Un Universo senza scopo

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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 25/11/2007, 14:14




Un Universo senza scopo

La notizia è di ieri, anche se fa riferimento a cose successe l’estate scorsa:



“C’è un’immensa voragine nell’Universo. Si trova tra 6 e 10 miliardi di anni luce dalla Terra. Si tratta di un volume di spazio con un diametro di circa 900 milioni di anni luce dove il “nulla” la fa davvero da padrone. Agli strumenti che l’hanno scoperto appare come una gigantesca macchia oscura nel cielo, come se una mano smisurata avesse cancellato quasi tutti gli oggetti luminosi presenti al suo interno.”

[Da Repubblica del 22 Novembre 2007]



Le Teorie delle Stringhe

Questo buco ha delle conseguenze importanti per il nostro modo di concepire l’Universo e, di conseguenza, il nostro ruolo al suo interno. Esso rappresenta infatti la prima, parziale ed insicura conferma della Teorie delle Stringhe o, più esattamente, di alcune delle dozzine di Teorie che vanno sotto il nome collettivo di Teoria delle Stringhe (e della loro “superclasse”, la M-Teoria).



Come probabilmente sapete, queste teorie rappresentano l’ultima moda nel settore della Fisica e della Cosmologia. Sono un vasto insieme di teorie, tutte molto simili tra loro ma non identiche, che ipotizzano un “universo” caratterizzato da un numero molto elevato di dimensioni, da un minimo di 10 ad un massimo di 26. Queste teorie derivano (in parte) dal lavoro fatto dai fisici nel tentativo di unificare varie altre teorie (elettromagnetismo, relatività, fisica dei quanti) e fornire una “Teoria del Tutto” (o TOE, “Theory of Everything”).



Infinito alla Infinito Universi

Una delle conseguenze interessanti di queste teorie è che molte di loro ipotizzano un numero molto elevato di possibili “universi paralleli”, da un minimo di 10 alla 500 (si, proprio 10 elevato alla 500esima potenza) ad un “massimo” di infinito elevato alla infinito. Grazie a Georg Cantor sappiamo che questo numero è infinite volte più grande di infinito, anche se non abbiamo idea di cosa diavolo questo possa significare.



Un Universo senza Scopo

La conseguenza più interessante di questo “modello” è però un’altra: la Teoria delle Stringhe sostanzialmente ci lascia intendere che la Natura sia un “sistema dinamico esaustivo”. Tecnicamente parlando, un sistema dinamico esaustivo è un sistema che evolve esplorando in maniera esaustiva il suo spazio degli stati. In parole povere, è un oggetto che evolve provando tutte le possibilità che la sua stessa natura gli offre. La Vita, ad esempio, evolve producendo alla massima velocità possibile tutti gli organismi diversi che la sua “tecnologia” le permette. In ogni momento, noi vediamo solo le specie animali e vegetali che sono riuscite a sopravvivere, in un modo o nell’altro, fino a quel momento.



Nello stesso modo, la Natura produce tutti gli Universi possibili alla massima velocità possibile, combinando tra loro un numero forse infinito di parametri che possono assumere, a loro volta, forse infiniti valori e che producono quindi infinito alla infinito combinazioni diverse. Gli Universi che noi osserviamo in ogni momento, sono semplicemente quelli che sono riusciti a sopravvivere fino a quel momento. Infiniti altri sono collassati o sono esplosi o si sono vaporizzati a causa del mancato equilibrio tra alcune delle forze che agiscono al loro interno.



Se questa è la situazione, ogni tentativo di cercare uno “scopo” nell’Universo è semplicemente privo di senso. Né il nostro né nessuno degli altri infiniti universi possono avere uno scopo di nessun genere semplicemente perchè il meccanismo che ha dato loro origine non persegue altro scopo che produrre ciecamente tutte le possibili combinazioni di un insieme di parametri. La Natura stessa è priva di scopo e di senso.



Di conseguenza, nulla di ciò che avviene all’interno di nessuno di questi universi ha uno scopo predefinito. Nemmeno la nostra esistenza.



Vi prego di notare che, proprio grazie alla scoperta citata all’inizio di questo articolo, questa “ipotesi” sta rapidamente lasciando il territorio delle ”opinioni” e si sta avvicinando pericolosamente allo status di “conoscenza scientifica”.

Alessandro Bottoni
 
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