| SPAGNA/ ZAPATERO ATTACCA: RESTITUIRO' 400 EURO A TUTTI - punto "Il Pp è diviso e ha paura della diversità".
Madrid, 27 gen. (Apcom) - Il premier spagnolo José Luis Zapatero non ha tardato a mostrare ai contribuenti spagnoli - come recita lo slogan approvato ieri dal Psoe - i "Motivi per credere" nel suo partito all'atto di depositare il voto nelle urne il prossimo nove marzo: oggi, al termine della conferenza politica di due giorni in cui è stato approvato il programma elettorale socialista, ha promesso "la restituzione di 400 euro a tutti i lavoratori e pensionati che pagano l'Irpf a partire dal mese di giugno".
"E' la prima volta che un governo democratico restituisce risorse e reddito a tutti i cittadini", ha detto Zapatero parlando da un podio a forma di 'Z' davanti a una platea osannante. Il premier ha presentato la misura - che riguarderebbe 13 milioni di contribuenti - come la continuazione delle politiche sociali che hanno contraddistinto il suo esecutivo: il programma socialista prevede anche di aumentare ulteriormente i salari minimi fino a portarli a 800 euro nel 2012 (ora sono intorno ai 600) e le pensioni fino a 700 euro. Proprio nei giorni scorsi, il leader dell'opposizione del Partido popular (Pp), Mariano Rajoy, aveva annunciato di voler attuare, se eletto, un'esenzione fiscale totale per i redditi di meno di 16.000 euro all'anno (attualmente il minimo è 9.180), e una riforma dell'Irpf per ridurre l'aliquota minima dal 24% al 20% e quella massima dal 43% al 40%.
Il rallentamento dell'economia del paese iberico - con la crisi galoppante della 'locomotiva' immobiliare e disoccupazione e inflazione in aumento - è il tema principale su cui si sta giocando la campagna elettorale. "Siccome il Pp è lontano della realtà, - ha detto oggi Zapatero - i popolari ci fanno scoprire che era meglio crescere al 2,5% come quando loro lasciato governo, che al 3,8% come è adesso".
Secondo tutti gli analisti è proprio sul fronte economico che i due partiti possono sperare di contendersi i voti degli elettori indecisi, in un testa a testa che vede Psoe e Pp a pochissimi punti di distanza: secondo l'ultimo sondaggio 'ufficiale' realizzato dall'istituto demoscopico Noxa per il quotidiano 'La Vanguardia' domenica scorsa, i popolari sarebbero sotto di circa 2 punti rispetto ai socialisti (39,8% contro il 42,3%); ma oggi Rajoy ha affermato in un'intervista concessa a 'El Mundo' che secondo sondaggi interni e "confidenziali" in suo possesso, il Pp avrebbe già sorpassato il Psoe con il 40,1% dei suffragi contro il 39,9%.
Oggi comunque Zapatero ha attaccato gli avversari anche su altri fronti: "L'unità nel Pp dura poco", ha detto, riferendosi agli scontri interni e all''epurazione' del popolarissimo sindaco di Madrid, il centrista Alberto Ruiz-Gallardon, dalle liste elettorali del Pp, a favore di esponenti dell'ala dura del partito. "Se non rispettano il pluralismo a casa loro - si è chiesto il leader socialista - come la potranno rispettare nell'insieme del paese? Come capiranno differenze e diversità del nostro paese?", ha detto in riferimento alle politiche dei socialisti per aumentare l'autonomia delle regioni spagnole, rafforzate in questi anni soprattutto in Catalogna, a Valencia e in Andalusia, e ha insistito: "Nel nostro partito si parlano tutte le lingue dello Stato".
Secondo molti esperti, le elezioni potrebbero giocarsi in buona parte proprio nei grandi 'feudi' socialisti, Catalogna e Andalusia, e soprattutto nella prima, dove il Pp è dato dai sondaggi in lieve aumento. Un fenomeno molto inusuale, in una regione in cui il centro-destra si identifica soprattutto col partito nazionalista moderato Convergencia i Uniò (Ciu), mentre i popolari, identificati con la repressione della lingua e dell'autonomia locale, sono invisi alla maggior parte della popolazione e sono un partito residuale. Ma nelle elezioni del 2004, che il Psoe vinse con 16 seggi di vantaggio, 15 di questi erano stati ottenuti nelle province catalane.
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