La democrazia in salsa russa

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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 25/1/2008, 20:02




La democrazia in salsa russa


• da Il Riformista del 23 gennaio 2008, pag. 2


La Russia vive la democrazia in un modo tutto suo. Qualora questo dettaglio ci fosse sfuggito, a far chiarezza sono arrivate le parole illuminanti del candidato alla presidenza Dmitri Medvedev che ieri ha parlato alla camera civile, anticipando in maniera informale quello che sarà il suo programma elettorale. Ottimistico il suo pensiero a proposito del futuro delle istituzioni democratiche, pur ammettendo che il rapporto della Russia con la democrazia è «anche controverso se volete». In effetti. Nella vision del delfino di Vladimir Putin, ci sono valori nuovi (per i russi) come benessere, responsabilità sociale, libertà, legge, diritti civili, visti ancora come obiettivi cui «oggi siamo molto più vicini», ma anche il ritorno «alle nostre tradizioni e ai nostri valori peculiari e spirituali». Et voilà. Ecco il "ma anchismo" in salsa russa. Sarà indice di progresso democratico? Ma le cronache di ieri danno ulteriori spunti sul tema. Nelle stesse ore in cui Medvedev pronunciava queste parole, infatti, la procura generale moscovita apriva un'inchiesta penale a carico di Mikahil Kasyanov, ex premier (e, soprattutto, ex amico di Putin), candidato dal partito liberista Unione Democratica: l'accusa è di aver falsificato alcune delle firme necessarie alla presentazione di candidature sostenute da partiti non presenti in parlamento.

Rigorosissime, le istituzioni russe hanno individuato e censurato la frode. Facendo fuori l'ennesimo candidato filoccidentale. Ma questo è solamente un dettaglio. Dal canto suo, Kasyanov assicura che intende «voler combattere fino alla fine». Ci vien da pensare all'Alessandra Mussolini di qualche anno fa, accampata in un camper a far lo sciopero della fame contro un analogo provvedimento. Ma, soprattutto, ci assale un inquietante interrogativo: ma sono i russi che stanno raggiungendo i nostri standard di democrazia, o forse siamo noi che, già da un po', abbiamo optato per un modello di democrazia «anche controverso se volete»?
 
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