| - Vince il Pdl. Trionfa Silvio Berlusconi che torna a Palazzo Chigi. Vince la Lega che aumenta i consensi fino a sfiorare il 9%. A scrutinio terminato la dimensione del successo della coalizione del Cavaliere appare evidente e non contestabile. Il Pdl ha la maggioranza sia alla Camera che al Senato, numeri che definiscono una maggioranza salda per governare. L'alleanza di centrodestra guadagna il 47,3% dei voti al Senato contro il 38% ottenuto da Partito democratico e Italia dei valori. Alla Camera l'alleanza guidata da Berlusconi ottiene il 46,7% dei voti, quella guidata da Veltroni il 37,7%. Al Senato il Pdl potrà contare su 171 senatori (144 al Pdl, 25 alla Lega Nord e due al Mpa) contro 116 del Pd e 14 dell'Idv. L'Udc ne avrà tre, la Svp 2; la Lista Svp-Insieme per le autonomie 2; la lista Vallee d'Aoste 1.
Ancora più netta la situazione alla Camera: la coalizione Pdl-Lega-Mpa avrà 340 seggi, la coalizione Pd-Idv ne avrà 239. Berlusconi si aggiudica 12 regioni italiane su 18: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna. Veltroni prevale in Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata. In Trentino Alto Adige il Pdl ottiene 3 seggi su 7.
"Sono commosso per il risultato elettorale che si profila e per la prova di fiducia che si profila. E' un risultato che avevo previsto - dice Berlusconi - Ho gradito gli auguri di Veltroni e ho già in testa la squadra di governo". Poi un rilancio a sorpresa sul tema delle riforme: "Si potrebbe riesumare la bicamerale per le riforme, così come era stata impostata nel 1994".
Un successo che vede una netta avanzata della Lega che peserà molto nelle future scelte di governo. Un boom spinto dal successo del Carroccio nei suoi feudi settentrionali, in particolare nel Veneto, dove il dato indica il Carroccio oltre il 22% e la Lombardia, dove addirittura sfonda il tetto del 25%. Più del doppio rispetto alle elezioni del 2006, quando la Lega aveva l'11,1%.
Walter Veltroni vede i dati e capisce che il suo sogno si è infranto su un un pugno di regioni definite "in bilico": Campania, Abruzzo, Liguria, Sardegna e Lazio. Ammette la sconfitta il segretario del Pd e, in serata chiama il Cavaliere dandogli atto della vittoria. poi spiega: "Per noi si apre una stagione di opposizione nei confronti di una maggioranza che avrà difficoltà a tenere insieme ciò che è difficile tenere insieme. Noi siamo disponibili per le riforme".
Nel frattempo si consuma il dramma della Sinistra Arcobaleno che non entra in nessuna delle due camere. Un vero tracollo che apre scenari imprevedibili per la sorte dell'alleanza guidata da Fausto Bertinotti che ammette la sconfitta e annuncia la sua decisione di lasciare "la carriera da dirigente".
Soddisfatto, invece, Antonio Di Pietro che raddoppia i voti e conquista 28 seggi alla Camera e 14 al Senato, mentre l'Udc di Pier Ferdinando Casini si attesta poco sotto il 6% e promette un'opposizione "costruttiva".
Pessimo, invece, il risultato dei socialisti (0,9%) con il segretario socialista Enrico Boselli che annuncia le dimissioni. Fuori dal Parlamento anche la Destra che si ferma sotto il 3%. Ma "un milione di italiani ha votato il mio partito" dice Daniela Santanchè.
(14 aprile 2008)
|