Zapatero è uno ed è socialista

« Older   Newer »
  Share  
L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 12/3/2008, 16:01




Zapatero è uno ed è socialista

• da Il Riformista del 12 marzo 2008, pag. 1

di Enrico Boselli

Caro direttore, la corsa a mettere il cappello sulla vittoria socialista di Zapatero ha sfiorato il ridicolo e in questa gara surreale Walter Veltroni, come al solito, si vuole piazzare ai primi posti. Lo dimostra nel suo articolo pubblicato ieri dal Riformista. Anzi, in questa competizione all'italiana si svolge un duello surreale tra chi è più «zapaterista» tra la Sinistra Arcobaleno che ha come candidato premier Bertinotti, che vanta con orgoglio di essere stato e di essere un comunista, e un Partito democratico che non ne vuole proprio sapere di diventare, se non l'omologo, almeno l'equivalente in Italia della socialdemocrazia europea. Nel profluvio di elogi non dà alcuna importanza a che cosa dice Zapatero, né a quale sia stata la sua azione di governo e neppure al suo programma elettorale impostato sul «socialismo dei cittadini», ma dà rilievo solo al fatto che ha vinto, rivelando che ciò che conta per lui, è solo e soltanto il potere. Anzi, il dato più importante dei risultati spagnoli sarebbe l'accentuazione del bipartitismo in Spagna. Veltroni stesso, tuttavia, deve ammettere che Zapatero non ha mai accennato al «voto utile» e non gli viene neppure in mente che il premier spagnolo non l'ha fatto perché in una concezione democratica e liberale esiste solo il «voto libero».



L'importanza della vittoria socialista di Zapatero - lo stretto rapporto tra modernizzazione economica e modernizzazione civile - non può però sfuggire a nessuno. Quindi chi vuole, come Veltroni, prendere solo la modernizzazione economica o chi, come Bertinotti, solo la modernizzazione civile, si muove in senso contrario all'impostazione politica con la quale il leader socialista spagnolo ha vinto le elezioni. E in questo ambito la laicità è stato un plusvalore, per usare un'espressione di Gian Enrico Rusconi, in un suo commento su La Stampa, che «ha certamente rafforzato la prospettiva 'socialista' della politica zapateriana».



Non si può ignorare, quindi, che nelle elezioni spagnole si è svolto un braccio di ferro tra i settori più integralisti delle gerarchie ecclesiastiche e Zapatero, credente ma reo di aver introdotto il matrimonio tra gay e il divorzio breve e di voler ampliare i diritti civili in Spagna.



Questa contesa è davvero rilevante perché la Spagna cattolica era stata considerata sempre una sorta di fanalino di coda sui temi della laicità e dei diritti civili, in compagnia solo dell'Italia e della Polonia, e invece si è rivelata, come accadde da noi con il referendum sul divorzio e con quello sulla legge sull'aborto, un paese moderno e civile. Non si può neppure far finta di non vedere che vi è un abisso tra le posizioni della Sinistra Arcobaleno e quelle del socialista Zapatero in materia di politica economica e sociale. Infatti le posizioni della Sinistra Arcobaleno, dove i comunisti sono in netta prevalenza, sono assai arretrate: ostile in linea di principio alla flessibilità e alle liberalizzazioni, contraria alle infrastrutture, prigioniera di una visione paralizzante dell'ambientalismo e di una concezione movimentista riproposta sui vecchi schemi della lotta di classe. Non si coglie così il nesso che deve essere stabilito tra sviluppo sostenibile e sicurezza sociale, che è alla base di un nuovo sistema di sicurezza sociale che impedisca che alla discontinuità del lavoro si accompagni l'intermittenza del reddito e la mancanza di strumenti di aggiornamento e di riqualificazione professionale per il più rapido reinserimento nel mondo del lavoro.



La vittoria di Zapatero in Spagna, accompagnata dal successo dei socialisti in Francia alle amministrative, dimostra che il socialismo è la forza più forte e innovativa in Europa. Talvolta si cerca di screditare la socialdemocrazia europea descrivendola con una caricatura, come se fosse attaccata a vecchi dogmi ideologici, mentre al contrario ne è tra le più lontane. Di frequente è stata posta la domanda sul perché i socialisti italiani non hanno accettato di sciogliersi nelle liste del Partito democratico e al contrario hanno deciso di presentare il proprio simbolo alle elezioni. Questa nostra decisione non è nata da antichi furori ideologici, come se noi fossimo diventati la guardia della purezza ideologica, e ci scandalizzassimo di tutto ciò che è innovazione. Non abbiamo accettato quello che si presentava come un diktat perché noi consideriamo il partito democratico non più avanzato, ma molto più arretrato delle socialdemocrazie europee. E ciò non è dovuto al fatto che nel partito democratico ci sono i «cattolici», cosa che avviene anche nel partito socialista. E’ invece dovuto al fatto che i democratici di Veltroni non accettano quello stretto rapporto tra modernizzazione economica e modernizzazione civile che è la chiave dell'innovazione politica delle socialdemocrazia europea e degli stessi democratici americani alla Clinton o alla Obama. Di prove di questo atteggiamento se ne possono fornire a iosa. Da ultimo, in uno dei suoi comizi di ieri nel Veneto, Veltroni ha avuto parole di apprezzamento verso il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Bagnasco, per aver sollevato la questione sociale, senza tuttavia aggiungere neppure una parola per difendere la laicità dello Stato, i diritti civili e la legge sull'aborto dalla sua rinnovata offensiva integralista. Questo atteggiamento dimostra una subalternità culturale che rivela una vecchia mentalità, nella quale il rapporto tra lo Stato e la Chiesa deve essere basato sui reciproci rapporti di forza invece di essere fondato sui principi della democrazia liberale.



I socialisti in tutta Europa sono impegnati come noi in Italia a difendere la laicità che è un sinonimo di libertà. E non è solo Zapatero che è a favore del divorzio breve e per il matrimonio tra i gay. Gordon Brown, figlio del reverendo John Ebenezer della Chiesa di Scozia, chiamato per la sua fede religiosa il «figlio della canonica», è impegnato a far approvare una legge per la fecondazione e per l'embriologia che consentirà alle coppie lesbiche di essere registrate come genitori e ai laboratori di creare «embrioni chimera», prodotti unendo cellule umane e animali con lo scopo di far avanzare la scienza medica. Se ci azzardassimo a fare queste proposte in Italia, ci metterebbero subito al rogo anche se, per intanto, siamo sanzionati dal silenzio della stampa e delle tv, per la verità rotto solo quando proprio non se ne può fare a meno.



Le idee più innovative sono dei socialisti europei. In Italia manca un forte partito socialista che ne sappia portare avanti le battaglie e noi ci stiamo impegnando in questa campagna elettorale perché i socialisti ci siano e siano in grado di smuovere una situazione nella quale l'Italia paga in termini economici e civile l'arretratezza del suo panorama politico rispetto all'Europa.



PS: È davvero il colmo dell'ipocrisia che Veltroni, commentando la vittoria di Zapatero e del Ps francese, non abbia mai nominato la parola «socialista» nel suo articolo di ieri sul Riformista.
 
Top
0 replies since 12/3/2008, 16:01   121 views
  Share