L'abbandono della neutralità laica

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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 1/2/2008, 10:05




L'abbandono della neutralità laica
Lafayette
venerdì 01 febbraio 2008

Un bell’articolo del filosofo Jean-Claude Monod sulla svolta di Nicolas Sarkozy in tema di laicità:
Nel suo articolo "Laicità" sul Dizionario di Pedagogia ed Istruzione Elementare, Ferdinand Buisson scriveva che l’essenza dello Stato laico consisteva nel fatto ch’esso era : “ neutrale fra i culti, indipendente da ogni gerarchia clericale, distaccato da qualsivoglia visione teologica .
"Di là procedeva la necessità di neutralità da parte dell’insegnante laico, il quale, nell’esercizio delle proprie funzioni, non doveva prendere le parti, soggiungeva Buisson, né a favore, né contro qualsiasi culto, chiesa o dottrina religiosa". Questa esigenza non s’imponeva solo all’insegnante, ma a tutti i rappresentanti dello Stato (e , a fortiori, al primo di essi) nella sfera pubblica.
Il discorso di S.Giovanni in Laterano ed il concetto di "laicità positiva" avanzato da Nicolas Sarkozy, non si oppongono frontalmente a questa fondamentale esigenza di neutralità?
"Distaccato da qualsivoglia visione teologica" ?
Nicolas Sarkozy vi celebra la virtù teologale della speranza nella sua accezione religiosa, alla quale conferisce un valore più grande rispetto alle speranze secolariste, di modo che il raffronto fra l’insegnante ed il prete volge a favore del secondo.
"Neutrale fra i culti" ?
Manifestando ostentatamente la propria fede cattolica in un pubblico discorso, salutando la recente legge (detta legge "del velo") che proibisce l’ostentazione di simboli religiosi nelle scuole pubbliche, la cui approvazione starebbe a dimostrare "l’attaccamento dei francesi alla laicità"; o il Presidente soffre di un serio problema di logica o , piuttosto, suggerisce che una ostentata manifestazione di appartenenza religiosa nel quadro delle funzioni pubbliche non è incompatibile con la laicità allorquando si tratti del cattolicesimo, mentre sarebbe inaccettabile per l’islam.
E' noto che Sarkozy non fosse affatto favorevole alla legge. E' la nozione di "laicità positiva" che apre la breccia, sul piano teorico, nel principio di neutralità : il discorso suggerirebbe che la laicità sarebbe stata, sinora, negativa od ostile riguardo alle religioni, cosa che conduce ad una sorprendente svalutazione della legge del 1905: modello storico basilare concernente la più intima essenza della laicità francese, il cui pilastro è costituito dalla netta separazione tra politica e religione.
Ora, la legge del 1905 non era positiva o negativa rispetto alle religioni, ma neutrale e precisamente : "fondata sul principio della libertà di coscienza, garantisce a tutte le religioni il libero esercizio del culto, nel contempo escludendo la possibilità di un finanziamento pubblico dei culti o di una partecipazione del clero all’insegnamento pubblico, garantendo , altresì, per gli atei e gli agnostici dal subire il proselitismo religioso da parte dello Stato, come pure per i credenti di non subire la propaganda di Stato in favore dell’ateismo".
Credere di poter sostituire alla neutralità laica una laicità positiva conforme alla visione positiva che Nicolas Sarkozy ha delle religioni (e del cattolicesimo in particolare) é trasgredire questo principio fondamentale.
Immaginiamo che un futuro Presidente fosse un ateo convinto: se costui imitasse la politica inaugurata da Nicolas Sarkozy e , a propria volta, riversasse le proprie convinzioni nella sfera pubblica, avrebbe agio a proclamare ovunque (traducendo, con formule analoghe, in questa prospettiva, qualche estratto dai discorsi sarkozyani del Laterano e di Ryad ) che: "Dio non è che un illusione sotto la quale l’uomo si umilia" che "La Repubblica ha bisogno di atei militanti che non si lascino sviare da illusorie speranze e che lavorino al miglioramento reale, quaggiù, delle condizioni di vita umane" che "La Repubblica necessita di una morale sgombra da false trascendenze e risolutamente umana", che la vocazione del prete, che consacra la propria esistenza ad un essere fantasmatico, ha meno valore della missione di un insegnante…
Come reagirebbero i credenti a siffatte dichiarazioni?
Esse favorirebbero la pace civile?
Senza dubbio ricorderebbero a questo Presidente, dimentico del principio di neutralità, la massima di un artigiano cristiano della laicità , l’Abate Grégoire: "Cosa importa allo Stato della mia fede? che un individuo sia battezzato o circonciso, che preghi Gesù ,Allah o Jahweh, tutto questo è fuori dal dominio della politica .”
Con la sua “laicità positiva“, Nicolas Sarkozy ha deciso altrimenti. La religione deve importare, per lo Stato, o, piuttosto, forse, tutte le religioni (perlomeno monoteiste, a seguire la teologia politica del discorso di Ryad) devono, ormai, poter contare sul sostegno della Repubblica nella propria missione civilizzatrice.
Ma allora, piuttosto di pretendere una "leggera modifica" della legge sulla laicità del 1905, rendendole un omaggio formale, nel contempo amputandola di un principio fondamentale, il Presidente ed i suoi consiglieri in materia dovrebbero dire, francamente, che essi abbandonano il principio repubblicano della neutralità dello Stato e dei suoi rappresentanti, nella sfera pubblica in materia confessionale.
 
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