Che cos'è la Socialdemocrazia?, fondamentali informazioni

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DR_PanG
icon13  view post Posted on 12/6/2007, 18:43




La socialdemocrazia è un largo movimento politico e culturale in origine fondato su un'ideologia politica emersa tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX ad opera di sostenitori di un socialismo vagamente ispirato al pensiero di Karl Marx.

I socialdemocratici, convinti che la transizione verso una società socialista potesse essere attuata attraverso un processo democratico e non mediante una svolta rivoluzionaria, si proponevano perciò di diffondere gli ideali del socialismo nel contesto di un sistema democratico.

Essi hanno quindi identificato le loro radici politico-culturali nel revisionismo bernsteiniano, ma anche nel marxismo di Karl Kautsky, uno degli esponenti principali fra i contrari alle conclusioni di Bernstein, e nell'umanesimo socialista di impronta turatiana.

Socialismo democratico e socialdemocrazia, sono talora usati quali termini sinonimi della stessa posizione ideologica e politica.

Caratteri fondamentali

La socialdemocrazia sostiene la necessità di un programma di graduali riforme legislative del sistema capitalistico, al fine di rendere quest'ultimo più equo (solitamente con l’obiettivo di trasformarlo, nel lungo periodo, in una società socialista). Questo "doppio nodo" che esiste tra le riforme ed il pensiero socialdemocratico, ha fatto sì che per molti decenni il riformismo si identificasse nella sostanza con la socialdemocrazia, anche se filoni riformisti sono stati e sono presenti in seno al pensiero democristiano (cristianesimo sociale) ed al pensiero liberale (liberal-democrazia). Tuttavia il filone politico-culturale socialdemocratico rimane pur sempre egemone all'interno del riformismo.

Si definiscono socialdemocratici partiti che si rifanno all'esperienza dei partiti socialisti nati alla fine del XIX secolo o altre formazioni comunque di ispirazione riformista . Nella prassi contemporanea, pertanto, i partiti socialdemocratici sono formazioni progressiste, in genere aperte alle libertà personali e alla tutela non solo della classe lavoratrice ma anche del lavoro autonomo, e quindi aperto alle classi medie. I partiti socialdemocratici sono particolarmente forti nell'Europa settentrionale (Svezia, Danimarca) e in Germania. L'Internazionale Socialista definì la socialdemocrazia come la forma ideale di democrazia rappresentativa, che avrebbe potuto risolvere i problemi tipici della democrazia liberale. Tale forma ideale si sarebbe raggiunta seguendo i principi del cosiddetto welfare state (traducibile in italiano con "stato del benessere"). Il primo di questi principi guida è la libertà, che non include solo le libertà individuali, ma anche la libertà dalla discriminazione e quella dalla dipendenza dai proprietari dei mezzi di produzione o dai detentori illegittimi del potere politico, così come la libertà di poter determinare il proprio destino. Si aggiungono poi l’equità e la giustizia sociale, intese non solo come eguaglianza di fronte alla legge ma anche come equità socioeconomica e culturale, concedendo perciò a tutti gli esseri umani in quanto tali le medesime opportunità, a prescindere dalle loro differenze. Infine, vi è una sorta di solidarietà che porta all’unità e ad un senso di compassione (da intendersi, però, con accezione positiva) nei confronti delle vittime delle ingiustizie e delle disuguaglianze.


Un pò di storia

Molti partiti, nella seconda metà del XIX secolo, si autodefinirono "socialdemocratici", come l’inglese Federazione Socialdemocratica, e il partito socialdemocratico russo ma all'epoca tutti questi partiti prevalentemente marxisti prevedevano la necessità di una rivoluzione per giungere al socialismo. La situazione cambio nel corso degli anni e la pubblicazione nel 1899 da parte di Eduard Bernstein de "I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia" diede inizio a una profonda revisione del pensiero marxista e l'abbandono della necessità della prospettiva rivoluzionaria. Malgrado le divergenze, i socialisti riformisti e quelli rivoluzionari rimasero uniti fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Il conflitto però, acuì le tensioni interne fino alla rottura definitiva. I socialisti riformisti scelsero infatti, di appoggiare i rispettivi governi nazionali in occasione dell’entrata in guerra, cosa che per i socialisti rivoluzionari significò un vero e proprio tradimento ai danni del proletariato (visto che si tradiva il principio secondo cui i proletari di tutti i paesi dovevano essere uniti nella loro lotta al capitalismo, non prendendo parte ai conflitti fra i governi "capitalisti"). Si ebbero perciò violenti scontri fra i due schieramenti, questa nuova posizione e la successiva Rivoluzione russa del 1917 portarono ad una frattura all’interno del movimento socialista, con i socialdemocratici che abbandonarono i metodi rivoluzionari e i socialisti rivoluzionari marxisti che presero il nome di comunisti.

La socialdemocrazia dopo la seconda guerra mondiale

La maggioranza dei partiti socialdemocratici fra la fine della seconda guerra mondiale e gli anni ottanta del ventesimo secolo però finì con l’abbandonare definitivamente ogni proposta di superamento del capitalismo, rappresentando così l'ala più moderata del movimento socialista, sostenitrice di riforme sociali all’interno delle istituzioni liberal democratiche. Tappa fondamentale di questo processo è sicuramente il congresso del 1959 della SPD conosciuto come congresso di Bad Godesberg dal nome della cittadina in cui si tenne, in cui uno dei partiti più influenti della socialdemocrazia eliminò ogni riferimento al marxismo nel suo programma.
 
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Esmor
view post Posted on 19/8/2007, 15:38




Purtroppo a partire dal Programma di Godesberg del 1959 la SPD e larga aprte della socialdemcorazia ha abbandonato l'obiettivo di sueprare il capitalismo, limitandosi solo a governarlo.
 
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Krissss2
view post Posted on 19/8/2007, 17:19




NOn lo dico secondo me cos'è la socialdemocrazia altrimenti verrei bannato :xd:

Edited by Krissss2 - 20/8/2007, 18:02
 
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h1de
view post Posted on 19/8/2007, 22:40




CITAZIONE (Krissss2 @ 19/8/2007, 18:19)
NOn lo dico secondo me cos'è la socialdemocrazia altrimenti verrei bannato

Il foro è dai tempi dei romani il luogo del dibattito, nessuno ti bannerà se esprimi la tua idea.
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 20/8/2007, 10:02




CITAZIONE (Krissss2 @ 19/8/2007, 18:19)
NOn lo dico secondo me cos'è la socialdemocrazia altrimenti verrei bannato

Potresti articolare almeno un minimo le tue critiche?
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 23/8/2007, 13:12




Il problema secondo me non è tanto che cosa sia la socialdemocrazia,piuttosto come la si interpreti a livello attuale e quanto si intenda applicarla.
Come avete detto anche voi,la "svolta liberale" ha eliminato ogni tentativo di superamento dello stato capitalista,cambiando la socialdemocrazia alla radice (almeno secondo il mio parere).
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 23/8/2007, 13:44




CITAZIONE (Chaos Phoenix @ 23/8/2007, 14:12)
Il problema secondo me non è tanto che cosa sia la socialdemocrazia,piuttosto come la si interpreti a livello attuale e quanto si intenda applicarla.
Come avete detto anche voi,la "svolta liberale" ha eliminato ogni tentativo di superamento dello stato capitalista,cambiando la socialdemocrazia alla radice (almeno secondo il mio parere).

Al momento attuale un superamento del capitalismo è impensabile, concretamente parlando. Un superamento "alla cieca" del sistema sarebbe una mossa azzardata, tant'è che anche l'esito delle rivoluzioni del '900 ha consigliato di adottare la massima cautela nel procedere verso il cambiamento. L'obiettivo attuale della socialdemocrazia liberale, quindi, dovrebbe consistere nel favorire la crescita della produzione industriale per favorire successivamente una redistribuzione più equa possibile; ridurre il peso delle strutture burocratiche dello Stato(non è l'abbattimento dello Stato in toto, ma sarebbe un passo avanti) e, nel contempo, dare più importanza e responsabilità al cittadino, senza che sia soggetto a visioni morali appartenenti solo a una parte della popolazione(quindi massima applicazione dei diritti civili).
Non è l'utopia che abbatte tutte le ingiustizie, ma è un'utopia concreta, e, per quanto difficile, plausibilmente attuabile.
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 23/8/2007, 13:53




Sono punti di vista..secondo me in questo modo perde di vista l'obiettivo principale,che è il superamento del sistema capitalista,ingiusto e contrario all'uguaglianza per principio e la sua stessa struttura.
 
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DR_PanG
view post Posted on 23/8/2007, 18:43




però non bisogna nemmeno pensare che superare il capitalismo voglia dire attuare un sistema diametralmente opposto, anche agendo su alcuni punti cardine del capitalismo e volgendoli in una determinata direzione si può ottenere un sistema equo e solidale, non trovi?
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 23/8/2007, 22:06




NO.




Scusa la franchezza ma la penso così!
 
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DR_PanG
view post Posted on 23/8/2007, 22:07




argomenta
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 23/8/2007, 22:29




Il capitalismo si basa sulla concorrenza fra i propri simili e la disuguaglianza,giungendo fino allo sfruttamento dei giorni nostri(ci sono altre argomentazioni da fare per spiegare questo lo so...)
Qualora non sussistano queste caratteristiche,non si può parlare di capitalismo.
Se poi parliamo di reindirizzare il capitalismo a un punto tale che esso non sia più capitalismo,si può creare quel tipo di sistema equo e solidale,ma non parliamo più di un sistema liberista.

Penso che tu ti riferissi alle possibilità di un sistema socialdemocratico:
da questo punto di vista io ritengo che possa essere assolutamente utile alla causa di un mondo più giusto,a patto che esso si ponga come obiettivo il superamento del sistema capitalista.
 
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DR_PanG
view post Posted on 24/8/2007, 11:43




mi riferivo per l'appunto al sistema socialdemocratico, non credo che per superare il capitalismo bisogna arrivare al sistema staliniano e statalista, ci sono altri sistemi non diametralmente opposti al capitalismo ma che sono di certo più sostenibili e più equi!
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 24/8/2007, 11:52




CITAZIONE (DR_PanG @ 24/8/2007, 12:43)
mi riferivo per l'appunto al sistema socialdemocratico, non credo che per superare il capitalismo bisogna arrivare al sistema staliniano e statalista, ci sono altri sistemi non diametralmente opposti al capitalismo ma che sono di certo più sostenibili e più equi!

Secondo me qua è questione di punti di vista...ritengo che lo stalinismo sia molto più vicino al capitalismo sotto molti punti di vista di un sistema socialista(e con socialista intendo in cui non esista proprietà privata dei mezzi di produzione,in cui ci siano uguaglianza e solidarietà).

Detto ciò io odio lo stalinismo e preferisco di gran lunga la società capitalista ad esso,ma ritengo che essa vada superata attraverso un sistema davvero socialista.
Lo stalinismo viene da molti definito capitalismo di stato.
 
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DR_PanG
view post Posted on 24/8/2007, 12:31




condivido al 100% le tue parole, ma io etichetto lo stalinismo come anti-capitalismo perchè ribalta l'iniziativa economica da privata a statale, a quanto leggo anche tu come me hai stima per i socialisti (definiti erroneamente utopisti) e ai quali il socialismo italiano si è sempre rifatto per la formulazione della propria filosofia di fondo. Certo un'utopia non è una cosa da attuare in 50 anni, o 100, ci vuole tempo e difficilmente si può attuare un'utopia con la negazione della sua nemesi, con una rivoluzione, come disse Proudhon si può attuare solo con un cammino collettivo verso l'utopia, forse non la si raggiungerà mai, ma ad ogni passo il sistema sarà leggermente migliore. Questo almeno ci metterebbe al riparo dal progressivo (e opposto) declino della società attuale.
 
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17 replies since 12/6/2007, 18:43   1381 views
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