Pd, sondaggio promuove Veltroni

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icon1  view post Posted on 30/1/2008, 14:57




Pd, sondaggio promuove Veltroni
sconfitta contenuta se corre da solo
Rompendo lo schema dell'Unione il nuovo partito arriverebbe al 30%
Presa in considerazione anche la nascita delle liste Grillo (7%) e della "Cosa bianca" (10,7)

di VALERIO GUALERZI


Walter Veltroni
ROMA - Nessun dubbio che esca sconfitto, ma c'è modo e modo di perdere. Può essere una batosta disastrosa, oppure una resa con onore che se inserita in una congiuntura particolare, complicata ma non impossibile, potrebbe avvicinarsi a un pareggio. Questo prevedono (ad oggi) i sondaggi per il Partito democratico e di conseguenza per il centrosinistra nel caso si vada subito alle urne. Praticamente tutto e il contrario di tutto, a seconda di come si arriverà al sempre più probabile voto anticipato.

LE TABELLE CON I VARI SCENARI: 1 - 2 - 3 - 4 - 5

Una crisi, tanti sbocchi. Non è solo il presidente della Repubblica a rischiare l'emicrania per cercare di venire a capo della crisi. A fare le spese di questa fase politica così volubile e dagli possibili risvolti infiniti sono anche i sondaggisti, costretti dalle tante incertezze a un superlavoro. Un sondaggio secco oggi come oggi ha ben poco senso. Con quali alleanze si vota? Con quali liste? Con quale legge?

Sondaggio in quattro scenari. Ipr marketing nell'ultima ricerca statistica condotta per Repubblica.it intervistando tra il 27 e il 28 gennaio un campione di mille italiani rappresentativi dell'intera popolazione nazionale, si è vista così costretta a prevedere ben quattro diversi scenari. Il primo conteggia il risultato nel caso si torni al voto con gli stessi identici schieramenti del 2006, il secondo con la Cdl unita e il centrosinistra non coalizzato, il terzo con la Cdl unita e il centrosinistra non coalizzato, ma "disturbato" dalla presenza delle liste Grillo, il quarto, infine, con il centrosinistra non coalizzato, ma "disturbato" dalla presenza delle liste Grillo e la Cdl "disturbata" dalla presentazione della "Cosa bianca".

Lo scenario numero 1. La prima per il Pd è l'ipotesi peggiore: ripresentarsi insieme all'arcipelago di partitini che diedero vita all'Unione lo farebbe crollare dal 31,3 al 24%, con una perdita secca di 7,3 punti. Una performance talmente deludente da regalare alla Cdl unità e rafforzata dall'Udeur, indicata al 55,7%, quasi dodici punti di vantaggio.

Lo scenario numero 2. Andando da solo, ma in un quadro per il resto sostanzialmente simile a quello del 2006, il Pd ridurrebbe notevolmente le perdite, facendolo attestare al 30%, solo l'1,3 in meno rispetto a due anni fa. A quel punto nel loro complesso le forze di centrosinistra, forti anche di un 7% raccolto dalla Sinistra arcobaleno, otterrebbero il 46%, limitando il divario con la nuova Cdl allargata, indicata al 53,7%, a "soli" 7,7 punti.

Lo scenario numero 3. Se Beppe Grillo decidesse di andare fino in fondo nel suo annuncio di liste civiche, le cose per il Pd si complicherebbero, visto che il sondaggio Ipr mostra come il bacino di elettori del comico genovese (un 7% secco) sia tutto nel campo del centrosinistra e in particolare nel partito di Veltroni, al quale toglierebbe ben 3,3 punti, affondandolo al 28%. Dando per scontata una collocazione delle liste Grillo all'opposizione, il quadro generale sarebbe identico a quello previsto dallo scenario 2, con la Cdl allargata vittoriosa grazie al 53,7% dei consensi.

Lo scenario numero 4. Il quarto e ultimo scenario prevede infine per la Cdl un handicap parallelo a quello rappresentato da Grillo per il centrosinistra, immaginando la nascita di una "cosa bianca" formata da Udc, Udeur e Dini. Handicap molto parziale in realtà, perché stando al sondaggio Ipr il debutto di questa alleanza di centro sarebbe in grado di conquistare il 10,7 dei voti, penalizzando sì la Cdl di un buon 7,7%, ma rosicchiando i restanti consensi al centrosinistra e ancora una volta soprattutto al Pd, che con una seconda emorragia dopo quella provocata da Grillo scenderebbe ulteriormente al 25%.

Mastella ritorna arbitro. In questo caso su scala generale, davanti a una Cdl con il 46% e a un centrosinistra con il 43%, Casini, Dini e Mastella con il loro 10,7, diventerebbero arbitri della partita. Il sondaggio non prevede però l'eventualità di un quinto scenario, con la nascita della "cosa bianca" in assenza delle liste Grillo. E' la congiuntura "da quasi pareggio" a cui si faceva accenno precedentemente. Non riguarda il centrosinistra, che comunque nel suo complesso non si avvantaggerebbe della rinuncia del comico a correre, ma il Pd, che senza il drenaggio di Grillo potrebbe presentarsi ai centristi forte di un 30%, in sostanziale tenuta.

Ma a fare la differenza sarà il voto regionale. Proiezioni e intrecci di possibilità che fotografano una situazione di per sé alquanto ingarbugliata, ma che nella realtà lo è molto di più. Il sondaggio si riferisce infatti alla Camera, ma se si andasse alle urne con la "Calderoli" e il premio di maggioranza al Senato su base regionale, a risultare decisivo sarebbe ancora una volte il voto nelle regioni in bilico, con il centrosinistra in grado, in caso di un paio di successi "ben piazzati", di ottenere a Palazzo Madama numeri molto simili a quelli che la Cdl ha avuto in questi due anni di patimenti per il governo Prodi al Senato.

L'altalena degli indecisi. Da tenere conto, infine, l'elevato numero di indecisi, che oscilla tra il 34 e il 24 per cento. La percentuale più alta si ha nel caso si torni a votare con gli stessi identici schieramenti del 2006, fatto salvo il passaggio dell'Udeur nel campo berlusconiano. Se il Pd andasse da solo il numero scenderebbe drasticamente al 26%, riducendosi di altri due punti con la presenza delle liste Grillo.

(29 gennaio 2008)
 
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