Socialdemocrazia Liberale

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SocialEma
view post Posted on 12/10/2007, 18:45




La Socialdemocrazia liberale è un'area politico-culturale di centrosinistra sviluppatasi tra la fine del 1900 e gli inizi del 2000, nel momento in cui il Socialismo democratico internazionale ha iniziato a riflettere circa la validità delle proprie istanze tradizionali all'interno della "società post-industriale" e quindi circa la necessità di attualizzarle.

In questo modo sempre più spesso aree di derivazione socialdemocratica e laburista hanno fatto proprie le convinzioni della cultura liberale, unendo così in un'unico nuovo spazio politico i principi dell’uguaglianza sociale (istanza propriamente socialista) e della libertà (caposaldo liberale), facendo di essi i cardini di una "società giusta".

Più che una ideologia, si può dunque identificare la "socialdemocrazia liberale" come la prima forma di politica post-ideologica: un' area cioè dinamica e flessibile, che è nata per volontà delle forze moderatamente progressiste al fine di svecchiare e modernizzare il campo politico all'interno del quale esse stesse sono inserite.

Per quanto riguarda il termine, esso è stato ripreso dai politologi da una definizione di Tony Blair, ma in realtà coloro che si ispirano alla stessa corrente politico-culturale vengono dai mass-media di ciascun Paese definiti in diversi modi Liberal social democrats o Liberal democrats in Gran Bretagna (fin da quando negli anni '80 si verificò la fusione tra socialdemocratici e liberali in un unico contenitore liberal democratico); Socialiste liberal in Francia e Liberal socialisti in Italia (probabilmente a causa di un accostamento con le teorie dei Rosselli), sempre in Italia vengono anche chiamati Riformatori liberal democratici (per alcuni anche semplicemente Riformatori liberali); Sozialdemokratie liberale in Germania; new Liberal negli Stati Uniti d'America





Fondamenti culturali
Pur essendo la socialdemocrazia liberale un'area politica nuova, che pertanto trova una legittimazione del proprio operato solo nel pragmatismo e nelle esigenze politiche del momento, i politologi si sono sforzati di trovare elementi nella storia e nella filosofia politica che potessero essere una sorta di presupposti culturali "ante-litteram". Vero ispiratore della moderna socialdemocrazia liberale è però senz'altro John Rawls, filosofo politico vissuto appunto a cavallo tra il 1900 ed il 2000.


Radici storiche

Carlo Rosselli
Di lui è particolarmente apprezzata la pubblicazione nel 1930 pubblica, in francese, dell'opera "Socialisme liberal", che rappresentò una sorta di manifesto attorno al quale si raccolse un cenacolo di intellettuali di orientamento laico, repubblicano e social riformista. Il libro è una critica appassionata del marxismo, una sintesi creativa del revisionismo socialista democratico (tra gli altri Eduard Bernstein, Filippo Turati e Claudio Treves) e di quello libertario (come Francesco Merlino e Gaetano Salvemini), ma contiene anche un attacco dirompente contro lo stalinismo della Terza Internazionale, che con la formula del "socialfascismo" accomunava socialdemocrazia, liberalismo 'borghese' e fascismo.


Eduard Bernstein
Lui in opposizione all’autoisolamento della socialdemocrazia propugnato dalle frange tadizionaliste e di sinistra, proponeva infatti la collaborazione con i settori progressisti della borghesia e giunse addirittura a prospettare l’idea di una trasformazione della Socialdemocrazia in una più vasta "cultura democratica" in grado di far proprie anche idee di altra marice ideologica, in primis il liberalismo ed il suo amore incondizionato per la libertà: "non esiste idea liberale che non appartenga anche al patrimonio ideale del socialismo".


John Stuart Mill
Fu il primo a teorizzare - nell’ambito della concezione liberale dello Stato - alcune istanze avanzate dal socialismo premarxista (in particolare quelle sulla distribuzione). Accanito difensore della libertà individuale (si veda, ad esempio, "Sulla libertà" del 1859), Mill fu fautore di una politica di riforme che cercasse di coniugare individualismo e politiche sociali, nella convinzione che fosse possibile distinguere la sfera della produzione da quella della distribuzione della ricchezza. La sua proposta di una teoria liberale aperta alle esigenze della nuova sensibilità ugualitaria l'allontanò sempre di più dalla tradizione dei diritti individuali, perciò Ludwig von Mises vide in lui "il più grande avvocato del socialismo" e "il responsabile della disinvolta mescolanza di idee liberali e socialiste che ha portato alla decadenza del liberalismo inglese".


Luigi Einaudi
Secondo alcuni studiosi anche in Luigi Einaudi si possono ritrovare degli accenni premonitori della furura Socialdemocrazia liberale. Egli rappresentò infatti per molti decenni la voce più coerentemente schierata a difesa della libertà individuale e di un'economia di mercato (molto nota però, in tal senso, la sua polemica con Croce sul rapporto tra liberalismo e liberismo). Particolarmente apprezzata la sua opera "Discorso elementare sulle somiglianze e sulle dissomiglianze tra liberalismo e socialismo", in cui accenna a convergenze tra la visione politica liberale e quella socialdemocratica.


John Rawls
In seguito a numerosi studi, seguiti poi da ripetute convention circa i fondamenti teorici e culturali della "socialdemocrazia liberale", i più grandi cultori internazionali di politologia, hanno individuato gli stessi soprattutto nel pensiero di John Rawls. Il problema centrale che affronta la teoria di Rawls è quello della conciliazione di equità sociale, efficacia economica e libertà politica, in un quadro contrattuale e procedurale ben definito. Proprio sulla base dei suoi pensieri ed in particolare nel suo "contrattualismo" e nelle sue teorie politiche ispirate al "principio dell’equità", prende infatti corpo la visione politica e sociale della moderna Socialdemocrazia liberale.


Lo scenario politico
Punto d'incontro tra la tradizionale idea "socialdemocratica" e la moderna "socialdemocrazia liberale", è stato più volte individuato Felipe González e soprattutto Bettino Craxi. Di quest'ultimo vengono infatti particolarmente apprezzati soprattutto gli esiti della "Conferenza programmatica del Partito socialista italiano" tenutasi a Rimini il 4 aprile 1982 ed intitilata "Governare il cambiamento": all'interno di questa furono segnalati i meriti e i bisogni che si rifanno, diciamo così, alla felice congiunzione di John Stuart Mill ed appunto John Rawls.

Vengono invece considerate come le figure-simbolo della moderna socialdemocrazia liberale il fondatore del New Labour Tony Blair e l'emerito Presidente espressione del Partito democratico Usa Bill Clinton, cui si aggiunge poi il non meno importante leader della Spd Gerhard Schröder.

« La parola d'ordine è diventata "liberalizzazione". Per qualcuno, nella sinistra europea, questa è una parolaccia. Eppure descrive il modo in cui vivono e lavorano gli uomini e le donne del nostro tempo. Un nuovo modello sociale europeo, per fare i conti con questo mondo, deve basarsi di meno sulla protezione dei cittadini e di più sullo sforzo di dare alla gente il potere di controllare le proprie vite. Per realizzare un obiettivo simile, una buona istruzione per tutti è il singolo elemento più importante. Ma non è il solo. Ma non è il solo. Siamo di fronte a una classe sociale in continua espansione. Una classe che io definirei la classe di coloro che aspirano a un maggiore benessere, a un'elevazione della propria condizione sociale, e che perciò è meno tollerante nei confronti della criminalità, più preoccupata per la propria sicurezza, più attenta ai benefici ma pure ai problemi creati dall'immigrazione...Se un mondo più individualista contrasta con la nostra visione di progressismo, allora secondo me abbiamo un problema: perché non c'è niente di male nell'individualismo, nel mondo d'oggi la gente vuole più individualismo, significa maggiore controllo della propria vita, maggior capacità di scegliere, maggiori opportunità. Non c'è nulla di male nemmeno nel materialismo: la gente vuole più beni materiali, è normale, a patto di ricordarsi, come forze progressiste, di salvaguardare coloro che hanno di meno. La distinzione tra noi e la destra sta appunto in questo: i progressisti si battono affinché la maggiore libertà di scelta si espanda il più possibile, affinché non siano solo i più privilegiati a beneficiarne. Ritorno al punto iniziale, fondamentale: non dobbiamo essere noi politici a dire alla gente quello che deve volere, dobbiamo ascoltare la gente, lasciare che sia la gente a dirci ciò che vuole e capirla. I progressisti, nell'Europa odierna, devono porsi sulla frontiera del cambiamento continuo. E su quella frontiera devono restare. »
(Tony Blair)


Posizioni politiche
All'interno degli scenari politici mondiali le forze di socialdemocrazia liberale, sono solitamente collocate su posizioni progressiste sostanzialmente inserite in un'ottica di centro ("third way", "new mitte").

Nonostante il fatto che la socialdemocrazia liberale sia un'area fluida, dinamica, apertamente post-ideologica..., sono tuttavia state identificate alcune tematiche che rappresentano una sorta di comune denominatore per tutti i diversi gruppi politici e partitici che si riconoscono in essa. Dunque la socialdemocrazia liberale:

non si pone in posizioni critiche nei confronti del sistema capitalistico, ma fa del libero mercato un credo indiscutibile, cercando attraverso esso di dare impulso alla promozione sociale di ognuno, cercando così di risolvere anche gli squilibri sociali e dualismi tra Nord e Sud del mondo;
promuove la libertà in diversi settori a cominciare da quello economico (liberalizzazioni);
favorisce la competitività e lo sviluppo delle imprese;
tutela le fasce deboli (bambini, anziani, pensionati, invalidi, ecc.) e difende tutti coloro che sono inseriti nel mondo del lavoro;
promuove livelli di tassazione medio-bassi;
politiche a sostegno dell'ambiente;
in una società che si fonda sull'uguaglianza delle opportunità approva le disuguaglianze di reddito giacchè esse sono legate alla bravura di ogni singolo individuo, condanna invece ingiuste le disiguaglianze immeritate;
promuove la solidarietà attraverso una giustizia distributiva equa che deve tener conto delle disuguaglianze immeritate (ricchezza/povertà, handicapp, ecc.) e creare un sistema sociale dove i meno avvantaggiati possano ottenere il massimo possibile.

Critiche
Paradossalmente, più che dalle forze di Destra, le critiche più serrate alla Socialdemocrazia liberale provengono dalle forze di Sinistra (in particolare dalle forze Comuniste e dalla Sinistra socialista). Queste infatti, contestano alla Socialdemocrazia liberale di aver smarrito qualsiesi forma di ideologia politica trasformandosi sostanzialmente in una corrente pragmatica della politica. Altra critica che viene ad essa riferita è quella di aver ormai perduto ogni connotato che potesse richiamare alla originaria matrice social riformista, venendo sostanzialmente sopraffatta dalla cultura liberale con la quale si è incontrata e venendo perciò risucchiata in un'ottica moderata e liberale, conservando soltanto una formale venatura riformatrice all'interno del settore delle politiche sociali
 
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SocialEma
view post Posted on 15/10/2007, 14:23




bello no?
 
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1 replies since 12/10/2007, 18:45   1651 views
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