Ferrara "Spernacchiato" dagli italiani

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SocialEma
icon1  view post Posted on 15/4/2008, 16:09




"Al mio grido di dolore su un tema drammatico e vero, gli italiani hanno risposto con una sonora pernacchia". Giuliano Ferrara è stanco, la faccia pallida, stropicciata come la camicia. Anche nella sconfitta non rinuncia all'ironia, all'eccesso per commentare i risultati delle elezioni che bocciano i suoi sogni parlamentari ed "etici". Drasticamente cancellati, visto che il suo partito Pro life, "Aborto no grazie", è allo "0,00 qualcosa. Praticamente impercettibile. Una catastrofe".

Dopo una "pennica" rigorosamente senza tv mentre l'Italia scrutinava i voti e dava in diretta le prime proiezioni - "ero esausto, ho fatto tutta la campagna con una brutta infezione" - in serata è nel suo quartier generale affogato da pile di giornali, libri tra i quali campeggia "La storia di Cristo" di Giovanni Papini. Parla lentamente, ma con passione nel suo ufficio di direttore de Il Foglio, dove è nata la "lista pazza" come la chiama, sentendosi forse novello don Chisciotte contro i mulini a vento, visto i risultati da microscopio.

Come è il suo carattere polemico, eccessivo e diretto, non si nasconde. Non cerca giustificazioni e assoluzioni per quella che definisce "una sconfitta di notevoli dimensioni, insomma una vera catastrofe".
Un fallimento elettorale totale, commenta lui che sperava di farsi votare da almeno "4 italiani su cento: evidentemente l'idea di una lista improvvisata, solitaria su un tema etico, si è rivelata sbagliata. E la colpa è tutta e solo mia". Ferrara, analista, polemista e commentatore politico dichiara di non sapere cosa non abbia funzionato, "forse era semplicemente la lista sbagliata al momento sbagliato, forse non sono stato bravo io a comunicare. O ero la persona sbagliata nel farlo, visto che non sono riuscito a convincere che non volevo togliere la legge ma mettere in discussione un comportamento diffuso sul tema. Questo risultato comunque dimostra il fatto che l'aborto è considerato un compagno di viaggio a cui l'uomo occidentale non vuole rinunciare".

E neppure lui rinuncia. L'esperienza politica finisce qui - "difficile con questi voti pensarmi ministro alla Salute" - ma la campagna proseguirà sulle pagine del giornale anche perché "i primi appuntamenti su cui il governo dovrà confrontarsi saranno le nuove linee guida della legge 40, la pillola Ru486".
Parla di fallimento, di sconfitta, "anche se non vi è nulla di disonorevole nel perdere", ma sotto sotto i suoi uomini sono invece soddisfatti. Certo, nessun rappresentante in Parlamento, ma appoggi, dichiarazioni in linea da parte di diversi esponenti della Pdl "e poi in fondo questa campagna elettorale è stata una vittoria perché abbiamo riportato al centro del dibattito politico temi come la vita maltrattata, l'aborto", dice Maurizio Crippa, candidato e giornalista de Il Foglio.

Nel giorno della sconfitta della sua lista, ma di vittoria di Berlusconi, Ferrara non risparmia gli elogi al futuro premier. Lo definisce "un uomo che risulterà nella storia come il dominatore di vent'anni di vita politica italiana dopo che i magistrati hanno messo in galera i partiti che avevano fatto la Costituzione".
Già, i magistrati. Parlargli del successo elettorale di Di Pietro e vederlo rabbuiarsi è tutt'uno: "Sono a lutto. Chi lo ha votato lo ha fatto sentendo ancora il rumore delle manette", dice. Mentre una sottile preoccupazione gliela provoca anche l'exploit della Lega: "Hanno dei lati umorali che non sono la mia tazza di tè ma in fondo sono un partito di governo, con una struttura solida". Per lo sconfitto Veltroni l'onore delle armi, il riconoscimento del fair play in campagna elettorale. A cui aggiunge persino un'aria preoccupata: "Chissà cosa gli diranno ora i suoi. Eppure non poteva accadere altro, non poteva che perdere avendo alle spalle un governo fallito, una coalizione fallita".

(15 aprile 2008)
 
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