Prodi apre la verifica dell'Unione

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DR_PanG
view post Posted on 10/1/2008, 11:27




Prodi apre la verifica dell'Unione
Il tavolo parte dall'economia

Parte la verifica di governo e il premier Prodi sceglie di cominciare dall'economia. Il vertice di oggi sarà affollato: saranno in 38 tra leader di partito, capigruppo e ministri, a sedersi al tavolo ed è difficile che si arrivi a decisioni concrete. Sarà piuttosto un primo giro d'orizzonte. L'obiettivo di Prodi è di evitare aut-aut, ma uscire con una linea condivisa e avendo stabilito criteri di massima per la ripartizione delle risorse.

Il presidente del Consiglio, che aprira' la riunione con una relazione, e' ottimista; e' infatti convinto che l'obiettivo sia comune e che quindi, al di la' delle differenze tra le anime dell'Unione, la mediazione sia possibile e il punto di caduta si trovera'. ''Bisogna voler bene all'Italia e per questo - e' la convinzione di Prodi - serve compattezza per trovare le migliori soluzioni''.

Sara' un discorso di prospettiva, senza dettagli tecnici quello con il quale il presidente del Consiglio accogliera' gli alleati. Rilancera' la convinzione che in Italia sia arrivato il momento di siglare un nuovo patto tra governo e parti sociali. Rivendichera' i piu' che buoni risultati ottenuti sul fronte dei conti pubblici, ma sottolineando la necessita' di proseguire su questa strada. E' chiaro infatti, spieghera', che se il debito scende, scendono gli interessi da pagare e quindi le risorse possono essere spostate su altre poste. Il governo, dira' Prodi, ha ben chiari i problemi che le famiglie italiane devono affrontare, a partire dal crollo del potere d'acquisto dei salari. Un punto considerato una priorita' dalla sinistra dell'Unione.

D'accordo sui principi, mettere nero su bianco l'intesa per la maggioranza sara' pero' piu' difficile. L'eterno confronto fra l'ala riformista e quella radicale della sinistra e' destinata a tornare alla ribalta. La speranza e' che i toni non si facciano esasperati. Il problema si porra' quando si entrera' nei dettagli, come preannuncia il dibattito sugli sgravi sui redditi e sul nodo della produttivita'. La sinistra punta a svincolare completamente questi due elementi, mentre alcuni ministri tra cui quello del Lavoro Cesare Damiano sono convinti che nel terzo millennio non si possa seguire altra strada che quella di tenerli insiemi. Walter Veltroni, pero', ha gia' pronta una possibile mediazione. Riunito in serata una sorta di pre-vertice in salsa Pd, spunta una strategia in due tempi: prima aumentare i salari piu' bassi e poi, in una seconda fase, legare il rinnovo dei contratti alla produttivita'.

Per il presidente del Consiglio, comunque, domani di paletti non ve ne saranno. Il tavolo sara' aperto. Nessuno arrivera' con provvedimenti preconfezionati. La parola d'ordine del governo sara': ascolto. Una disponibilita' che, nelle intenzioni di Prodi, non vuol dire fermarsi alle 'chiacchere'. Il premier punta infatti a individuare le proposte su cui lavorare. Certo le cifre esatte delle risorse non sono a disposizione. Quindi nessuna conferma ufficiale che i numeri circolati in questi giorni, intorno a i 10 miliardi, siano corretti. E' troppo presto, occorrera' attendere ancora.

Una cosa e' certa, Palazzo Chigi vuole evitare che si riapra il balletto sulle cifre, come all'epoca del primo 'tesoretto'. Il rischio e' che le polemiche facciano premio, facendo cadere in un cono d'ombra quello che il Professore gia' considera un successo: il fatto di sedersi a un tavolo per discutere della redistribuzione delle risorse. La prova provata che la politica economica dei suoi 20 mesi di governo e' stata virtuosa.
 
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Boxrings2A
view post Posted on 11/1/2008, 20:03




da La Stampa il retroscena dell'incontro

AMEDEO LA MATTINA
ROMA
Quando si sono messi tutti seduti, il vertice di maggioranza sembrava un convegno: undici delegazioni, ognuna con il suo segretario e due capigruppo, più mezzo governo. L’immagine plastica della frammentazione del centrosinistra che ha fatto dire a Veltroni con tono sarcastico: «Erano sei anni che non partecipavo a una riunione come questa e vedo che il tavolo si è allungato e il numero dei partiti è aumentato...». «Per la verità - gli ha replicato ironico Franco Giordano - quattro dei nuovi partiti che sono qua li hai generati tu facendo il Pd».

Sorrisetto malizioso degli scissionisti Mussi e Dini. Boselli che sta facendo la costituente socialista con l’ex Ds Angius non ha mosso un muscolo. Ha fatto finta di niente l’altro scissionista Manzione, che si è presentato a Palazzo Chigi con la casacca dell’Unione dei democratici, insieme a Bruno De Vita, segretario dei Consumatori uniti. Il quale De Vita si è messo discettare a lungo di economia al punto che il capogruppo alla Camera del Pdci Sgobio ha sussurrato all’orecchio del presidente dei deputati Democratici Soro: «Comincio a pensare che avete ragione voi che volete eliminare i “nanetti”», ha concluso con autoironia Sgobio.

Sono stati proprio i «nanetti» a dare battaglia sulla legge elettorale, nonostante non fosse all’ordine del giorno, chiedendo che la maggioranza assumesse una posizione unitaria prima di approvare la bozza Bianco come testo base. Veltroni si è opposto a una soluzione del genere. «Non è questo - ha detto Veltroni - il metodo giusto. Se vogliamo trovare una maggioranza ampia in Parlamento per le riforme, bisogna discutere con l’opposizione. Se ci blindiamo salta tutto». Alla fine, dopo un lungo braccio di ferro, Prodi ha suggerito di riunire i capigruppo. Infatti la riunione si farà martedì prossimo e parteciperà per il governo il ministro per il riforme Chiti. Per i piccoli è già qualcosa ma il segretario del Pd ha avvertito che sarà difficile trovare «una condivisione al 100% di tutto il centrosinistra».

Ma c’è stata anche un’altra questione che ha molto irritato Veltroni. Nella sua introduzione Prodi ha indicato gli impegni per il futuro, e oltre all’aumento del potere d’acquisto, ha citato le riforme istituzionali, la legge elettorale, il conflitto di interessi e la riforma della Rai. Ecco, questi ultimi due argomenti per Veltroni, messi sul tavolo adesso sono una «zeppa» al dialogo con Berlusconi. A quanto riferiscono i bertinottiani, ne ha parlato con Giordano e anche il segretario del Prc condivide l’irritazione del sindaco di Roma: ora che la trattativa con il Cavaliere è in zona Cesarini, Prodi cerca di mettere i bastoni tra le ruote. Ma questo malumore è stato volutamente tenuto fuori dal salone di Palazzo Chigi. Uno scontro c’è stato invece sulla necessità posta dai piccoli di «blindare» la maggioranza sulla legge elettorale.

È stato Boselli a chiedere di affrontare il tema. Prodi ha cercato di stopparlo dicendo che si sarebbe parlato solo di economia. Si è subito unito il fronte di quelli che temono di essere falcidiati: Mastella, Di Pietro, Pecoraro Scanio hanno insistito. Mentre Mussi ha detto: «Vorrei evitare che abbiamo iniziato a parlare di salari e finiamo per litigare sulla legge elettorale». Per la Finocchiaro i tempi sono stretti e se si vuole evitare il referendum bisogna subito approvare la bozza Bianco. «No - ha replicato Fabris dell’Udeur - non possiamo andare avanti se prima non risolviamo questo problema. I due argomenti si tengono insieme». «Allora facciamo due tavoli, pensiamoci in un altro momento», ha proposto Mussi. Alla pausa panino Di Pietro si è avvicinato a Mastella e gli ha detto: «Questi ci vogliono fregare». «Finalmente te ne sei accorto - gli ha risposto il ministro della Giustizia - tu che hai sempre detto di essere disposto a sacrificarti per semplificare il quadro politico».

Di Pietro e Mastella si riuniscono in una saletta e vengono raggiunti da Boselli e Pecoraro Scanio. Decidono di non demordere: non si esce dal vertice se non si strappa un incontro di maggioranza prima del voto sulla bozza Bianco. Così, alla ripresa del vertice, i «nanetti» tornano alla carica e interviene Veltroni che ribadisce la logica secondo cui le riforme si fanno con l’opposizione. Prodi suggerisce di far incontrare solo i capigruppo, senza il coinvolgimento del governo («potrebbe sembrare un’indebita pressione sulla Consulta).
 
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