Debito pubblico e sostenibilità/2

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L'Avvocato del Diavolo
view post Posted on 5/10/2007, 17:38




Se il disavanzo primario aumenta, allora possono esistere problemi di crescita e insostenibilità del debito contratto dallo Stato. In tal caso, solo se il volume del debito non è troppo alto e il sistema economico cresce a un ritmo superiore al tasso di interesse reale, allora il paese può essere in grado di creare risorse sufficienti a ripagare gli interessi sul debito, senza che si verifichi alcuna esplosione.
La contemporanea presenza di un disavanzo primario e di un tasso d'interesse reale maggiore del tasso di crescita del PIL comporta che l'economia del paese non è in grado di creare le risorse necessarie per ripagare neanche i soli interessi sul debito che lo Stato ha contratto: il debito è destinato ad esplodere e, pertanto, non è sostenibile. Si tratta della situazione creatasi in Italia alla fine degli anni Ottanta.

In seguito alla politica di risanamento intrapresa a partire dal ’92, l’ Italia è entrata nella terza ipotesi di scuola, più complessa ed interessante, e cioè la contemporanea presenza di un avanzo primario e di un tasso d'interesse reale superiore al tasso di crescita dell'economia.
In questo caso lo Stato ha un'unica possibile soluzione al problema della sostenibilità, che consiste nell'attuare rigorose politiche finanziarie e/o fiscali restrittive che generino consistenti avanzi primari, sufficienti a invertire la dinamica esplosiva del debito pubblico.

E' stata questa la soluzione adottata dal governo italiano: in presenza di un elevato tasso d'interesse sui titoli del debito pubblico italiano che veniva richiesto dai mercati finanziari internazionali a causa di un elevato rischio di insolvibilità dell'Italia, sono state attuate rigorose politiche di risanamento della finanza pubblica volte a generare consistenti avanzi primari e a guadagnarsi la fiducia dei mercati, determinando così una riduzione del "rischio-paese" e, quindi, del tasso d'interesse chiesto dagli investitori finanziari internazionali sui titoli del debito pubblico italiano. Per uscire completamente dal tunnel occorrerebbe che il tasso d'interesse risultasse inferiore al tasso di crescita della nostra economia, allora sarebbe scongiurato il rischio di esplosione del debito e si aprirebbero spazi per una possibile riduzione della pressione fiscale nel nostro paese.

In realtà il trend dei conti pubblici italiani non solo non ha ancora imboccato questa strada, ma risulta peggiorato negli ultimi anni con la progressiva riduzione dell’avanzo primario accumulato, sino al quasi totale azzeramento nel 2005. Ciò, come già spiegato, significa che l’onere degli interessi sul debito non è coperto né da sufficienti entrate fiscali, né dalla crescita, che risulta sempre inferiore al tasso di interesse reale. In altri termini, il debito ha ripreso a crescere in proporzione al PIL, di nuovo dopo 10 anni.

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Edited by L'Avvocato del Diavolo - 10/1/2008, 16:38
 
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