| Il giornalista: «La tv è antiveritativa, ma sono disposto ad un tdibattito in teatro» Aborto, salta il confronto Ferrara-Pannella Il direttore del Foglio non voleva un faccia a faccia televisivo. Esplode la rabbia del leader radicale
ROMA - Si è risolto in 20 minuti di «show» pannelliano l'annunciato faccia a faccia tra il leader radicale e Giuliano Ferrara a Unomattina. Grida e improperi di Marco Pannella contro l'inventore della lista «Pro-life», reo di aver chiesto di sostituire al confronto due finestre, una per sè e una per il leader radicale, nelle quale ognuno potesse sostenere le proprie posizioni senza alcun contraddittorio.
Pannella, come prevedibile, non ha acconsentito, esprimendo in diretta televisiva tutto il suo «sconcerto» per l'atteggiamento di Ferrara. A raccontare scena e retroscena è stato lo stesso Marco Pannella, piombato a Montecitorio di ritorno dagli studi Rai per annunciare una conferenza stampa alle 12. Argomento, quanto accaduto stamattina, ma anche lo stato delle trattative tra i radicali e il Pd alla vigilia dell'assemblea costituente del partito di Veltroni.
Ferrara, nel frattempo, giustifica la sua posizione: non «sottoporrò alla futilità delle opinioni a confronto» in tv il tema dell'aborto, nè con Pannella nè con altri. «Caro Pannella - dice il direttore de Il Foglio in una nota - questa mattina hai fatto una tremenda scenataccia in tv, a Raiuno, perchè non ho accettato di discutere con te di aborto. Duilio Giammaria e la sua collega Elisa Ansaldi erano sconcertati dalla tua violenza verbale. Io invece la capivo. Hai dato scandalo perchè pensavi che io rifiutassi di parlare con te della questione decisiva che ci divide aspramente. Ma non è così, e te lo spiego. Io non discuterò della vita umana, come se fosse un'opinione, con alcun candidato in tv. La tv è antiveritativa. Un bel mezzo per comunicare, rispettabile e fatto da persone rispettabili, tra cui io stesso fino a ieri. Ma sul ponte di Messina o sull'Ici valgono le opinioni, sulla vita umana e l'amore vale la solitaria e pubblica ricerca della verità». «Senza fanatismo - dice ancora Ferrara -, io penso di averla trovata, la verità sulla vita umana, e credo che sia giusto non esporla alla futilità delle opinioni a confronto. Se le norme non mi consentiranno di esporre, in par condicio con altri candidati, le mie idee sulla strage eugenetica in corso nel mondo, pazienza. Entrerò in clandestinità mediatica. I cittadini hanno il diritto di essere informati sulle idee di chi si candida alle elezioni, ma anche i cittadini hanno un'anima razionale. E le anime razionali possono comunicare tra di loro, liberalmente, anche fuori dalla televisione, se necessario. In qualunque momento sono disposto a discutere con te in un teatro di aborto. A Milano, per esempio. La settimana prossima, se lo vuoi. Il teatro - conclude - lo pago io con i miei soldi. Un abbraccio severamente dissenziente dal tuo vecchio amico talebano. Riguardati e stammi bene».
15 febbraio 2008
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