Belgio a pezzi. Presto toccherà all'Italia?

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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 20/12/2007, 23:10




http://blog.panorama.it/mondo/2007/12/02/b...parati-in-casa/

Belgio, valloni e fiamminghi separati in casa

Di Anna Jannello da Bruxelles

Annessione della Vallonia a Disneyland, trasferimento dei fiamminghi nella steppa russa, dove si divertiranno a creare un nuovo miracolo economico, Bruxelles trasformata in enclave cinese circondata da comuni tibetani… È lo scenario, volutamente grottesco, tratteggiato dal quotidiano La libre Belgique. Ai belgi, dopo quasi 6 mesi di non governo e noiosissimi editoriali sui tentativi del cristianodemocratico fiammingo Yves Leterme di arrivare a un accordo fra i partiti, non resta che prendersi un po’ in giro.
O invocare Sigmund Freud. «Sos Freud. Sono diventati matti»: così il settimanale Le vif/L’express titola l’inchiesta in cui invita due psicoanalisti, la francofona Sylvie Lausberg e il fiammingo Karel Lambers, ad analizzare lo psicodramma messo in scena dalla classe politica dopo le elezioni del 10 giugno. Che viene spiegato come sfogo di frustrazioni, retaggio di un passato da cittadini di serie B, da parte dei nazionalisti fiamminghi intenzionati a sganciarsi dallo stato federale. Paura del nuovo e della perdita di sicurezze economiche da parte dei valloni, timorosi di vedere svanire i benefici della previdenza sociale. Difficile che gli «orange» cristianodemocratici e i «bleu» liberali della coalizione che dovrebbe guidare il paese s’intendano: più forte dell’appartenenza a uno stesso schieramento politico è, da entrambe le parti, quella alla comunità linguistica.
Il piccolo regno belga, creato forzosamente nel 1830, è perennemente alla ricerca di un equilibrio fra le due anime, molto diverse, che lo compongono. La difesa a oltranza della lingua della propria comunità (simbolo dell’identità collettiva) è da sempre uno dei principali nodi del contendere fra i 10,5 milioni di suoi cittadini, divisi dal settembre 1963 da ben demarcate frontiere linguistiche. L’olandese è parlato al nord da 6 milioni di fiamminghi; al sud il francese è la lingua dei 3,4 milioni di valloni; a est, il tedesco della piccola comunità germanofona, 70 mila abitanti.
Uno statuto a parte ha la capitale Bruxelles: 1,1 milioni di abitanti, per l’88 per cento francofoni, che vivono in 19 comuni dove vige il bilinguismo.
«Bruxelles è il motore economico del Belgio, una città culturalmente vivace, sempre più lanciata in una dimensione internazionale» ricorda a Panorama Freddy Thielemans, 63 anni, dal 2000 borgomastro di Bruxelles ville, il comune del centro con sede nella rinascimentale Grand-place.«Dal 1989 Bruxelles è anche la terza regione federale, ma con l’handicap che il suo territorio, 161 mila chilometri quadrati, è inserito nel Brabante fiammingo. L’espansione dei suoi confini è quindi bloccata».
Sede dal 1952 delle istituzioni comunitarie (dai 6 paesi aderenti alla Ceca, Comunità europea del carbone e dell’acciaio, si è arrivati ai 27 stati membri dell’Unione Europea), ospita 307 mila stranieri, di cui 170 mila cittadini Ue. Ogni giorno 330 mila «navetteurs», pendolari, arrivano dalla Fiandra e dalla Vallonia per lavorare nella capitale belga, ricca sì di opportunità, molto meno dal punto di vista finanziario. «Creiamo ricchezza, ma per gli altri: i pendolari pagano le tasse nei comuni di residenza» polemizza il sindaco Thielemans, baffoni brizzolati, bilingue ma politicamente schierato con il Ps, partito socialista francofono. «Ai comuni limitrofi piace utilizzare il marchio Bruxelles come richiamo: appena fuori della capitale però il francese sparisce e tutte le scritte sono in fiammingo».
A Hal, 35 chilometri a sud- est di Bruxelles, il borgomastro ha imposto una multa di 250 euro ai negozi e alle imprese che, anche parzialmente, espongano cartelli in francese. E i commercianti che aderiscono alla campagna Oefen hier je Nederlands offrono tessere sconto ai clienti che si esprimono in olandese. «Se parlo francese non vengo servita» lamenta Charlotte Bouckaert, insegnante, fiamminga di nascita ma francofona per scelta.
Nei comuni dell’hinterland bruxellese gli impiegati hanno l’obbligo di parlare esclusivamente olandese e, anche se il funzionario è bilingue, il cittadino francofono deve procurarsi un traduttore. Il comico colloquio, riportato sul sito internet del quotidiano Le Soir, fra il dipendente comunale e l’utente francofono che deve comunicare i numeri del contatore è nella realtà molto frequente.
Nelle scuole comunali i bambini sorpresi a parlare fra loro la lingua di Voltaire sono puniti con esercizi supplementari (di lingua olandese). Le maestre non possono parlare francese con i genitori e poco importa se questi sono immigrati maghrebini.
Le incomprensioni linguistiche possono assumere toni comici (la polizia fiamminga, inseguendo dei criminali, sconfina in territorio vallone ed è a sua volta inseguita dalla polizia locale), drammatici (il paziente fiammingo non riesce a spiegarsi al pronto soccorso francofono), rischiosi (ferroviere e capostazione di opposto idioma non s’intendono).
Nelle ultime settimane la polemica tra la frizzante regione capitale e i 35 comuni della cintura situati in territorio fiammingo ha raggiunto toni esplosivi. Ad accendere gli animi è la richiesta, da parte fiamminga, di scindere in due la circoscrizione elettorale Bruxelles-Hal-Vilvorde, culminata il 7 novembre con un colpo di mano. I deputati fiamminghi, estrema destra del Vlaams Belang compresa, hanno votato unilateralmente alla commissione interni della Camera per la separazione da Bruxelles dei 400 mila elettori che risiedono nella cintura. Votazione nulla per l’uscita in blocco dei deputati francofoni, ma che ha comunque fatto salire la tensione nell’accidentato percorso dell’intesa orange-bleu tentata da Leterme.
«Non è corretto che i candidati francofoni di Bruxelles possano essere votati dai residenti del Brabante fiammingo» taglia corto Marino Keulen, 44 anni, ministro dell’Interno della regione fiamminga. «Se i 120-150 mila francofoni di questi 35 comuni vogliono formare le loro liste locali possono farlo». Occhi azzurri e piglio da marine, il ministro si scaglia soprattutto contro tre borgomastri della circoscrizione Bhv (Kraainem, Linkebeek e Wezembeek-Oppem), a cui non ha ratificato la nomina perché rei di non accettare la tutela della Fiandra.
La loro colpa? I sindaci dei villaggi, a «facilità linguistica» perché a maggioranza francofona, avevano mandato le lettere di convocazione per le elezioni in francese e non prima in olandese come prevede la legge.
Accusato di «continue provocazioni», Damien Thiéry, borgomastro non nominato di Linkebeek, controbatte con una lunga lista di «vessazioni subite dai francofoni nella periferia bruxellese».
A un tavolo dell’antica taverna La Brouette, affacciata sulla Grand-place, Roel Jacobs, autore di libri sulla storia belga, osserva: «Si è arrivati allo scontro perché è andata persa l’abitudine alla mediazione della vecchia classe politica. Ma il Belgio resterà unito perché nessuno intende rinunciare a Bruxelles».
Jacobs è fra i 90 mila firmatari della petizione «salviamo la solidarietà» contro le fughe scissionistiche. E domenica 18 novembre era nel lungo corteo di 35 mila cittadini che, sventolando la bandiera belga, hanno dimostrato che il «plat pays» può ancora avere un futuro comune.
«Non so se e come il piccolo comitato di amici che si è formato continuerà a lavorare» dice Marie-Claude Houard, 45 anni, funzionaria statale a Liegi che in agosto ha dato il via alla raccolta di 140 mila firme in favore dell’unità, sfociata nella manifestazione. «I cittadini finalmente si sono svegliati, mentre i politici pensano più alle regionali del 2009 che a formare il governo».
 
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DR_PanG
view post Posted on 21/12/2007, 09:32




lì ci sono 2 etnie...non vedo l'assonanza con l'Italia
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 21/12/2007, 18:18




Lì c'è un Paese a due marce, i "polentoni" fiamminghi e i "terroni" valloni, con un'economia in crisi e uno stato sociale a pezzi...
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 23/12/2007, 23:31




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Graffiti coprono le scritte in francese
 
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colonnello o'Malley
view post Posted on 24/12/2007, 20:20




Non vi preoccupate, gli Italiani non hanno le palle per dividere l'Italia
 
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4 replies since 20/12/2007, 23:10   157 views
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