Mastella a un passo dalla resa

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DR_PanG
icon1  view post Posted on 6/3/2008, 19:18




Mastella a un passo dalla resa
Maniero sul Libero

Ironia della sorte: a portare l'Italia alle elezioni è stato lui. E proprio lui, se le indiscrezioni dovessero essere confermate, non sarà presente alle elezioni. Povero Clemente: ieri era ministro e potente. Era il boss di Ceppaloni, il Guardasigilli, il capo dell'Udeur. Dalle sue parole dipendeva il futuro dell'esecutivo. Fu quel suo famoso "no" ad affossare Romano Prodi. Alla sua corte arrivavano in tanti, politici ed elettori in cerca di posto.

Guardatelo ora: è capo, ma non si sa bene di cosa. È un generale, ma non ha un esercito. Ha costretto un governo alle dimissioni, cosa che, visto il governo in questione, dovrebbe essere un titolo di merito. E ciò nonostante nessuno lo vuole accanto. È come se fosse appestato. Ed è a un bivio: a poco più di un mese dal voto di aprile, non sa ancora come e con chi presentarsi al voto. E così, in cuor suo, sta decidendo di non presentarsi. Clemente Mastella sta per gettare la spugna. Questione di ore, dicevano ieri sera. L'annuncio ufficiale dovrebbe arrivare nella giomata di oggi.

Dovrebbe, perché in politica il condizionale è sempre d'obbligo. Di certo c'è che nel suo entourage circola una battuta, che tanto battuta non è. È la fotografia di un dramma politico, che può non dispiacere, che sicuramente a tanti di voi non dispiacerà affatto, ma che resta un dramma. La battuta: «È come se fossimo in aeroporto. Siamo pronti a partire. Dobbiamo solo comprare il biglietto. Ma non sappiamo se andare a Napoli o a Milano». E così, fermo all'aeroporto, Clemente Mastella per ora ha fatto una sola scelta ufficiale, l'unica che poteva fare: questa sera non sarà presente a "Otto e mezzo", il programma di approfondimento di LA7.

Non ci sarà perchè non sa cosa dire e cosa inventarsi. Perchè non si può andare in tv e parlare di elezioni se non si è ancora deciso se partecipare o meno alle elezioni. Perchè il re è rimasto solo. Clemente ha perso il regno e pure i sudditi, e in queste condizioni superare la soglia di sbarramento alla Camera e al Senato non è impresa difficile o disperata: è impresa impossibile. Nel giro di pochi giomi se ne sono andati il presidente dei senatori Tommaso Barbato, il vicesegretario Antonio Satta, amministratori locali ed ex fedelissimi. Accanto gli è rimasto solo Mauro Fabris, capogruppo uscente alla Camera.

Nel Lazio il partito non c'è più. In Calabria e in Basilicata c'è, ma solo per metà, o forse un quarto. Persino la sua Campania lo ha tradito: quattro sindaci hanno abbandonato Clemente. Un vicesindaco ha fatto altrettanto. E non era un vicesindaco qualsiasi. Era quello di Ceppaloni, il cuore del regno, il simbolo mastelliano per eccellenza. Tutto nacque a Ceppaloni. E tutto muore (o sta morendo) a Ceppaloni. Fu di qui che Clemente partì. Erano i primi anni Settanta. Più o meno un secolo fa. Mastella, laureato in filosofia, giornalista, lavorava in Rai. La leggenda, e non solo quella, racconta di un giovane intraprendente che aveva un chiodo fisso, un vezzo: non amava la pausa pranzo. Tutti gli altri lasciavano la redazione per il classico panino o tramezzino.

Lui rimaneva al suo posto. Aveva altro da fare. Si era in tempo di elezioni e lui era candidato. Facciamola breve: il giovane giornalista approfittava della pausa pranzo per fare un po' di telefonate. Abbastanza particolari. Chiedeva ai centralinisti di metterlo in comunicazione con i Comuni del suo collegio elettorale. E chiedeva anche una cortesia: «Per favore, dica che sono il direttore della Rai». A chi rispondeva al telefono, il "direttore" segnalava che nelle liste della Dc c'era un suo giovane e bravo dipendente, un tal Clemente Mastella, originario di Ceppaloni e ben visto da De Mita, che prometteva bene. Funzionò: mamma Rai non ha mai tradito i suoi figli.

Clemente non ha mai tradito le origini. Qualche compagno 0 amico politico forse sì, le origini no: era al centro e resta al centro, ottima posizione per potersi schierare prima con Silvio Berlusconi (ministro del Lavoro) e poi con Romano Prodi (ministro della Giustizia). Solo che ora Clemente ha un problema in più, che non è quello dei centralinisti che non possono fare telefonate per gli interessi personali di un redattore Rai e neppure quello di un partitino schiacciato dagli schieramenti maggiori: al centro Clemente Mastella è rimasto in bompagnia di se stesso e pochi altri. E non ne fa mistero. Qualche giorno fa si è sfogato: «Quando un partito è in difficoltà, è difficile trovare eroi.

E in giro, in effetti, non ne vedo tanti. Non tutti reggono nella tempesta. Pensavo che sulla tolda di comando io avessi dei marinai, e invece avevo solo una ciurma». L'ammiraglio Clemente Mastella, per sua stessa ammissione, è stato appiedato dai mastelliani. Preso e gettato a mare. Paga per le colpe sue e degli altri politici, per via della Casta e dell'immaginario collettivo che lo ha promosso a capo della Casta. Paga, anche, per la bufera giudiziaria che si è abbattuta sulla sua famiglia e sul suo partito. Ma paga soprattutto perchè è stato bravo, bravissimo: ha allevato una schiera di politici che sanno tutto del mastellismo. E che appena si sono accorti che la barca stava affondando, si sono dileguati. E gli altri schieramenti se li sono pure presi.
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 6/3/2008, 22:39





Il telegiornale ha confermato! è vero! Mastella si è definitivamente ritirato! :rulez: :rulez: :rulez:

Uno in meno! :yo: :yo: :yo:


Come godo!
E non chiedetemi perché!
 
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>-R3D-<
view post Posted on 6/3/2008, 22:43




Shhhh, ha solo detto arrivederci >__>
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 6/3/2008, 22:47




CITAZIONE (>-R3D-< @ 6/3/2008, 22:43)
Shhhh, ha solo detto arrivederci >__>

Vabbè che è democristiano e quelli non muoiono mai,però dal punto di vista morale vuol già dire tanto,come ben si evince dal post di DrPanG!
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 7/3/2008, 10:05




eheh, Pang, sei il nostro evangelista(ovvero portatore di buone novelle). ci sentiamo su MSN! :ovvio:
 
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DR_PanG
view post Posted on 7/3/2008, 19:39




;) non potevo non portarvi a conoscenza di questo miracolo
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 8/3/2008, 10:33




"La Stampa", 04 Marzo 2008, pag. 8

VERSO IL VOTO

Mastella, la grande fuga

L’amore finito/L’addio via lettera del vicesegretario Satta: «Non sono
un traditore e capisco il tuo calvario»


L’ultima e più cattiva delle battute coniate a corollario della liquefazione dell’Udeur - e del malinconico declino del suo leader, Mastella - recita così: «Ormai ci manca solo che pure la moglie lasci Clemente...». Infatti, tutti quelli che potevano farlo lo hanno già fatto: senatori, deputati, vicesegretari, amici d’infanzia e perfino il vicesindaco di Ceppaloni, che è come se - si perdoni il paragone - Gianni Letta abbandonasse il Cavaliere: ma poiché ha «appreso della decisione di candidare il dottor Cataudo Claudio a sindaco di Ceppaloni e il cugino dottor Cataudo Alfredo alla Provincia, per altro ambedue della frazione di Beltiglio», anche il vicesindaco Carmine Tranfa sbatté la porta e se andò.

Non sono molti gli esempi di partiti sbriciolatisi come grissini nel giro di un paio di settimane: il Psi di Bettino Craxi ci mise di più, e perfino per il Pcus - travolto dalla storia e non da De Magistris - ebbe una fine più laboriosa. L’Udeur, invece, si è dissolta in un batter di ciglia: tanto che ieri sera, chiuso in ufficio col suo capogruppo alla Camera, Fabris («Se almeno lui resterà con me? Non lo so...»), Mastella aveva serie difficoltà a compilare addirittura le liste: «Quando ci sono gli abbandoni candido la povera gente, gli umili», aveva spiegato di buon mattino di fronte alle telecamere di Canale 5. A sera, però, perfino trovare degli umili e della povera gente sembrava esser diventato un problema...

Tutti fuggiti a gambe levate, bruciante conferma di quanto fossero non commerciabili i valori fondanti del partito appena evaporato. Ieri, gli ultimi in ordine di tempo a disertare sono stati l’intero gruppo dirigente dell’Udeur umbro - parlamentari e segretari - e il noto senatore Tommaso Barbato: quello, per intenderci, che nell’aula di Palazzo Madama sputò sul collega Cusumano, reo di non aver voluto seguire l’Udeur nel voto col quale affossò il governo Prodi. Barbato se ne va rivendicando - si direbbe senza nemmeno autoironia - di non essersi «mai risparmiato in Campania e, da ultimo, nell’aula parlamentare del Senato»: luogo nel quale, effettivamente, nell’ultima tempestosa seduta non risparmiò né sugli insulti né sulla saliva.

Nel fine settimana aveva invece lasciato uno dei vicesegretari dell’Udeur, Antonio Satta: il sabato ha abbandonato il partito, la domenica ne ha fondato un altro, il Pas (Popolari autonomisti sardi). Vale la pena di citarlo, perché la lettera con la quale ha comunicato il suo addio a Mastella, offre la misura esatta di cosa sia nella realtà un “partito personale”: «Sono stato sempre corretto e amico vero... Sono stato vicino a te e alla tua famiglia con sincero affetto... Non merito il tuo gelo perché non sono un traditore e non mi sono mai divertito a trattare di qua o di là... Comprendo il tuo calvario e vorrei fare l’impossibile per rivederti di nuovo nel ruolo di vero, grande leader». Quasi una dolorosa lettera dopo un amore finito. Comunque, visto che nemmeno a Satta riesce l’impossibile, ha preferito accontentarsi del possibile: un nuovo partito, una nuova avventura e che Dio gliela mandi buona.

Ma in fondo è vero: quelli che scappano dall’Udeur lo fanno quasi con dolore, e certo obbligati dal fatto che la nave affonda. Perché Mastella ha davvero sempre avuto una parola buona per tutti, se poteva aiutare lo faceva, una raccomandazione qui, un aiuto lì, e poi le grandi abbuffate sannite, la festa del partito, un potere certo opprimente nel suo «regno» dove davvero non si muoveva foglia che Clemente non voglia. Un modo di far politica antico, del quale non se ne poteva più: ma invecchiato in un istante, troppo rapidamente perché Mastella riuscisse a rendersene conto. Nemmeno un mese fa difendeva a viso aperto la pratica della raccomandazione e la filosofia della lottizzazione: sicuro che anche stavolta la bufera sarebbe passata.

Non aveva colto il salto del tempo e quel che andava accadendo nei due grandi partiti in formazione. In verità, accoltellato Prodi, da Veltroni non s’aspettava niente: era da Berlusconi che s’attendeva riconoscenza. Sabato scorso, invece, ha capito che era finita: «Il discorso con Mastella è chiuso - sentenziò il Cavaliere -. Non c’è sintonia tra l’immagine rappresentata da un certo modo di fare politica e quello che è il sentimento del Popolo delle libertà». Non se l’aspettava, ma rinunciando - almeno per ora - a svelare promesse tradite e accordi violati, ha tentato di uscire di scena dignitosamente: «Se non avrò il voto della mia Campania, pazienza... torno a fare le cose che facevo da ragazzo». E in ultimo, una velenosa profezia: «Pare che io sia il male del Paese... Pazienza, se si elimina il male eliminando Mastella, ne sono contento. Ma davvero non credo che sarà così». Magari ha ragione. E come si dice in casi così, chi vivrà vedrà...
 
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almylai
view post Posted on 8/3/2008, 21:36




Boselli: offro posto a Mastella
Nel Pdl si candida Ettore Riello e forse anche Ciarrapico

(ANSA) - ROMA, 8 MAR - 'Offro a Mastella di essere capolista completamente indipendente del Senato in Campania'. Cosi' Enrico Boselli, leader del Partito Socialista.

'Gli ho espresso la mia solidarieta' per come si e' conclusa la vicenda Why not - ha detto - gli offro il diritto di tribuna nelle liste del mio partito'. Mastella ringrazia: ''Rispondero' domani''. Il Pdl ha invece arruolato Ettore Riello, cugino del presidente degli Industriali Veneto, e potrebbe proporre l'editore Giuseppe Ciarrapic
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 9/3/2008, 10:56




CITAZIONE (almylai @ 8/3/2008, 21:36)
Boselli: offro posto a Mastella
Nel Pdl si candida Ettore Riello e forse anche Ciarrapico

(ANSA) - ROMA, 8 MAR - 'Offro a Mastella di essere capolista completamente indipendente del Senato in Campania'. Cosi' Enrico Boselli, leader del Partito Socialista.

'Gli ho espresso la mia solidarieta' per come si e' conclusa la vicenda Why not - ha detto - gli offro il diritto di tribuna nelle liste del mio partito'. Mastella ringrazia: ''Rispondero' domani''. Il Pdl ha invece arruolato Ettore Riello, cugino del presidente degli Industriali Veneto, e potrebbe proporre l'editore Giuseppe Ciarrapic

Per la serie "potrei comprendere(visto che in Campania Mastella ha un bacino elettorale numericamente utile al PS per passare lo sbarramento), ma non condivido".
:umm:
 
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SocialEma
view post Posted on 9/3/2008, 11:21




anche io...ma rovinare cosi l'unico partito laico significa dire addio a tutto...
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 9/3/2008, 11:36




comunque, ecco più o meno la mia espressione di ieri sera quando ho appreso la notizia... :xd:

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A quanto vedo, nei forum socialisti i più sono rimasti perplessi, per non dire incazzati.
la legge del marketing del "se ne parli bene o male, purché se ne parli" temo che non pagherà.
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 9/3/2008, 14:15





''Non sciolgo però il mio partito anche se lo rinnoverò dalle fondamenta''
Mastella: ''Ringrazio Boselli ma non mi candido''
Il segreterio dei Popolari Udeur irifiuta l'offerta del leader socialista: ''Non voglio dare l'idea ostinata di rincorrere a tutti i costi il seggio''.



Roma. 9 mar. - (Adnkronos) - "Ringrazio Boselli per la sua offerta di candidatura e lo ringrazio per aver esercitato un atto di generosità rispetto a relazioni umane e politiche da me vissute in questo periodo dove il cinismo, il venir meno alla parola data e le ipocrisie hanno prevalso sul buon senso, sulla correttezza e sulla politica. Ho deciso però di non giocare questa partita''. Lo afferma il segreterio dei Popolari Udeur Clemente Mastella.

"Non voglio dare l'idea ostinata di rincorrere a tutti i costi il mandato parlamentare. La politica e i miei valori possono trovare altri modi di espressione. Non sciolgo però il mio partito anche se lo rinnoverò dalle fondamenta puntando su nuovi modelli e sull'attenzione seria al sud, e non solo -continua Mastella- Ciò che invidio a Boselli è la dignità e la compattezza del suo gruppo dirigente che, nonostante una legge elettorale infame, fa la sua battaglia con grande serietà e convinzione".

"Per quanto riguarda me, ritengo che i fatti di questi giorni dimostrino a sufficienza come sia stato forzato il corso delle cose e come tutti gli eventi mediaticamente, politicamente e giudiziariamente siano stati ad arte piegati contro di me. Stare fermo un giro non è poi la fine del mondo. Troppa forzata è la situazione che non potrà reggere a lungo ed allora, se ci saranno le condizioni, l'arrivederci ai miei amici e ai miei elettori rimane -conclude il leader del Campanile- Per quanto in tutti questi anni io sia vissuto, e impastato di politica parlamentare, dedicarsi anche a cose diverse non sarà poi così male".
 
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Chaos Phoenix
view post Posted on 9/3/2008, 16:45




Questo Boselli non lo doveva fare,neanche per interesse.
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 9/3/2008, 17:28




Boselli non è il PS, e pare che nemmeno la dirigenza sapesse di questa trovata...
 
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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 9/3/2008, 19:04




Boselli: lontano da Mastella ma vicino a chi subisce ingiustizie

domenica 9 marzo 2008

“Nulla mi unisce a Mastella ma tutto mi unisce a chi subisce una ingiustizia”. Lo afferma il Enrico Boselli, spiegando le motivazioni che lo hanno indotto a offrire all’ex ministro della Giustizia una candidatura da indipendente nelle liste del Partito socialista in Campania al Senato. “Questa vicenda - prosegue il leader socialista - ha delineato la differenza tra noi socialisti le altre forze politiche in questa tornata elettorale. Il Pd e la Pdl stanno conducendo una vergognosa campagna guidata da una ricerca esasperata del consenso. Per una manciata di voti sono disponibili a rinunciare a tutto, valori e principi. Mastella è stato corteggiato da destra e da sinistra, ha partecipato a governi di destra e di sinistra e, appena caduto in disgrazia, è stato abbandonato da tutti: amici e nemici, cattolici e non. A questo punto chi è fiero come noi di essere avversario politico di uno dei più grandi sostenitori del family day ha teso la mano a una persona che è stata vittima di una giustizia sommaria. Queste le ragioni - conclude Boselli - per le quali ho offerto il diritto di tribuna in qualità di indipendente a Mastella queste le ragioni per le quali comprendo il motivo per cui Mastella non ha potuto accettare”. Mastella ha declinato l’offerta ringraziando Boselli : " per aver esercitato un atto di generosità rispetto a relazioni umane e politiche da me vissute in questo periodo dove il cinismo, il venir meno alla parola data e le ipocrisie hanno prevalso sul buon senso, sulla correttezza e sulla politica". "Ciò che invidio a Boselli -ha proseguito Mastella - è la dignità e la compattezza del suo gruppo dirigente che, nonostante una legge elettorale infame, fa la sua battaglia con grande serietà e convinzione".
 
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18 replies since 6/3/2008, 19:18   334 views
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