Bettino Craxi, Socialsiti e Liberali

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lele15
view post Posted on 12/6/2007, 21:02




Bettino Craxi

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Le origini: infanzia e adolescenza (1934 - 1951)

Bettino Craxi nasce a Milano il 24 febbraio 1934, nella clinica ostetrica di Via Macedonio Melloni.
Primo di tre figli di Vittorio Craxi, avvocato siciliano trasferitosi nel capoluogo lombardo e di Maria Ferrari, originaria di S. Angelo Lodigiano.
I Craxi sono una famiglia che ha in Sicilia radici antiche, risalenti quanto meno al periodo borbonico.
Negli anni che portano alla guerra, la famiglia Craxi si orienta verso la metropoli lombarda, ma le relazioni privilegiate restano nell'ambito della emigrazione professionale dei siciliani: giovani avvocati, magistrati, professori.
Nel 1940, il piccolo Bettino, del quale si parla come di un «discolo che ha addosso l'argento vivo», viene portato a Cantù in un collegio di preti, il "De Amicis".
Vittorio Craxi ha aperto, nel frattempo, uno studio professionale di avvocato che diventa, a partire dal 1941, punto di riferimento e di incontro degli antifascisti socialisti.
Bettino, dopo la breve esperienza collegiale, torna in famiglia ove respira il clima della opposizione alla guerra e al regime. La casa dei Craxi a Casasco diviene, dopo l'8 settembre 1943, il punto di assistenza a famiglie ebree e di passaggio per amici militari che si rifugiano in Svizzera per sfuggire ai bandi e alle persecuzioni.
Dopo la Liberazione, Vittorio Craxi è nominato Vice-prefetto a Milano, al fianco di Riccardo Lombardi. Alla fine del 1945 diventa Prefetto di Como e la famiglia si trasferisce nella città lariana.
Pochi mesi dopo, Bettino ritorna in collegio. Prima al "Gallia" di Como, poi nuovamente al "De Amicis" di Cantù. In questo periodo sembra nascere, nel piccolo Craxi, una passione mistica che lo porterà ad un passo dall'entrare in Seminario.
Nel 1948 Vittorio Craxi si presenta alle elezioni politiche, candidato per il Fronte Popolare nel collegio di Como - Varese. Inizia la prima campagna elettorale di Bettino che si unisce agli attivisti, attacca manifesti, distribuisce volantini. La passione politica ha la meglio su quella mistica. Il giovane Craxi, che si allontana dalla vita dell'oratorio, è ormai attratto nell'orbita che fin da bambino gli è naturale: quella dei socialisti e delle loro vicende.
Si iscrive al "Liceo Carducci" di Milano, zona Loreto, e a 17 anni entra nel Partito Socialista, prendendo la prima tessera nella sezione di Lambrate.

L'impegno politico giovanile: dalle lotte universitarie ai primi incarichi pubblici (1951 - 1960)
Ottenuto il diploma liceale, Bettino decide di iscriversi alla facoltà di Giurisprudenza, nell'Università Statale di Milano. Successivamente si trasferirà in quella di Urbino, facoltà di Scienze Politiche. L'impegno politico, però, lo assorbirà a tal punto da non rendergli possibile il completamento degli studi.
All'interno dell'Università fonda il Nucleo Universitario Socialista ed entra nel gruppo Università Nuova, aderente al CUDI (Centro Universitario democratico italiano), il raggruppamento studentesco che nei primi anni dell'UNURI (Unione Nazionale Universitaria Rappresentativa italiana) unisce le forze della sinistra frontista.
Il giovane Craxi si dà da fare anche per il partito. Fa i primi discorsi in pubblico, organizza conferenze, dibattiti, proiezioni cinematografiche, ed entra a far parte del Comitato provinciale del Psi milanese.
Nel 1956 diventa Vice-presidente dell' UNURI e dirigente della Federazione Giovanile Socialista. Nello stesso anno si reca a Pechino e poi a Praga, in qualità di delegato del CUDI. Nella città ceca conosce Jiri Pelikan, presidente dell' UIE (Unione Internazionale degli Studenti). Da Praga Craxi torna pieno di dubbi e di interrogativi sulla "nuova società" comunista.
A seguito dei fatti di ottobre in Polonia Bettino, insieme ad altri giovani militanti, presenta al Direttivo provinciale del Psi una mozione in cui viene espressa solidarietà nei confronti dei giornalisti di "Po Prostu", quotidiano colpito dalla censura e poi soppresso. Dopo l'invasione dell'Ungheria da parte dei carri armati sovietici, matura il definitivo distacco dall'esperienza frontista. Craxi e il gruppo milanese chiedono l'uscita del Movimento Giovanile Socialista dall'Organizzazione Internazionale della Gioventù Democratica, finendo però in minoranza. Da Milano ha inizio la lotta di un gruppetto di giovani che si definiscono «autonomisti». Al nucleo originario se ne unisce un altro, composto tra gli altri da Carlo Tognoli, Giorgio Gangi, Guido Vertemati, i fratelli Boccalini. Il gruppo insiste nel chiedere un cambio della guardia alla Federazione di Milano. Al Congresso di fine anno, gli "autonomisti" conquistano la maggioranza. Guido Mazzali è il segretario, suo vice Giovanni Mosca.
Sempre nel 1956, alle elezioni amministrative di novembre, Bettino si presenta nella lista del Psi e viene eletto consigliere comunale a S. Angelo Lodigiano, paese natale della madre. E' la sua prima carica pubblica .
Nel 1957, al Congresso tenutosi a Venezia dal 6 al 10 febbraio, entra nel Comitato Centrale del Psi, eletto nel gruppo degli autonomisti di Nenni, corrente minoritaria nel partito.
Bettino accentua anche il suo impegno nel movimento universitario. Entra, insieme ai giovani universitari socialisti, nell' UGI (Unione Goliardica Italiana), l'Associazione laica di ispirazione liberal - democratica. E' il filone associativo animato all'origine da Pannella, Stanzani, Roccella, Ungari, Chiarugi, Jannuzzi e altri.
Craxi viene eletto consigliere nazionale dell' UNURI e, al congresso dell' UGI a Perugia, entra tra i sette "principi della goliardia" nel Consiglio Nazionale. Fa parte del nuovo gruppo dirigente dell' UGI insieme a Ungari, Lettieri, Mombelli, e altri. Bettino entra poi nella Giunta Nazionale dell' UNURI, in qualità di vicepresidente.
Craxi svolge, in questo periodo, un'intensa attività interna e internazionale. Partecipa in Cina, in Perù, nel Nord Africa, a Londra, a Parigi, a meeting e congressi internazionali studenteschi, sviluppando una politica di relazioni internazionali che proseguirà anni dopo anche nel partito.
Una coalizione composta da radicali, comunisti e sinistra socialista lo mette in minoranza, dapprima nell' UNURI, poi nell' UGI. Siamo nel 1958 e Craxi ritorna a dedicarsi prevalentemente alla vita del partito.
Il 1958 è anche l'anno in cui Bettino sposa Anna Moncini, figlia di un ferroviere socialista, conosciuta negli anni dell'Università milanese.
Mazzali, nel frattempo, lo invia a Sesto San Giovanni in qualità di responsabile del partito. Sarà un'esperienza preziosa per il giovane Bettino, "costretto" a farsi le ossa in una "zona rossa", cuore di una classe operaia impegnata, in quel periodo, in dure lotte politiche e sindacali.

Craxi a Milano: da consigliere comunale a vice-segretario del Psi (1960 - 1976)
Nel novembre del 1960 Craxi viene eletto consigliere comunale, a Milano, con 1.043 preferenze . Ha 26 anni, e poco dopo viene nominato assessore all'Economato. Al Comune di Milano comincia un'esperienza da amministratore che durerà alcuni anni . Continua, anche nelle vesti di assessore, la sua attività internazionale. Partecipa ai gemellaggi con S. Paolo del Brasile e con Chicago. E' nominato cittadino onorario di Chicago e di New Orleans.
Prima dell'elezione a consigliere, Bettino ha il suo primo figlio. E' una bambina, Stefania. Quattro anni dopo nasce il secondogenito Vittorio.
Alle elezioni politiche del 1963, Giovanni Mosca viene eletto alla Camera dei Deputati e Bettino lo sostituisce alla segreteria provinciale del Psi milanese.
Il 22 novembre 1964 si svolgono le nuove elezioni comunali a Milano, Bettino Craxi viene rieletto consigliere raddoppiando i propri voti (2.880). Sarà assessore alla Beneficenza e Assistenza.
Nel 1965 entra nella Direzione Nazionale del Psi .
L'anno seguente, con l'unificazione Psi-Psdi, diventa segretario provinciale del Psu milanese, coadiuvato dal socialdemocratico Renzo Peruzzotti.
Nel 1967 viene nominato presidente dell'Istituto di Scienze per la Pubblica Amministrazione, carica che manterrà fino al 1972.
Il 19 maggio 1968 si tengono le elezioni politiche e Bettino Craxi viene eletto deputato , nel collegio Milano - Pavia, con 23.788 preferenze. Siederà tra i banchi di Montecitorio fino al 1993.
Agli inizi del 1970, Giacomo Mancini diventa segretario nazionale del Psi e viene affiancato da tre vice: Codignola, Mosca e Craxi.
Il 7 maggio 1972, con le elezioni politiche anticipate, Bettino viene rieletto alla Camera con 23.704 voti.
Nel novembre dello stesso anno, a Genova, si tiene il Congresso del partito. La convergenza tra la corrente demartiniana e quella autonomista di Nenni e Craxi, porta ad un cambiamento degli equilibri interni. Francesco De Martino è il nuovo segretario nazionale, Pietro Nenni il presidente. Bettino Craxi e Giovanni Mosca vengono confermati nel loro ruolo di vicesegretari.
Da questo momento, Bettino riceve l'incarico di curare i rapporti internazionali del partito. Da rappresentante del Psi nell'Internazionale Socialista, stringe legami con alcuni dei principali protagonisti della politica estera, da Willy Brandt a Felipe Gonzales, da François Mitterand a Mario Soares, da Rocard a Papandreu. Craxi allaccia rapporti con i partiti fratelli aderenti all'Internazionale Socialista e nel corso della sua carriera politica aiuterà tutti i partiti socialisti sottoposti a regimi dittatoriali (sarà il caso, ad esempio, della Spagna, della Grecia e del Portogallo).

Edited by DR_PanG - 12/6/2007, 22:01

La svolta del Midas e il "nuovo corso" socialista (1976 -1978)
Il 20 giugno 1976 si svolgono le elezioni politiche. Il Psi ottiene il 9,6% dei consensi, il suo minimo storico, collocandosi dietro al Pci (34,4%) e alla Dc (38,9%). La batosta elettorale acuisce i malumori e le divisioni all'interno del partito. Nel corso del Comitato Centrale, svoltosi all'Hotel Midas di Roma dal 12 al 16 luglio, De Martino viene sfiduciato e costretto alle dimissioni. Il 42enne Bettino Craxi diventa segretario nazionale del Psi. Ha inizio il "nuovo corso" socialista . L'elezione del neosegretario è resa possibile dalla convergenza tra la piccola corrente autonomista (di cui Craxi è il leader), quella degli ex-demartiniani, quella guidata da Giacomo Mancini e la sinistra lombardiana. Al nuovo segretario viene affiancata una vice-segreteria rappresentativa delle diverse correnti interne. Quella di Craxi viene comunque ritenuta una soluzione di transizione: leader debole, in quanto a capo di una corrente di poco peso nel partito, Bettino, si pensa, potrà essere facilmente sostituito alla prima buona occasione. La storia dimostrerà che si erano fatti male i conti.
Nella nuova veste, Craxi inizia lo svecchiamento del partito rinnovandone, al contempo, l'ideologia. Sotto la sua guida i militanti ritrovano l'orgoglio e l'entusiasmo smarriti dopo le tante sconfitte e delusioni degli ultimi anni.

Dal Congresso di Torino a quello di Palermo (1978 - 1981)
Nell'aprile del 1978 Craxi consolida il suo potere all'interno del Psi. Al 41° Congresso, svoltosi a Torino, l'alleanza tra gli autonomisti e la sinistra lombardiana conta sul 63% dei consensi congressuali. Bettino viene riconfermato segretario, Claudio Signorile è vicesegretario unico. A Torino Craxi lancia la "strategia dell'alternativa", in risposta al disegno berlingueriano di "compromesso storico".
Il Congresso dei socialisti ha luogo mentre l'Italia è scossa dal rapimento del presidente democristiano Aldo Moro . Al "fronte della fermezza" (Dc e Pci), Craxi oppone quello della trattativa con i terroristi e parla di «azione umanitaria, nel rispetto delle leggi repubblicane».
Nel '78 matura un altro avvenimento che risulta fondamentale per la carriera politica del leader socialista: lo scandalo Lockeed, che costringe l'allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone a dimettersi dal suo alto ufficio. Dopo un'estenuante battaglia parlamentare, Craxi riesce a far convergere un gran numero di voti sul nome di Sandro Pertini. Per la prima volta, un socialista sale al Quirinale.
Lo scontro con i comunisti, nel frattempo, arriva a un punto di non ritorno. La dirigenza socialista è ferma e convinta nel suo proposito di riscattare il partito da un'insopportabile sudditanza culturale e ideologica nei confronti del Pci. Così, mentre Berlinguer opera lo strappo da Mosca e dalla tradizione comunista ortodossa lanciando la "terza via", Bettino avvia una feroce polemica ideologica con Botteghe Oscure. Il 27 agosto 1978, infatti, compare sulle pagine del settimanale "L'Espresso" un suo articolo, dal titolo «Il Vangelo Socialista» . E' un attacco durissimo al cuore del Pci e all'egemonia che esso esercita sulla cultura italiana. Craxi abiura Marx e Lenin ed esalta la figura ed il pensiero del filosofo francese Proudhon, sottolineando tutte le ragioni che conducono ad una sostanziale differenza tra comunisti e socialisti.
Anche il vecchio simbolo del partito viene cambiato: non più falce e martello su libro e sole nascente, ma un garofano rosso , fiore che faceva parte della tradizione socialista italiana già prima del 1917.
Il 31 gennaio 1979 entra in crisi il Governo di solidarietà nazionale guidato da Giulio Andreotti. Il 3 giugno si va a nuove elezioni politiche. Dc e Pci registrano dei cali, il Psi aumenta i suoi consensi, passando dal 9,6% del 1976 al 9,8%.
Una settimana dopo si svolgono le prime elezioni per il Parlamento Europeo, e Craxi viene eletto eurodeputato, riuscendo a raccogliere 37.359 voti. Il leader socialista verrà riconfermato nel suo mandato europeo per altre due volte (1984 e 1989). Nel collegio di Milano riesce ad affermarsi anche Jiri Pelikan, l'amico cecoslovacco esule dopo la primavera di Praga che, eletto con l'aiuto di Bettino, da Strasburgo farà sentire la propria voce sostenendo incessantemente il dissenso dei Paesi dell'Est.
Il Presidente della Repubblica Pertini, nel frattempo, dopo il tentativo fallito di Andreotti, convoca il 9 luglio Craxi al Quirinale e gli affida un mandato esplorativo per la formazione del nuovo Governo. Il segretario socialista, tuttavia, non riesce nel suo tentativo, ostacolato, oltre che dai comunisti, anche dalla Democrazia Cristiana.
All'interno del suo stesso partito, Craxi viene incalzato dagli oppositori, delusi dal modesto incremento elettorale. In una convulsa riunione del Comitato Centrale, Bettino salva la segreteria per un pugno di voti.
Il 12 agosto 1979 nasce il primo Governo Cossiga, i socialisti si astengono.
Il 27 settembre, sull' "Avanti!", organo ufficiale del partito, Bettino agita il tema della revisione costituzionale, parlando per la prima volta di Grande Riforma dello Stato , che deve essere in grado di «cogliere e interpretare in anticipo le esigenze che maturano nella società (.) Anche gli edifici più solidi e meglio costruiti, e il nostro edificio costituzionale ha dimostrato di esserlo - dichiara Craxi - si misurano con il logorio del tempo (.)».
Bettino, però, non ha tempo di dormire sonni tranquilli. La situazione interna al Psi, come detto, non è delle più serene. Cresce l'offensiva contro la sua gestione, definita autoritaria e decisionista.
A surriscaldare il clima politico contribuisce anche l'annuncio di Craxi del voto favorevole dei socialisti all'installazione dei missili Pershing e Cruise in Italia .
Manovrando accortamente in difensiva, Bettino riesce a contenere gli attacchi. Si rompe definitivamente l'alleanza tra Craxi e Signorile che controllava la maggioranza del partito. Ma in soccorso del segretario giunge Gianni De Michelis che, staccandosi dal gruppo lombardiano, contribuisce ad ingrossare le file craxiane.
Nel frattempo, nel gennaio del 1980, dal Congresso Nazionale della Democrazia Cristiana esce vittoriosa la linea del "preambolo", che, di fatto, chiude le porte a qualsiasi accordo o collaborazione con il Pci.
Il 4 aprile 1980 nasce il secondo Governo Cossiga, del quale il Psi fa parte con nove ministri. Dopo sei anni, dunque, i socialisti tornano ad assumere incarichi governativi.
Dal 22 al 26 aprile del 1981 si svolge a Palermo il 42° Congresso del Psi . Nel suo discorso, Bettino rilancia l'idea di una grande riforma delle istituzioni, dell'economia e delle relazioni sociali. A Palermo viene approvata la proposta di modifica allo statuto del partito e il segretario, per la prima volta nella storia socialista, è eletto direttamente dai delegati, con un vero e proprio plebiscito. Nessun segretario prima di Craxi ha mai goduto di una maggioranza così vasta (più del 75% delle federazioni). Nella storia del socialismo italiano si tratta di un evento straordinario. Bettino viene riconfermato alla guida del Psi con 239.536 voti su 332.778. Claudio Martelli e Valdo Spini sono i nuovi vicesegretari, Gennaro Acquaviva è il capo della segreteria politica, Ugo Intini il direttore politico dell' "Avanti!".
L'anno dopo, a Rimini (31 marzo - 4 aprile 1982) si svolge la Conferenza Programmatica del Psi . Craxi lancia una parola d'ordine: cambiamento. Occorre rimettere in moto la produzione, combattere l'inflazione, premiare i meriti, soccorrere i bisognosi.
Il 1982 è anche l'anno in cui ricorre il centenario della morte di Giuseppe Garibaldi, della cui storia e delle cui imprese Bettino è sempre stato un fervente ammiratore. «Un uomo - dichiara il segretario socialista nel corso di una commemorazione a Marsala - che fu ad un tempo grande e semplice, eroico e umano, umile e potente, passionale e concreto(.)».

Bettino Craxi a Palazzo Chigi (1983)
Il 26 e 27 giugno 1983 gli italiani si recano alle urne per le elezioni politiche. La Democrazia Cristiana perde il 5,4%, attestandosi al 32,9% dei consensi. Rimane stabile il Pci. Cresce il Partito Socialista (dal 9,8% del 1979 all'11,4%).
Pur non essendo soddisfatto del risultato elettorale (il Psi non è avanzato come si immaginava), Bettino Craxi è ormai riuscito ad accreditarsi come l'ago della bilancia della politica italiana. La sua ascesa a Palazzo Chigi, a questo punto, appare scontata. Il 21 luglio 1983, infatti, il Presidente Pertini gli affida l'incarico per la formazione del nuovo esecutivo. Il 4 agosto Craxi forma il suo primo Governo, un pentapartito Dc-Psi-Psdi-Pli-Pri . Vicepresidente è il democristiano Arnaldo Forlani. La Camera vota la fiducia il 12 agosto, il giorno successivo tocca al Senato. Il Pci si oppone al nuovo governo. Bettino Craxi, primo Presidente del Consiglio socialista nella storia d'Italia, resterà a Palazzo Chigi fino al 17 aprile 1987

Gli anni del Governo (1983 - 1987)
Bettino eredita una situazione disastrosa: l'inflazione supera il 15%, il debito pubblico è vicino al Prodotto Interno Lordo, crescono insieme la spesa sociale e la disoccupazione, l'industria è in piena fase di recessione.
Craxi ha una parola d'ordine: modernizzare. La sua filosofia si basa sulla convinzione che se non si produce ricchezza, ci sarà sempre meno da distribuire. Bisogna, quindi, ridurre le cause inflazionistiche, restituire competitività alle imprese, riequilibrare lo stato sociale, promuovere la ricerca e la cultura. Presenta il suo programma promettendo di portarlo avanti con «l'ottimismo e la ragione», considera l'Italia un grande paese malato che ha bisogno di medicine appropriate; spesso - dice - la medicina più giusta è soltanto l'enunciazione di una verità: basta dirla, anche se questo costa duri scontri politici e sociali.
Il 16 novembre 1983 la Camera approva la mozione, presentata dal Governo, sull' installazione dei missili americani a Comiso . E' la risposta occidentale agli SS 20 sovietici. Il Pci protesta contro il governo Craxi "servo degli americani".
Nel 1984 Craxi deve affrontare il grave problema del costo del lavoro. Il 14 febbraio , dopo una serie di infruttuosi incontri con i sindacati, il Governo vara un decreto che prevede il taglio di quattro punti di scala mobile . Pci e sindacati reagiscono duramente e accusano l'Esecutivo di aver agito senza consultare le parti sociali. Il dibattito per la conversione in legge è tumultuoso. Il decreto, contro il quale il Pci pratica l'ostruzionismo, decade per scadenza dei termini. Il 17 aprile il Governo presenta un decreto bis che viene approvato il 23 maggio al Senato. I comunisti vanno alla guerra e raccolgono le firme per un referendum abrogativo. Nella consultazione referendaria che si tiene il 9 e il 10 giugno 1985, contrariamente alle previsioni, i "No" all'abrogazione della legge saranno la maggioranza con il 54,3% dei votanti. E' una grande vittoria per Bettino Craxi, proprio perché da nessuno prevista.
Il 18 febbraio 1984 il Presidente Craxi e il Segretario di Stato della Santa Sede, Cardinale Agostino Casaroli, firmano a Palazzo Madama il nuovo Concordato tra l'Italia e il Vaticano . Premessa dei Nuovi Patti è la piena laicità dello Stato che garantisce spazi di «libera Chiesa in libero Stato», permettendo di conseguire l'impegno «alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo ed il bene del Paese». Viene regolata la questione dei beni e degli enti ecclesiastici; un nuovo sistema di aiuto economico (l'otto per mille nella dichiarazione dei redditi) sostituisce la vecchia congrua. Viene confermato l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole, ma l'assistervi è libero e facoltativo.
Dall'11 al 14 maggio si tiene a Verona il 43° Congresso Nazionale del Psi , all'insegna del motto: "Una società giusta, una democrazia governante". Bettino viene riconfermato segretario per acclamazione dei delegati .
Nel giugno del 1985, Milano ospita il vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea. Per il milanese Bettino Craxi, Presidente di turno dell'Unione, è un nuovo, importante traguardo.
Alcuni mesi dopo, un singolare e clamoroso episodio di politica internazionale porta il nome di Craxi sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Il 7 ottobre 1985 un commando palestinese sequestra, nelle acque antistanti l'Egitto, la nave da crociera Achille Lauro con 545 persone a bordo . Un cittadino statunitense di origine ebrea, Leon Klinghoffer, viene assassinato dai terroristi e il suo corpo gettato in mare. Il 9 ottobre, con la mediazione dell'OLP, la nave rientra a Porto Said, in Egitto, e gli ostaggi vengono liberati. Il giorno seguente, l'aereo con a bordo i quattro dirottatori dell'Achille Lauro e un esponente dell'OLP, Abu Abbas, viene intercettato dai caccia Usa e costretto ad atterrare nella base NATO di Sigonella , in provincia di Siracusa. Gli americani chiedono la consegna dei terroristi, ma il Governo Craxi si oppone: la competenza è dell'Italia, in quanto il reato è stato commesso su una nave italiana, Sigonella si trova in territorio italiano e quindi spetta all'Italia perseguire i reati. I nostri carabinieri, opponendosi con le armi alle truppe speciali statunitensi, prendono in custodia i terroristi. Il 12 ottobre Abu Abbas lascia l'Italia per Belgrado, il Governo americano invia una dura nota di protesta.
Bettino ha affrontato con decisione la più grave crisi diplomatica della sua carriera e il Governo da lui guidato ha dimostrato capacità di autonomia dal grande alleato d'oltre oceano.
Il 16 ottobre, però, il Pri, in disaccordo sulla linea seguita nella vicenda, esce dalla maggioranza e Craxi si dimette. Il 24 ottobre Bettino vola a New York per il vertice dei sette Paesi più industrializzati del mondo. E' l'occasione per chiarire, con Reagan, le divergenze maturate a seguito del dirottamento dell'Achille Lauro.
Rientrato in Italia, il Presidente della Repubblica Cossiga rinvia il suo Governo alle Camere.
Nell'aprile del 1986 Bettino festeggia i suoi primi 1.000 giorni da Presidente del Consiglio . E' un record, i dissidi all'interno del pentapartito non mancano, ma l'Esecutivo è rimasto in carica nonostante 11 voti di sfiducia e 6 verifiche.
La Democrazia Cristiana, però, scalpita e punta al rientro di un suo uomo a Palazzo Chigi.
Il 26 giugno, il Governo viene battuto nella votazione di un decreto di finanza locale, sul quale aveva posto la fiducia. Craxi presenta le dimissioni. Cossiga affida un incarico esplorativo prima a Fanfani, poi ad Andreotti. Il 21 luglio chiama ancora Craxi. Il nuovo Governo, una riedizione del pentapartito, vede la luce il 1° agosto 1986. Bettino lascerà Palazzo Chigi il 17 aprile dell'anno successivo, impossibilitato a proseguire nel suo lavoro a causa degli scontri e delle polemiche politiche che, soprattutto la Dc, scatenerà contro la sua persona e contro la sua sempre più crescente autorevolezza e popolarità.
L'Italia, alla conclusione dell'esperienza governativa di Craxi, è il quarto Paese al mondo per reddito pro-capite, ed il quinto tra gli Stati più industrializzati. La politica estera del nostro Paese è stata da più parti encomiata .
Il 14 giugno 1987, il risultato elettorale premia l'operato craxiano. Il Psi sale, infatti, al 14,3% dei consensi.
La Presidenza socialista si è caratterizzata per le attenzioni rivolte a temi importanti quali la pace e la cooperazione tra i popoli. Lavorare per la pace ha significato anche, per Bettino, operare per il riequilibrio sociale tra le regioni e tra gli Stati. Su questo tema si è battuto in ogni conferenza internazionale, in seno all'ONU, all'Internazionale Socialista, lanciando un esempio con la riduzione o la cancellazione del debito che avevano verso l'Italia alcuni Paesi in via di sviluppo, con aiuti generosi agli Stati dell'altra sponda del Mediterraneo, un mare importante per gli interessi italiani e che per questo voleva pacificato, sottratto al rischio di essere un focolaio permanente di tensioni e di conflitti. Il problema Nord - Sud, il contrasto cioè tra l'opulenza dei paesi ricchi del Nord e la fame che uccide milioni di uomini, donne e bambini nelle regioni del Sud, lo addolorava come socialista umanitario e come uomo di governo. Parlando a Roma, in una conferenza alla FAO, Bettino propose una strategia che rispondesse al diritto degli uomini alla sicurezza alimentare.

Il ritorno a Via del Corso (1987 - 1992)
Fallito intanto il tentativo del segretario democristiano Ciriaco De Mita, che incontra il veto dei socialisti, Cossiga conferisce l'incarico per la costituzione del nuovo governo a Giovanni Goria.
Bettino torna a tempo pieno a Via del Corso e prosegue nella sua strategia politica: contendere alla Dc la centralità nel panorama politico italiano e rilanciare l'offensiva contro Botteghe Oscure nell'intento di formare una sola grande forza socialdemocratica.
In questo periodo scrive molto per l' "Avanti!", organo ufficiale del partito, firmando i suoi taglienti corsivi con lo pseudonimo (affibbiatogli dal direttore de "La Repubblica", Scalfari) "Ghino di Tacco", il signore di Radicofani che imponeva taglie per il passaggio dal suo territorio.
Dal 13 al 19 maggio 1989 si tiene a Milano il 45° Congresso del Psi. Craxi è rieletto segretario nazionale con il 92,3% dei suffragi, maggioranza che egli stesso definisce «bulgara».
L'8 dicembre 1989 il Segretario Generale dell'ONU, Perez De Cuellar, lo nomina suo Rappresentante personale per i problemi dell'indebitamento dei Paesi in via di sviluppo . Il leader socialista presenterà alcuni mesi dopo il suo rapporto, che costituirà la base della relazione che il Segretario Generale leggerà all'Assemblea delle Nazioni Unite nel settembre 1990.
In Italia, Bettino impegna il suo partito su alcuni precisi obiettivi: rilancia il tema della Grande Riforma, già ventilata un decennio prima, puntando all'elezione diretta del Presidente della Repubblica; auspica la riforma dei regolamenti parlamentari in modo da rendere più agevole l'azione dei governi; lancia una lotta senza quartiere non solo allo spaccio, ma anche al consumo di droga.
Nel 1989 crolla il Muro di Berlino. E' la fine del comunismo internazionale. Bettino vola in Germania per vedere, direttamente con i suoi occhi, sgretolarsi quel muro che aveva diviso in due l'Europa .
Il 2 marzo del 1990, a Pontida, Craxi lancia il nuovo decalogo per l'autonomia delle Regioni.
Nel corso dello stesso mese si tiene a Bologna il XIX Congresso del Pci in cui, per la prima volta, vengono discusse tre diverse mozioni. Prevale quella del segretario Achille Occhetto, che propone l'avvio di una fase costituente finalizzata alla formazione di un nuovo partito progressista e riformatore. E' in questo contesto che Craxi lancia la parola d'ordine dell' «Unità socialista».
Il 31 gennaio 1991 si svolge a Rimini il XX e ultimo Congresso del Partito Comunista Italiano. La nuova forza politica che nascerà dalle sue ceneri prenderà il nome di Pds (Partito Democratico della Sinistra).
Il 28 febbraio Bettino viene nominato, dal Segretario Generale dell'ONU, Consigliere Speciale per i problemi dello sviluppo, della pace e della sicurezza. Il nuovo incarico è testimonianza del prestigio e del rispetto che il segretario socialista riveste a livello internazionale .
Il 9 e il 10 giugno 1991 si svolgono in Italia alcuni referendum. Il più importante riguarda l'abolizione del sistema delle preferenze multiple nell'elezione della Camera dei Deputati. Craxi si pronuncia contro i referendum, invitando scherzosamente gli italiani a prendersi una giornata di riposo al mare. Questi, però, non seguiranno il suo consiglio.
Dal 27 al 30 giugno si tiene a Bari il Congresso straordinario del Psi. Bettino opta per il proseguimento della collaborazione governativa con la Dc, dando così vita al CAF (l'alleanza tra lui, Andreotti e Forlani).
L'anno si conclude con la richiesta del Pds di entrare a far parte dell'Internazionale Socialista. Un giudizio negativo di Craxi avrebbe rappresentato un ostacolo difficilmente superabile per Occhetto. Bettino, al contrario, se ne fa garante nel consesso internazionale.

L'inchiesta "Mani Pulite" (1992 - 1994
Il 1992 si apre con l'arresto (17 febbraio) di Mario Chiesa, presidente del milanese Pio Albergo Trivulzio, una casa di riposo per anziani, il quale viene fermato mentre incassa una tangente. Craxi lo definisce «un mariuolo», precisando che non ha nulla a che fare con il Psi. Da quell'episodio parte l'inchiesta "Mani Pulite". Inizia Tangentopoli .
Il 25 marzo il segretario socialista è colpito da un grave lutto familiare. Muore a Genova, all'età di 86 anni, il padre Vittorio.
Il 5 aprile 1992 le elezioni politiche segnano una cocente sconfitta per i partiti storici. La Dc registra un calo di 5 punti, il Pds passa dal 26,6% delle preferenze accordate al vecchio Pci al 16,1%, anche il Psi subisce una piccola flessione. Riportano grandi successi due nuove formazioni politiche: la Lega Lombarda e la Rete. Alta è la percentuale degli astenuti.
Il 28 giugno Oscar Luigi Scalfaro, nuovo Presidente della Repubblica, conferirà al socialista Giuliano Amato l'incarico per la formazione del governo.
L'inchiesta Mani Pulite, intanto, va avanti. A Milano vengono inquisiti gli ex sindaci socialisti Paolo Pillitteri e Carlo Tognoli.
Nel Paese inizia a manifestarsi un forte clima giustizialista, sostenuto dai mass - media. La gente scende nelle piazze, inneggia ai giudici, compaiono scritte di sostegno ad Antonio Di Pietro, uno dei magistrati del Pool di Milano.
Il 3 luglio 1992 Bettino prende la parola alla Camera. Nel suo discorso, Craxi chiede a tutto il Parlamento, governo e opposizione, di assumersi la responsabilità di dare una soluzione politica alla crisi della Prima Repubblica .
Il 15 dicembre il leader socialista viene raggiunto da un avviso di garanzia, il primo di una serie. Attorno a Bettino comincia a farsi il vuoto.
Il 13 gennaio 1993 giunge alla Camera dei Deputati la richiesta della Procura di Milano per l'autorizzazione a procedere nei confronti di Craxi.
Il 25 gennaio Bettino chiede al Parlamento l'istituzione di una Commissione di Inchiesta su Tangentopoli «(.) che abbracci almeno l'arco di un quindicennio della nostra storia politica. Il Parlamento avrebbe il dovere di farlo, vi è una montagna di bilanci di partiti certamente falsi, di organi di controllo che non hanno controllato, e di revisori di conti che non hanno riferito..».
Agli inizi di febbraio anche il Ministro di Grazia e Giustizia, Claudio Martelli, da tutti definito il delfino di Craxi, e dal quale si era comunque allontanato tentando di scalzarlo dalla segreteria del partito, viene raggiunto da un avviso di garanzia.
L'11 febbraio si tiene a Roma l'Assemblea Nazionale del Psi. Bettino Craxi lascia, dopo 16 anni, la carica di segretario del partito . Il suo posto sarà occupato da Giorgio Benvenuto prima, e da Ottaviano Del Turco dopo. Il partito, a cui Bettino aveva dedicato la vita, sparirà ben presto dalla scena politica italiana .
Il 29 aprile 1993 la Camera è chiamata a votare l'autorizzazione a procedere nei confronti di Craxi, richiesta dalla procura di Milano. Nel suo intervento parlamentare il leader socialista rincara la dose: «I partiti, specialmente quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli (.) hanno fatto ricorso e ricorrono all'uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo - prosegue Craxi - che ci sia nessuno in quest'aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo, presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro (.)».
La Camera nega l'autorizzazione a procedere.
I giornali italiani gridano allo scandalo, i ministri pidiessini del nuovo Governo Ciampi si dimettono per protesta.
Nel pomeriggio di quella stessa e, per Bettino lunghissima giornata, una folla inferocita lo aspetta all'uscita dell'Hotel Raphael, l'albergo nel centro di Roma che da anni è il suo quartier generale. Il fitto lancio di monetine, i cori e gli insulti, lasciano una traccia amara nella storia politica del nostro Paese.
Il 4 agosto 1993, a Montecitorio, Bettino pronuncia quello che sarà il suo ultimo discorso da parlamentare: «(.) per quanto riguarda il mio ruolo di segretario politico - dichiara - io mi sono già assunto tutte le responsabilità politiche e morali che avevo il dovere di assumere, invitando senza successo altri responsabili politici a fare altrettanto con il medesimo linguaggio della verità (.). Per parte mia - prosegue Craxi - continuerò a difendermi nel modo in cui mi sarà consentito di farlo, cercando le vie di difesa più utili e più efficaci, e senza venire mai meno ai miei doveri verso la mia persona, la mia famiglia e tutte le persone che stimo e rispetto, siano esse amici o avversari».

L'esilio ad Hammamet e la morte (1994 - 2000)
Il clima, in Italia, diventa per Bettino irrespirabile. Nel maggio del 1994 Craxi si trasferisce ad Hammamet, in Tunisia. Qui, sul finire degli anni '60, aveva comprato del terreno e costruito una villa. Cinque anni e otto mesi durerà il suo esilio. Bettino non perderà occasione di inviare consigli e ammonimenti, di manifestare le sue ansie per le sorti dell'Italia e del socialismo che si va disperdendo. E proseguirà la sua battaglia fino all'ultimo a colpi di fax, chiedendo continuamente il massimo di impegno nella ricerca della verità sul finanziamento illecito della politica italiana.
La Procura della Repubblica di Roma, intanto, ne chiede l'arresto. Da questo momento Bettino Craxi viene considerato un latitante. Lui continuerà a definirsi un esule. Sul suo capo pioveranno altri avvisi di garanzia, nuove accuse, nuove condanne. Il Pool di Milano lo accuserà di arricchimento personale, perseguito attraverso tangenti raccolte per finanziare illecitamente il suo partito.
In Tunisia Bettino viene protetto dal Presidente Ben Alì, che si oppone alla richiesta di sua estradizione avanzata dalla Procura milanese.
Nella nuova dimora, l'ex leader socialista passa il tempo prodigandosi tra gli amati studi garibaldini, la composizione di litografie e la pittura di anfore con la vernice tricolore che cola dall'alto verso il basso («L'Italia che piange» spiegherà in seguito).
Nel febbraio 1996 Bettino viene operato d'urgenza ad un piede (subirà, in due anni, quattro interventi derivanti da complicazioni circolatorie). Dopo quattro mesi di convalescenza torna in ospedale per problemi cardiaci e di diabete.
Nell'ottobre del 1999 viene diffuso un suo scritto. Si tratta di una sorta di testamento spirituale: «(.) io, già amministratore del Comune di Milano, già deputato della Repubblica, già Presidente del Consiglio, già Presidente della Comunità Europea, già rappresentante personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per missioni di pace nel mondo, sono trattato dalla giustizia italiana, meglio dal clan della giustizia italiana e dai loro vari sostenitori che dilagano nell'informazione e che, ben s'intende altrove, come uno dei peggiori criminali del mondo (.)».
Le sue condizioni di salute, intanto, si aggravano ulteriormente. I medici tunisini gli diagnosticano un tumore al rene. E' necessario un intervento chirurgico. Alcuni medici dell'Ospedale San Raffaele di Milano raggiungono Tunisi, ove Bettino è ricoverato, per operarlo di concerto con i colleghi tunisini. Craxi supera l'intervento, il suo rene viene espiantato, ma i problemi al cuore e il diabete cronico rendono necessaria un'ulteriore operazione.
Non ci sarà il tempo.
Mercoledì 19 gennaio 2000, alle ore 16.40, Bettino Craxi muore, stroncato da un arresto cardiaco. Come da suo desiderio, viene sepolto ad Hammamet, restando così nel Paese che lo ha accolto e difeso. Il piccolo cimitero cristiano della cittadina tunisina diventa il luogo del suo ultimo riposo, tra le mura della Medina e il mare, rivolto verso l'Italia .
 
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DR_PanG
view post Posted on 12/6/2007, 21:02




tnx del contributo
 
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lele15
view post Posted on 12/6/2007, 21:05




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discorso di Craxi 3 luglio 1992


In quest’aula e di fronte alla Nazione io penso che si debba usare un linguaggio improntato alla massima franchezza. Bisogna innanzitutto dire la verità delle cose e non nascondersi dietro nobili e altisonanti parole di circostanza che molto spesso e in certi casi hanno tutto il sapore della menzogna.
Si è diffusa nel Paese, nella vita delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni una rete di corruttele grandi e piccole che segnalano uno stato di crescente degrado della vita pubblica.
Uno stato di cose che suscita la più viva indignazione, legittimando un vero e proprio allarme sociale e ponendo l’urgenza di una rete di con-trasto che riesca ad operare con rapidità ed efficacia. I casi sono della più diversa natura, spesso confinano con il racket malavitoso, e talvolta si presentano con caratteri particolarmente odiosi di immoralità e di asocialità.

Purtroppo anche nella vita dei partiti molto spesso è difficile individuare, prevenire, tagliare aree infette sia per la impossibilità oggettiva di un controllo adeguato, sia talvolta per l’esistenza ed il prevalere di logiche perverse.
E così all’ombra di un finanziamento irregolare ai partiti e, ripeto, al sistema politico, fioriscono e si intrecciano casi di corruzione e di concussione, che come tali vanno definiti, trattati, provati e giudicati.
E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare od illegale.

I partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare od illegale.
Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’aula, responsabile politico di organizzazioni importanti che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro. E del resto andando alla ricerca dei fatti, si è dimostrato e si dimostrerà che tante sorprese non sono in realtà mai state tali.
Per esempio, nella materia tanto scottante dei finanziamenti dall’estero sarebbe solo il caso di ripetere l’arcinoto “tutti sapevano e nessuno parlava”.

Un finanziamento irregolare ed illegale al sistema politico, per quanto reazioni e giudizi negativi possa comportare e per quante degenerazioni possa aver generato non è e non può essere considerato ed utilizzato da nessuno come un esplosivo per far saltare un sistema, per delegittimare una classe politica, per creare un clima nel quale di certo non possono nascere né le correzioni che si impongono né un’opera di risanamento efficace ma solo la disgregazione e l’avventura.
Del resto nel campo delle illegalità non ci sono solo quelle che possono riguardare i finanziamenti politici. Il campo è vasto e vi si sono avventurati in molti, come i fatti spero si incaricheranno di dimostrare aiutando tanto la verità che la giustizia.

A questa situazione va ora posto un rimedio, anzi più di un rimedio. E’ innanzitutto necessaria una nuova legge che regoli il finanziamento dei partiti e che faccia tesoro dell’esperienza estremamente negativa di quella che l’ha preceduta. Altre proposte ed altri rimedi sono già sul tavolo. Vi aggiungeremo le nostre, sollecitando un di-battito parlamentare chiarificatore, serio e responsabile, su tutti gli aspetti di questa questione.

(Dal discorso alla Camera del 3 luglio 1992)
 
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DR_PanG
view post Posted on 12/6/2007, 21:32





Ascesa politica


Segretario nazionale del Partito Socialista Italiano dal 1976 al 1993, Craxi ebbe una influenza fortissima nella vita politica italiana. Durante gli anni ' 80 strinse un patto con due figure chiave della Democrazia Cristiana: Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani. Quest'alleanza, chiamata CAF dalle iniziali dei tre leader politici, fu talmente potente che fu definita, sia dagli avversari sia dai sostenitori, la vera regina d'Italia.

Dopo essersi alleato con i due leader della DC ed aver preso le distanze dal Partito Comunista Italiano, il suo obiettivo fu quello di accelerare ulteriormente la trasformazione del PSI in una versione italiana (adattata quindi alle caratteristiche economico-sociali tipiche dell'Italia) degli altri partiti socialisti europei, come il SPD tedesco e il PS francese, che voleva trasformare il sistema capitalistico e realizzare l'uguaglianza delle opportunità attraverso una politica riformista, allontanandosi sempre più da una visione quantomeno influenzata dal marxismo, come quella del PCI.

Dopo il buon risultato elettorale ottenuto nelle elezioni politiche del 1983, conseguito dopo un temporaneo allontanamento dalla DC, iniziò la battaglia tra Craxi e il carismatico leader del PCI Enrico Berlinguer. Ogni volta che Berlinguer presenziava ad un congresso dei socialisti, veniva sommerso da sonori fischi (anche nel XLIII congresso del partito, svoltosi una settimana prima della sua morte). Forse per evitare di subire lo stesso trattamento, Craxi "snobbava" sempre le riunioni ufficiali del PCI.

Il dinamismo con cui guidò il Partito Socialista gli garantì l'allontanamento dei comunisti dal governo, ma condusse comunque alleanze ed accordi con altri partiti nel tentativo di emarginare il PCI dalla vita politica italiana. In particolare, nel suo governo affidò incarichi importanti alla DC, al PSDI e al PRI. Fu forse il primo politico di grande fama ad avere buoni rapporti con Marco Pannella, leader storico del Partito Radicale.

Anche nel PCI di Berlinguer però non mancavano uomini politici che sostenevano buona parte delle tesi craxiane. La corrente dei miglioristi, che condivideva buona parte del suo programma elettorale, attaccò sempre duramente quella berlingueriana, che fu accusata di "settarismo" e "moralismo". Craxi a sua volta trovò all'interno del Partito Comunista soggetti che potessero dialogare con lui e favorirlo, sia per raggiungere accordi e convergenze sia per mettere sotto scacco la strategia berlingueriana.

Craxi propose la "lira pesante", un progetto per la coniazione di “5 lire in argento” con l’effigie di Garibaldi. Analoga operazione avvenne negli anni '70 in Grecia e, negli anni '50, nella Germania di Konrad Adenauer.
 
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cp-as
view post Posted on 21/6/2007, 19:17




a... un gran personaggio della politia italiana,risèecchia sucuramentela magior parte degli italiani.
infatti era un criminale.
e se non ci fosse stata tangentopoli oggi nel suo ruolo ci sarebbe il suo grande amico silvio berlusconi
 
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Krissss2
view post Posted on 2/7/2007, 21:57




MA che schifo Craxi
 
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DR_PanG
view post Posted on 2/7/2007, 21:58




Certo siete documentati su tangentopoli, ma sul resto...?
 
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cp-as
view post Posted on 4/7/2007, 16:53




tangentopoli basta e avanza
 
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DR_PanG
view post Posted on 4/7/2007, 16:54




direi che non basta proprio per niente...

facciamo così, farò i complimenti a chi leggerà tutta la biografia pubblicata...
 
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cp-as
view post Posted on 4/7/2007, 17:12




la lessi quando andai sul forum la prima volta.
può aver fatto tutto quello che vuoi, ma ha contribuito a rovinare l italia e a far venire persone come berlusconi,non ha giustificazioni
 
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DR_PanG
view post Posted on 4/7/2007, 17:17




Cp-as, lui non ha contribuito a far venire Berlusconi, è stata proprio Tangentopoli a REGALARE VAGONATE DI VOTI A BERLUSCONI, se i processi avessero tolto a Craxi (che era un mezzo ladro posso essere daccordo), ma non avessero UCCISO il partito (che poi uno è ladro mica per perchè è socialista, anzi se è ladro non è mai stato socialista).

Bisognava lasciare vivo il partito.

Quando parlo di Craxi non parlo di lui, ma di ciò che fece il suo governo, leggi importanti che salvarono milioni di stipendi dall'inflazione galoppante e che per la prima volta impedì agli americani di manovrare il nostro governo!

Sono cose importanti, cose che abbiamo fatto sotto Craxi, poi il fatto che lui abbia sbagliato, posso pure capire.

Ma tangentopoli ha fatto CHIUDERE il PSI, e la gente ha votato a destra, creando di fatto quello che sarebbe diventato FORZA ITALIA.

Quindi ti ripeto, Craxi non ha contribuito a far nascere Berlusconi, ma è stata la mentalità italiana che per punire Craxi ha punito i comunisti e i socialisti, a far nascere Berlusconi.
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 4/7/2007, 17:23




CITAZIONE (cp-as @ 4/7/2007, 17:53)
tangentopoli basta e avanza

Aprire una discussione sul personaggio Craxi sarebbe lunga ed estenuante, e non credo che farebbe cambiare idea a te o a chiunque non ama Craxi. Una cosa però è da puntualizzare. I finanziamenti illeciti che Craxi e il PSI hanno ricevuto negli anni non sono stati utilizzati per scopi personali ma per fare politica. Parte di quei finanziamenti sarebbero finiti a sostenere economicamente la causa palestinese, Solidarnosc e movimenti ribelli che si opponevano al regime militare in Uruguay. Questa non vuole essere una giustificazione, quanto piuttosto una demistificazione di Craxi, che oggi sembra essere una sorta di "uomo nero" della politica italiana. In realtà l'errore di Craxi fu quello di adeguarsi al marciume che era presente ovunque nella politica italiana.
 
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cp-as
view post Posted on 4/7/2007, 17:42




beh, non è comunque una bella cosa
 
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DR_PanG
view post Posted on 4/7/2007, 18:04




ok però una cosa è RUBARE dalle casse dello stato (cosa che fanno i politici di oggi) e un'altra cosa è ricevere soldi da imprese edili che volevano lavorare e pagavano una somma (tangente) ai politici, affinchè questi si decidessero a FAR COSTRUIRE STRADE; PONTI e AUTOSTRADE.

Non solo nessuno venne danneggiato (visto che quelle opere si sarebbero fatte lo stesso, la bustarella serviva a VELOCIZZARE i tempi di approvazione), ma inoltre si agevolò la costruzione delle infrastrutture su GOMMA (certo magari era meglio investire su rotaia, ma fattosta che le macchine stavano crescendo di numero).

Inoltre quei soldi NON ANDARONO in VILLE; GIOIELLI e PROSTITUTE, ma in cose politiche, di sostegno a iniziative socialiste un pò in tutto il mondo...

quindi ok, magari non era corretto, ma non danneggiò nessuno, e nessuno si arricchì per questa cosa, sei sicuro che gli altri invece non facessero di peggio? O che non lo facciano adesso?

 
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67 replies since 12/6/2007, 20:58   1322 views
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