Reddito minimo di cittadinanza

Prodi lancia il reddito minimo di cittadinanza

Roma, 11 dicembre 2007 (Reuters)
"Il presidente del Consiglio Romano Prodi ha sollecitato oggi un "dibattito" sulla possibile adozione in Italia del reddito minimo di cittadinanza per aiutare le persone che non hanno la possibilità di sostenersi economicamente.

In Italia, ha detto oggi Prodi in una conferenza stampa per presentare la nuova Commissione sull'esclusione sociale voluta dal governo, la povertà "è aumentata in modo gravissimo".

"La povertà non è un fenomeno solo italiano, ma un fenomeno particolarmente italiano. Dalla Commissione ci aspettiamo non solo l'indicazione delle anomalie, ma anche suggerimenti. Ci attendiamo che si entri nel dibattito sul reddito minimo di cittadinanza, un problema che un paese serio non può non porsi", ha detto ancora il premier.

Il reddito minimo di cittadinanza o garantito esiste in diversi paesi dell'Unione europea, ma non in Italia, dove è stato sperimentato però negli anni passati in alcuni Comuni e da almeno una Regione.

"La priorità di un qualsiasi governo decente è quella di provvedere ai bisogni elementari", ha detto Prodi.

La nuova Commissione è presieduta dal sociologo Marco Revelli, secondo cui il rischio-povertà in Utalia "è superiore rispetto all'Europa di almeno quattro punti percentuali".

Per l'Istat sono 7,5 milioni gli italiani - il 13% circa della popolazione - che vivono al di sotto della cosiddetta "linea di povertà".

Il problema è: dove pescheranno i fondi?
Non si può fare questo da un giorno all'altro senza prima ristrutturare il sistema del welfare italiano.

“Tutti dovrebbero aver garantita una quantità di reddito sufficiente per soddisfare
i bisogni basilari sia che lavorino sia che no, e coloro che desiderano svolgere qualsiasi tipo di
lavoro che la comunità riconosce come utile dovrebbero ricevere una quantità di reddito maggiore.” (Bertrand Russell)


Qualche economista sostiene che se i cittadini non sono effettivamente liberi, il mercato non è effettivamente
libero. Diciamolo chiaramente, chi reclama più libertà nel mercato del lavoro e non difende, allo
stesso tempo, un reddito garantito per tutti, che permetta alle persone di rifiutare un lavoro
disumano, mal pagato o degradante, ciò che sta difendendo è la libertà della volpe nel pollaio.

Per esempio Tito Boeri in lavoce.info:

Una volta tanto sono d'accordo con Prodi.
Come scrisse anche Fromm " i nostri animali domestici hanno il diritto di vivere anche se non ci sono utili,perché negare questo diritto ad un essere umano?".
(non sono sicuro che le parole fossero esattamente queste)