Cos'è il liberal-socialismo?, La moderna socialdemocrazia

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DR_PanG
icon11  view post Posted on 12/6/2007, 19:17




La moderna socialdemocrazia

Socialdemocrazia liberale o liberal-socialismo

Alla fine egli anni Ottanta, quasi tutti i partiti socialdemocratici europei avevano intrapreso la cosiddetta "terza via" (una politica riformista e moderata), per meglio corrispondere alle esigenze delle moderne società democratiche, traguardando così sia la stabilità economica che il pieno consenso elettorale. I moderni socialdemocratici sono generalmente favorevoli a un' "economia mista", principalmente capitalistica ma con provvedimenti governativi in favore di certi servizi d'interesse pubblico. Molti partiti socialdemocratici hanno gradualmente aggiornato i tradizionali obiettivi del socialismo delle origini, spostando la propria attenzione verso la tutela dei diritti umani e le richieste di sviluppo, tagliando (ove possibile) la tassazione e procedendo ad una moderata deregolamentazione in campo industriale per favorire gli investimenti, perseguendo politiche liberal-socialiste: questa è quella che oggi viene chiamata "moderna socialdemocrazia", in altre parole una sintesi tra la "socialdemocrazia classica" ed alcuni punti della frangia più progressista del liberalismo (liberalismo sociale).

Una politica moderatamente ambientalista inoltre, ha causato talune competizioni con i partiti verdi, che considerano l'ecologia una caratteristica fondamentale anche per la pace, e chiedono riforme inerenti il campo dell'economia che tutelino l'integrità ambientale. Tale concorrenza però non vieta alleanze: in Germania, ad esempio, Verdi e Socialdemocratici si sono coalizzati nelle cosiddette 'Alleanze Rosso-Verdi'.

Molte scelte politiche approvate da socialdemocratici nel passato permangono ancora oggi nei vari paesi dove sono state applicate, essendo state ormai adottate da tutti i principali partiti politici; tra questi provvedimenti si collocano, ad esempio, il principio di progressività nella tassazione sul reddito, la sanità e l'istruzione pubbliche. Tuttavia altre misure - come l'istruzione universitaria gratuita - sono state, in seguito, parzialmente modificate, spesso proprio dagli stessi governi socialdemocratici. La maggior parte dei socialdemocratici oggi ha anche abbandonato il concetto di nazionalizzazione (precedentemente pilastro della vecchia socialdemocrazia) ed ha invece avviato processi di privatizzazione (totale o parziale) di aziende e servizi di proprietà dello stato. Questi cambiamenti sono avvenuti in governi come quelli di Bob Hawke e Paul Keating (Australia), in quello di Tony Blair (Regno Unito), in quello di Gerhard Schröder (Germania) e nella Rogernomics di Roger Douglas (Nuova Zelanda).

Una moderna socialdemocrazia - o "socialdemocrazia liberale" - rappresenta dunque l'ala ad un tempo più moderata e più innovativa del vasto movimento socialista, sostenitrice di riforme sociali all’interno delle istituzioni liberaldemocratiche. Le politiche perseguite da importanti leader socialdemocratici dei giorni nostri, come Tony Blair e Gerhard Schröder (taglio delle tasse, privatizzazioni e deregolamentazione in campo industriale, senza tuttavia trascurare il welfare state ed i programmi sociali), testimoniano come una "moderna socialdemocrazia" sia giunta a conciliare il vecchio socialismo democratico con i punti più avanzati di un moderno pensiero "liberal-democratico", ed in questo contesto si inserisce lo stesso progetto detto lib.-lab che si concretizza in ciò che viene comunemente denominato come "socialdemocrazia liberale" o "liberal-socialismo". L'affiatamento tra partiti aderenti al filone della socialdemocrazia liberale e partiti liberal-riformisti risulta evidente in Paesi come la Gran Bretagna, dove sempre più spesso il Partito liberal-democratico ha dato il suo appoggio parlamentare alle riforme del governo a guida laburista.

In conclusione, attualmente, quando si parla di "socialdemocrazia moderna", ci si riferisce prevalentemente a quella che lo stesso Blair ha più volte definito "socialdemocrazia liberale", anche se risulta variamente denominata anche nei sinonimi di "socialismo liberaldemocratico" o "socialismo liberale".

Generalmente i partiti aderenti alla "socialdemocrazia liberale" ritengono ormai maturi i tempi affinché il socialismo internazionale o almeno la sua frangia più moderata, avviino un processo di allargamento dei propri confini, fino ad inglobare anche i riformisti cattolico-sociali e liberaldemocratici, per giungere ad una grande e nuova famiglia "democratica" del "riformismo internazionale"
 
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almylai
view post Posted on 7/11/2007, 22:31




Quale socialismo liberale?
Vittorio Foa sulla democrazia diretta ed il riformismo rivoluzionario:

«Eravamo alla ricerca di un socialismo autonomo e libertario, intimamente rivoluzionario, e siamo stati sconfitti dal riemergere del socialismo tradizionale come fattore di rassicurazione. L’altro elemento su cui siamo stati gobettiani sino in fondo, e abbiamo perduto, è stato il disgusto per la democrazia classica. Disgusto è forse una parola sbagliata. Però… Ho riletto recentemente il Manifesto di Ventotene, quello dei federalisti europei, scritto da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi. E’ tutta una polemica contro la democrazia rappresentativa. L’azionismo è venuto fuori a dire basta con questa roba, bisogna fare qualcosa che venga direttamente dal popolo e che attivi la volontà popolare. Che ci volesse anche la democrazia rappresentativa l’abbiamo capito, ma in fondo la consideravamo un elemento non dico marginale, ma quanto meno da integrare con la democrazia diretta, con l’autonomia operaia, con l’iniziativa dal basso, che sola avrebbe dato alla democrazia un contenuto di liberazione vera, perché la democrazia rappresentativa di per sé non ha contenuti, fornisce, tutt’al più, delle garanzie formali. Questa convinzione dell’insufficienza della democrazia rappresentativa l’abbiamo ereditata da Gobetti»
 
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1 replies since 12/6/2007, 19:17   889 views
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