionale inalterato. Quei 500 miliardi di dollari spesi ogni anno (e aumentano ogni anno) dagli USA per mantenere il loro esercito in mezzo mondo e per creare armi sempre nuove non servono certo per "autodifesa" ma per perpretare il ruolo egemonico di unica superpotenza mondiale. Se tutti quei soldi venissero spesi in maniera piu' sensata probabilmente oggi non esisterebbe la fame nel mondo o l'inquinamento, purtroppo ci ritroviamo in un sistema che funziona come un gioco a somma zero: se uno sta bene un altro deve stare male, se uno vince ci deve essere per forza uno che perde.
Continuero' periodicamente ad inserire documenti in questa discussione per illustrare meglio le nostre posizioni su svariati argomenti.

verissimo purtroppo
 
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83 replies since 6/8/2007, 18:26   1341 views
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