Debito pubblico e sostenibilità/3

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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 5/10/2007, 17:42




Un altro grafico illustra in modo sintetico la sostenibilità/insostenibilità del debito per i paesi europei. .
Sull’asse orizzontale è indicato l’avanzo primario di bilancio in rapporto al Pil, mentre sull’asse verticale è riportato l’interesse pagato sul debito al netto del tasso di crescita. La dimensione dei cerchi per ciascun paese è proporzionale al volume del debito in rapporto al PIL.

La retta tratteggiata a 45 gradi segna il confine tra sostenibilità e insostenibilità: quando l’interesse pagato sul debito al netto del tasso di crescita (r-g asse verticale) è superiore all’avanzo primario (asse orizzontale), significa che esistono seri dubbi sulla capacità di pagare gli interessi in futuro perché questo onere finanziario non è coperto né dalla crescita economica, né da sufficienti entrate fiscali e che nel tempo il debito tenderà a crescere.

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Dal grafico risulta che ben quattro tra le maggiori economie di Eurolandia si trovano aldilà della linea di sostenibilità del debito. L’Italia ha la posizione peggiore sia perché il divario tra tasso di interesse e tasso di crescita risulta superiore, sia perché il rapporto debito/Pil è il più alto tra i paesi la cui posizione fiscale è insostenibile. Considerato che il Trattato di Amsterdam non permette alla Bce di effettuare alcun intervento di soccorso, se non si inverte subito la rotta, non si può certo negare che i titoli italiani corrono il rischio di un declassamento del rating [1] e i mercati potrebbero effettivamente costringere il Governo italiano ad abbandonare l’euro, se si convincessero che le condizioni di finanza pubblica dell’Italia non sono sostenibili e si profilasse il pericolo di un ripudio del debito.

[1] Valutazione del rischio connesso a un credito. Tanto migliore è il rating tanto minore il tasso di interesse richiesto dal creditore.

Per ben sperare, si può osservare tuttavia che i correttivi necessari per tornare a ridurre il debito sono ancora relativamente contenuti. Se il tasso reale medio di crescita si prevede per il 2006 intorno all’ 1 per cento e il costo medio del debito è salito al tasso reale del 3 per cento, un avanzo primario del 2 per cento sarebbe sufficiente per stabilizzare il rapporto debito/Pil. Perché il debito torni a calare dunque l’aggiustamento è ancora possibile.
 
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