Vedova di Stato si paga la lapide

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DR_PanG
icon2  view post Posted on 5/1/2008, 00:54




Vedova di Stato si paga la lapide
Genova, e dire che ha atteso 30 anni

"Finalmente sono riuscita a onorare la memoria di mio marito", così parla da Bassano del Grappa Bruna Scantamburlo, vedova del brigadiere Ruggero Volpi, ucciso a Genova il 12 ottobre 1977 mentre prestava servizio come caposcorta durante il trasferimento del bandito Cesare Chiti. Alcuni camorristi per liberare il detenuto attaccarono l'automezzo e aprirono il fuoco ferendo a morte il brigadiere che morì dopo 15 giorni di agonia. Dopo trent’anni, sul luogo del massacro è stata messa una lapide ma le spese della targa le ha dovute pagare la vedova, come ha rivelato un servizio di Studio Aperto.

Signora Volpi, come mai c’è voluto tutto questo tempo per mettere una targa nel punto dove fu ucciso suo marito?
"Trent’anni non sono un giorno e, secondo me, questa dimenticanza da parte delle autorità è stata voluta. Io e la mia famiglia abbiamo fatto di tutto per ricordare la memoria di Ruggero. Abbiamo scritto al sindaco di Genova, al comandante dei carabinieri della regione Liguria e anche al Presidente della Repubblica ma non abbiamo mai ricevuto risposte. Solo carte da compilare e un iter burocratico da seguire che non ha mai portato a nulla. Eppure mio marito ha dato la sua vita per l’Arma"

Secondo lei c'è stata una mancanza di sensibilità da parte dell'amministrazione comunale genovese e anche da parte dell'Arma dei carabinieri?
"Non voglio essere polemica ma io e i miei familiari ci siamo sentiti umiliati per tutti questi anni. Non abbiamo mai voluto né pietismo, né compassione e neppure soldi. Solo rispetto, perché ogni vita umana è unica e irripetibile. Noi avevamo solo chiesto di mettere una lapide nel punto in cui è stato ucciso Ruggero, niente di più. Questa targa gli è dovuta e ora io sono contenta di essere riuscita nella mia “avventura”. Certo, è una soddisfazione amara perché ho dovuto aspettare trent’anni anni e per tutto questo tempo è come se avessero tolto la dignità a mio marito e al nostro dolore."

Chi non vi ha rispettati?
"In primo luogo del sindaco di Genova e poi i carabinieri. Di loro, mai nessuno si è reso disponibile con noi e ora mi chiedono di poter pagare la lapide. Questa cosa mi umilia ancora di più perché io non voglio soldi. Vorrei solo che chi ha agito con distacco, freddezza e menefreghismo ora si assuma le proprie responsabilità. La mia amarezza non è dovuta al fatto di aver pagato io la targa per mio marito, ma alla mancanza di sensibilità ricevuta. Perché questa è la verità e nessuno potrà mai cambiarla"
 
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