Debito pubblico e sostenibilità/1

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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 5/10/2007, 17:35




[Nota per DR_PanG: non sapevo se mettere questo argomento in "Mi manda l'Internazionale"(il debito è un sintomo dell'"Italia che non va") oppure in "Filosofia e Teorie"(trattandosi di un argomento di teoria economica). Per ora l'ho messo in questa sezione, vedi tu poi dove metterlo.]

L'approfondimento che segue è tratto da http://www.studiamo.it/blog/debito-pubblico.html
Tutti parlano di questo mostro chiamato debito pubblico, ma pochi sanno che cos'è in dettaglio, e perché si è venuto a creare e ad ingigantire. Spero che questo documento possa chiarire molti dei vostri dubbi.
Un'unica nota: l'articolo è di 2 anni fa, quindi i dati non sono recentissimi e alcune previsioni si riferiscono ormai al passato.


Sostenibilità del debito pubblico. Il caso italiano.

Se lo Stato ricorre in modo persistente all’ indebitamento per finanziare la spesa in eccesso, può sorgere un problema di sostenibilità del debito pubblico: mano a mano che il debito si accumula, infatti, crescerà la spesa per interessi sul debito e lo Stato dovrà emettere in misura crescente nuovo debito non solo per finanziare il disavanzo, ma anche per pagare i crescenti interessi sul debito accumulato. Di conseguenza, il debito pubblico si autoalimenta, con il debito accumulato che produce continuamente maggior debito per finanziare la crescente spesa per interessi.

Se un Governo supera la propria capacità di indebitamento, misurata in relazione alla solidità della sua economia e alla fiducia che riscuote nei mercati, sempre meno titoli di quel paese saranno domandati, e i tassi di interesse che esso dovrà pagare per convincere gli investitori a sottoscrivere i propri titoli schizzeranno all’insù, causando una esplosione del debito, che sfuggirà al controllo dello Stato. Nel migliore dei casi, lo Stato sarà obbligato ad abbandonare la strategia di finanziamento mediante indebitamento e ad attuare una rigida politica fiscale restrittiva per generare avanzi primari e riuscire a ridurre l'esistente stock di debito; nel peggiore dei casi, lo Stato può arrivare alla bancarotta e/o al consolidamento e alla ristrutturazione del suo debito, ossia alla decisione da parte dello Stato di non restituire più il denaro che gli è stato prestato oppure di restituire solo i debiti a scadenza più lunga, ovvero di ridefinire completamente tempi ed oneri per la restituzione del debito contratto.

Per valutare correttamente la capacità di indebitamento e la sostenibilità del debito pubblico, è opportuno considerare l'andamento nel tempo del rapporto debito/ PIL.
La stabilità nel tempo del rapporto debito/PIL indica che il debito cresce nella stessa proporzione del PIL e che il paese ha la capacità di creare le risorse per ripagare il debito contratto: esso è indice di sostenibilità del debito pubblico.

A sua volta, l’andamento nel tempo del debito in rapporto al PIL dipende da almeno due fattori: dall'evoluzione del saldo primario e dal rapporto tra il tasso d'interesse reale (tasso di interesse al netto dell’inflazione) e tasso di crescita del PIL reale.

Per ciò che concerne il saldo primario, va ricordato che esso è definito come la differenza tra spesa pubblica (senza considerare il servizio del debito, cioè gli interessi) ed entrate fiscali e, pertanto, se la spesa pubblica eccede le entrate fiscali, allora si avrà un disavanzo primario, mentre nel caso opposto si avrà un avanzo primario.

Link Parte 2

Edited by L'Avvocato del Diavolo - 10/1/2008, 16:37
 
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